Su proposta del ministro dellโeconomia e finanze Giancarlo Giorgetti il Consiglio dei ministri approva il documento di economia e finanze (Def) del 2023 per il triennio 2024-2026.
Approvato il Def. Giorgetti: “Ambizione responsabile per nuova fase di crescita”
Il DEF tiene conto di un quadro economico-finanziario che, nonostante lโallentamento negli ultimi tempi degli effetti negativi derivanti dalla pandemia e dal caro energia, rimane incerto e rischioso a causa della guerra in Ucraina, di tensioni geopolitiche elevate, del rialzo dei tassi di interesse ma anche per lโaffiorare di localizzate crisi nel sistema bancario e finanziario internazionale.
In questo contesto, lโeconomia italiana continua a mostrare una notevole dose di resilienza e vitalitร . Il 2022 si รจ chiuso con il Pil in aumento del 3,7 per cento e, nonostante il rallentamento congiunturale della seconda metร dellโanno, i piรน recenti indicatori, tra cui gli indici di fiducia di famiglie e imprese, segnalano che nei primi mesi del 2023 lโeconomia del Paese ha ripreso a crescere.
Gli obiettivi prioritari che ispirano e delineano la politica economica del governo possono essere sintetizzati nelย sostegno alla crescita e al benessere dei cittadini, con nuovi interventi in favore diย famiglieย (in particolare per quelle numerose sono previste misure anche nella riforma fiscale) eย impreseย nonchรฉ misure destinate aย rilanciare gli investimentiย eย rafforzare la competitivitร ย del Paese; la sostenibilitร dei conti pubblici con una graduale riduzione di deficit e debito.
Le previsioni di crescita del Pil contenute nel documento si collocano nel solco giร tracciato dal Documento programmatico di Bilancio (DPB) di novembre e dalla legge di bilancio, confermando lโapproccio prudente e realistico, finalizzato a mostrare serietร e affidabilitร sia ai mercati sia allโUnione Europa, e che punta a raggiungere risultati piรน ambiziosi.
โLa prudenza di questo documento รจ ambizione responsabile. Abbiamo davanti a noi grandi sfide, dai cambiamenti climatici al declino demografico della popolazione italiana ma anche notevoli opportunitร di aprire una nuova fase di sviluppo del nostro Paeseโ, ha dichiarato il ministro Giorgetti sul Def approvato in Cdm.
โLe riforme avviate intendono riaccendere la fiducia nel futuroย – ha proseguito Giorgettiย – tutelando la natalitร e le famiglie anche attraverso la riforma fiscale che privilegerร i nuclei numerosi. Inoltre riconoscerร lo spirito imprenditoriale quale motore di sviluppo economico, promuovendo il lavoro quale espressione essenziale dellโessere personaโ.
โร realistico puntareย – aggiunge –ย per i prossimi anni ad un aumento del tasso di crescita del PIL e dellโoccupazione, lungo un sentiero di innovazione e investimento allโinsegna della transizione ecologica e digitaleโ.
Debito
Nel 2022 ilย rapporto debito/PIL รจ risultato pari al 144,4ย per cento, 1,3 punti percentuali inferiore rispetto alla previsione del DPB dello scorso novembre. Una diminuzione che, coerentemente agli obiettivi indicati nello scenario programmatico continuerร progressivamente a scendere nel 2023 al 142,1 per cento, nel 2024 al 141,4, a 140,9 nel 2025, fino a raggiungere il 140,4 per cento nel 2026. Tuttavia non possono essere ignorati gli effetti di riduzione del rapporto debito/Pil che si sarebbero potuti registrare se il super bonus non avesse auto gli impatti sui saldi di finanza pubblica che sono stati finora registrati.
Deficit
Il DEF punta a ridurre gradualmente, ma in misura rilevante e sostenuta nel tempo, il deficit e il debito della PA in rapporto al PIL. Coerentemente con questo obiettivo, il Governo conferma gli obiettivi di indebitamento netto presenti nel documento dello scorso novembre. Nello scenario programmatico 4,5 per cento nel 2023, 3,7 per cento nel 2024, 3,0 nel 2025, fino al 2,5 nel 2026. Riguardo al deficit tendenziale il DEF prevede il 4,35 per cento nel 2023, il 3,5 nel 2024, il 3,0 nel 2025 e il 2,5 nel 2026.
PIL
Nello scenario tendenziale a legislazione vigente,ย il PIL รจ previsto crescere dello 0,9 per cento nel 2023ย (programmatico allโ 1 per cento) โ dato rivisto al rialzo in confronto al DPB di novembre, in cui la crescita del 2023 era fissata allo 0,6 per cento โ dellโ1,4 per cento nel 2024 (programmatico allโ 1,5 per cento) dellโ1,3 per cento nel 2025 e dellโ1,1 per cento nel 2026 (stesse percentuali nel programmatico).
La stima per il 2024 viene pertanto rivista al ribasso (dallโ1,9 per cento) in confronto allo scorso novembre. La proiezione per il 2025 รจ in linea con il DPB, mentre la decelerazione prevista per il 2026 รจ dovuta a prassi metodologiche concordate a livello di Unione europea.
Risorse aggiuntive 2023 per taglio cuneo fiscale
A fronte di una stima di deficit tendenziale per lโanno in corso pari al 4,35 per cento del PIL, il mantenimento dellโobiettivo di deficit esistente (4,5 per cento) permetterร di introdurre, con un provvedimento di prossima attuazione, unย taglio dei contributi sociali a carico dei lavoratori dipendentiย con redditi medio-bassi di oltre 3 miliardi a valere sullโanno in corso.ย Ciรฒ sosterrร il potere dโacquisto delle famiglie e contribuirร alla moderazione della crescita salariale. Unitamente ad analoghe misure contenute nella legge di bilancio, questa decisione testimonia lโattenzione del Governo alla tutela del potere dโacquisto dei lavoratori e, al contempo, alla moderazione salariale per prevenire una pericolosa spirale salari-prezzi.
Riduzione pressione fiscale
Il DEF prevede inoltre un andamento discendente dellaย pressione fiscaleย che dovrebbe passare dal 43,3 nel 2023 alย 42,7 per cento entro il 2026.
PNRR
Il Governo รจ al lavoro per ottenere la terza rata del PNRR. Sono in corso le interlocuzioni con le istituzioni europee per la revisione e la rimodulazione di alcuni degli interventi previsti dal PNRR e delle relative milestone e target. ร inoltre in fase di elaborazione il capitolo del programma relativo al REPowerEU, che comprenderร tra lโaltro ancheย nuovi investimenti.
Per rendere il nostro Paese piรน dinamico, innovativo e inclusivo non basta soltanto il PNRR. ร necessario, infatti, investire anche per rafforzare la capacitร produttiva nazionale e lavorare su un orizzonte temporale piรน esteso di quello del Piano e che consenta di creare condizioni adeguate a evitare nuove fiammate inflazionistiche. ร questo un tema che deve essere affrontato non solo in Italia, ma anche Europa.
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