Friday 22 November 2024

Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, è intervenuto a 24 Mattino su Radio 24.

Energia, ministro Pichetto a Radio 24: “Mercato tutelato, rimarrà per la metà dei clienti”

Ecco le sue parole:

Rinnovabili –  “In Sardegna ancora il carbone, non felice opporsi alle rinnovabili. Serve un impegno della regione”

“La situazione della Sardegna certamente è un problema, ci sono situazioni da tenere in considerazione, perché vorrei ricordare che per la Sardegna ci sono dei luoghi di concentrazione che creano qualche disagio. Quindi bisogna creare in questo caso delle condizioni e delle regole un po’ diverse, ho mandato alla conferenza delle regioni una proposta per definire le cosiddette aree idonee, è chiaro che in una situazione come la Sardegna deve esserci un impegno particolare dalla regione. Ricordiamo che la Sardegna purtroppo ha ancora le centrali a carbone e ha l’energia delle centrali a carbone, non è una scelta felice quella di opporsi a tutte le rinnovabili. Io sono convinto che non c’è la scelta di opporsi a tutte le rinnovabili, ma semmai di trovare un punto di equilibrio, che è difficile perché tutti noi vogliamo l’energia rinnovabile ma poi il fotovoltaico a terra non va bene, l’eolico non va bene e non vogliamo la diga per l’idroelettrico”.

 

Energia – “Mercato tutelato, rimarrà per la metà dei clienti”

“Per l’energia elettrica ci sono nove milioni di utenze domestiche, metà vanno a libero mercato e metà sono i cosiddetti vulnerabili. Per il libero mercato si tratta di definire le modalità tecniche per la comunicazione dei dati bancari del cliente tra gli operatori. Ci vuole un percorso che non metta però in discussione che, per la parte di mercato appunto, ci siano le gare il 10 gennaio”. 

 

Nucleare – “Difficile una centrale in Italia, vedremo tanti small reactor. Non li farà lo Stato, ma i privati”

 “Il nucleare è un discorso che è stato ripreso dal Governo italiano su un ragionamento di ricerca e di sperimentazione. Non si tratta più di pensare alle grandi centrali, al modello di terza generazione come sono in costruzione in Francia ed in Spagna ad esempio, ma a quelle di una nuova frontiera. Noi siamo il Paese di Enrico Fermi ed abbiamo anche commesse per miliardi alle nostre imprese, più un impegno pubblico con Enea che è continuato negli anni nella ricerca su questo fronte. Abbiamo delle università super eccellenti e pertanto possiamo essere davvero i primi o in prima fila in quello che sarà il nucleare del futuro, che non sarà oggi e non sarà doman”. Vedremo mai una centrale in Italia? “Difficile che vedremo una centrale nucleare, vedremo tanti small reactor che sono delle piccole centrali da 300, 500, 1000 megawatt questo sì. Sfatiamo un mito poi: saranno i privati nel 2030-2035 a fare domanda per installare le centrali, non sarà lo Stato che lo farà, ma saranno le imprese che avranno l’interesse”

Scorie nucleare – “Apriamo ad autocandidature di Comuni per smaltimento”

“La mia opinione è quella di allargare le autocandidature rispetto a quelli che sono gli attuali siti che nei 40 anni sono stati selezionati.  Se ci sono autocandidature verranno valutate rispetto all’idoneità, non deve essere un’area sismica, non deve essere un’area particolare e bisogna poi arrivare ad una decisione perché nessuno vuole il sito per smaltire scorie, però quando portano il familiare e l’amico a fare la PET in ospedale non dicono “no, non farla”. Le cosiddette scorie sono 22 blocchi da sei metri per tre, stanzoni,  ormai abbiamo superato i 90mila metri cubi di scorie ospedaliere che teniamo sparse per tutta Italia e nessuno se ne preoccupa. È un dovere che abbiamo come governo, ma anche come italiani e con noi stessi tutte le volte che varchiamo un ospedale”.

Gas condizionatori – “Chiederemo proroga o cambio dei parametri”

“Noi siamo stati immediatamente critici sul fatto di farlo partire dal 2024 e devo dire che cominciare a mettere il limite al 2029 è un leggero passo in avanti, così come il percorso successivo al 2035 è un passo in avanti. Io lo dico sinceramente l’industria si preoccupa ed ha ragione anche sembra che i parametri siano fatti per le industrie di alcuni paesi, quindi su quello bisognerà metterci ancora il naso dentro. Spingeremo per una proroga ma forse bisogna rivedere le modalità tecniche un po’ come si è fatto per l’EURO7”. 

 

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