lunedรฌ 16 Giugno 2025

Il Governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta รจ intervenuto sul tema “La disinflazione nell’area dell’euro e le opportunitร  per l’economia italiana”, in occasione del Convegno “Il Gruppo Bancario Cooperativo: le opportunitร  e le sfide di un nuovo modello bancario”, organizzato dal Gruppo Iccrea, per i suoi 60 anni di storia, presso la Fiera di Roma. Il suo intervento:

Bankitalia, Panetta: “Bce sia prudente, inflazione in forte calo”

“Il sistema finanziario rappresenta unโ€™infrastruttura essenziale di ogni moderna economia avanzata. Esso consente di finanziare gli investimenti e la crescita, ponendo la ricchezza di oggi al servizio del benessere di domani.ย 

Non tutti i progetti possono avere successo, e spetta agli intermediari e ai mercati selezionare, diversificare e gestire i rischi al fine di indirizzare le risorse verso le iniziative di migliore qualitร .ย 

Il ruolo delle banche รจ particolarmente rilevante nella fase attuale, caratterizzata da un elevato grado di incertezza e da cambiamenti tecnologici, climatici e geopolitici che stanno influenzando lโ€™attivitร  produttiva e il commercio a livello mondiale. In questo difficile momento di transizione, unโ€™efficiente allocazione del credito da parte degli intermediari รจ essenziale per accompagnare le necessarie trasformazioni, la digitalizzazione e la decarbonizzazione delle imprese italiane. Soprattutto quelle piccole e medie, che traggono dal credito gran parte dei finanziamenti esterni.ย 

Gli stretti rapporti con la clientela, la conoscenza dellโ€™economia locale conferiscono alle banche di credito cooperativo (BCC) un vantaggio competitivo nel finanziamento delle imprese di minori dimensioni. La riforma che qualche anno fa ha istituito i gruppi cooperativi non ha intaccato questo vantaggio: attualmente le BCC erogano un quinto dei crediti alle piccole imprese, a fronte di una quota sul credito complessivo di gran lunga inferiore.ย 

Nel suo insieme, il sistema bancario italiano gode di una soddisfacente condizione reddituale e patrimoniale. Anche grazie alle politiche pubbliche attuate in anni recenti a livello sia europeo sia nazionale, esso ha superato senza grandi difficoltร  le conseguenze economiche della pandemia e dellโ€™invasione dellโ€™Ucraina. I prestiti deteriorati in rapporto a quelli complessivi sono in calo continuo dal picco del 2015. La redditivitร  del capitale รจ salita a livelli che non si registravano da prima della crisi finanziaria globale, sulla spinta dei ricavi da interessi e del calo delle rettifiche sui crediti. Il coefficiente relativo al patrimonio di migliore qualitร  ha raggiunto il massimo storico del 15,6 per cento.ย 

La positiva situazione delle banche conferisce stabilitร  allโ€™intero sistema finanziario italiano. รˆ un punto di forza per lโ€™economia nel suo complesso, come hanno espressamente sottolineato primarie agenzie di rating internazionali nei giudizi formulati di recente sullโ€™Italia.ย 

Con lโ€™indebolimento della congiuntura economica in Europa e in Italia, alcuni fattori che hanno finora rafforzato le banche potrebbero venire meno nei prossimi mesi.ย 

Secondo nostre proiezioni, lโ€™effetto congiunto del rallentamento ciclico e degli alti tassi dโ€™interesse potrebbe provocare unโ€™inversione della dinamica dei crediti deteriorati. Il livello relativamente elevato dei tassi ufficiali contribuirebbe a innalzare il costo della raccolta e a comprimere i ricavi da interessi. Le condizioni di liquiditร  diverranno meno favorevoli per effetto della contrazione del bilancio dellโ€™Eurosistema.ย 

Occorre operare fin dโ€™ora per mitigare questi rischi, adeguando tempestivamente le rettifiche di valore allโ€™evoluzione della qualitร  del credito. I piani di finanziamento vanno adattati alla minore offerta di liquiditร  e prontamente attuati. Nelle scorse settimane abbiamo sollecitato in tal senso le banche sotto la nostra diretta supervisione.ย 

Il sistema bancario italiano รจ in grado di gestire sviluppi sfavorevoli. Ci si puรฒ attendere che nel prossimo biennio la sua redditivitร  si riduca, ma rimanga ampiamente positiva”.ย 

1. La politica monetaria e la disinflazioneย 

“Nellโ€™area dellโ€™euro le condizioni di finanziamento sono divenute restrittive, con ripercussioni che si stanno estendendo dal comparto manifatturiero a quello dei servizi. Il forte aumento dellโ€™occupazione, che sin qui ha fornito sostegno alla domanda, si sta attenuando. Lโ€™attivitร  produttiva รจ lievemente diminuita nel terzo trimestre di questโ€™anno e rimarrร  debole nel quarto. I rischi per la crescita economica sono orientati al ribasso, anche a causa dellโ€™incertezza generata dalle acute tensioni geopolitiche.ย 

Lโ€™inflazione รจ in forte calo, dopo il picco raggiunto lo scorso anno. Nellโ€™area dellโ€™euro quella sui dodici mesi relativa allโ€™intero paniere di beni e servizi รจ scesa al 2,9 per cento in ottobre. Quella โ€œdi fondoโ€ โ€“ che esclude i prodotti alimentari e dellโ€™energia โ€“ รจ diminuita anchโ€™essa, al 4,2 per cento.ย 

La dinamica dei prezzi al consumo misurata su base trimestrale โ€“ che sfronda i dati dagli andamenti lontani nel tempo e rappresenta piรน accuratamente le tendenze in atto โ€“ conferma che la disinflazione รจ ben avviata; in base a questo indicatore lโ€™inflazione di fondo era in ottobre al 2,6 per cento.ย 

Nei prossimi mesi potremmo assistere a un temporaneo aumento dellโ€™inflazione dovuto a effetti di base, soprattutto per i prezzi dellโ€™energia. Questo andamento non riflette una ripresa delle pressioni inflazionistiche: al di lร  di tali effetti di natura meramente statistica, nel 2024 dovrebbe proseguire la discesa dellโ€™inflazione, in particolare quella di fondo.ย 

La restrizione monetaria attuata dalla Banca centrale europea (BCE) รจ stata necessaria.ย 

Unโ€™inflazione elevata distorce le decisioni di consumo, risparmio e investimento e provoca effetti redistributivi occulti e iniqui. Entrambi questi fattori ostacolano la crescita e riducono il benessere dei cittadini, soprattutto quelli con basso reddito.ย 

La stabilitร  dei prezzi contribuisce inoltre alla sostenibilitร  delle finanze pubbliche, soprattutto nelle economie con alto debito. Nel decennio che ha preceduto la pandemia, la bassa inflazione ha compresso i premi per il rischio sui rendimenti dei titoli pubblici, permettendo agli emittenti sovrani europei di finanziarsi a costi contenuti pur in presenza di un forte, progressivo aumento del rapporto tra debito e PIL. Questo andamento si รจ interrotto negli anni piรน recenti, quando lโ€™inflazione ha provocato un aumento dei premi per il rischio.ย 

In base alle proiezioni diffuse dalla BCE in settembre e ai dati divenuti successivamente disponibili, lโ€™attuale livello dei tassi sarebbe sufficiente a riportare lโ€™inflazione in linea con lโ€™obiettivo del 2 per cento nel medio termine. Le condizioni monetarie dovranno rimanere restrittive per il tempo necessario a consolidare la disinflazione. La durata di questa fase dipenderร  dallโ€™evoluzione delle variabili macroeconomiche; potrebbe essere piรน breve qualora la persistente debolezza dellโ€™attivitร  produttiva accelerasse il calo dellโ€™inflazione.ย 

Occorre evitare inutili danni per lโ€™attivitร  economica e rischi per la stabilitร  finanziaria, che finirebbero oltretutto per mettere a rischio la stessa stabilitร  dei prezzi.ย 

A tale riguardo, la trasmissione degli impulsi monetari alle condizioni di finanziamento si sta rivelando piรน forte di quanto era stato previsto. Il costo dei prestiti bancari รจ considerevolmente aumentato). La dinamica della moneta e del credito รจ rapidamente scesa su valori simili o inferiori a quelli registrati in seguito alla crisi finanziaria e a quella dei debiti sovrani nellโ€™area dellโ€™euro.ย 

Inoltre la stretta monetaria ha sin qui prodotto solo parte dei suoi effetti, e in base allโ€™esperienza passata continuerebbe a frenare la domanda anche in futuro. Ad esempio, nei prossimi mesi verrร  a scadenza un ammontare cospicuo di debiti a medio e a lungo termine e a tasso fisso contratti da famiglie e imprese nel periodo di bassa inflazione. I rinnovi avverranno a tassi maggiori, con effetti negativi su consumi e investimenti.ย 

Lโ€™attuale correzione monetaria differisce da quelle precedenti. Essa produce effetti non solo mediante la tradizionale manovra sui tassi ufficiali, ma anche attraverso una contrazione del bilancio dellโ€™Eurosistema, che comporta un calo della liquiditร  in circolazione.ย 

Da un lato, la riduzione della consistenza dei titoli detenuti dalle banche centrali spingerร  al rialzo i rendimenti delle attivitร  finanziarie, con ulteriori effetti restrittivi.ย 

Dallโ€™altro lato, la minore offerta di liquiditร  si ripercuoterร  sulle condizioni del mercato creditizio. La flessione delle riserve bancarie accentuerร  la concorrenza nel mercato dei depositi, provocando nuovi aumenti dei costi di finanziamento delle banche e possibili, ulteriori incrementi dei tassi sui mutui e sui prestiti alle imprese. Lโ€™evidenza empirica indica inoltre che una diminuzione delle riserve in eccesso delle banche comprime lโ€™offerta di credito. A sua volta, la riduzione delle scorte liquide delle imprese renderร  le scelte di investimento piรน sensibili al rialzo dei tassi.ย 

Per queste ragioni, รจ necessario procedere con cautela nel processo di normalizzazione del bilancio dellโ€™Eurosistema. Dopo aver innalzato i tassi ufficiali a un livello che consentirร  di riconquistare la stabilitร  dei prezzi, una brusca contrazione del bilancio dellโ€™Eurosistema โ€“ dopo quella giร  rapida dei mesi scorsi โ€“ avrebbe effetti restrittivi sullโ€™economia che non sarebbero giustificati dalle prospettive dellโ€™inflazione”.ย 

2. Investimenti, innovazione e crescita in Italiaย 

“Dopo la ripresa registrata allโ€™indomani della pandemia, lโ€™economia italiana รจ in una fase di ristagno, come del resto quella europea. Secondo le previsioni disponibili, lโ€™attivitร  produttiva dovrebbe accelerare nei prossimi mesi; nel 2024 la crescita rimarrebbe inferiore allโ€™1 per cento.ย 

La prioritร  รจ ora scongiurare il rischio di tornare agli insoddisfacenti tassi di crescita degli ultimi due decenni, facendo leva sui segni di vitalitร  economica emersi sinora. Negli anni recenti la ripresa รจ stata trainata dallโ€™espansione degli investimenti, che dalla fine del 2019 sono cresciuti di oltre il 20 per cento a fronte di un calo del 4 per il complesso dellโ€™eurozona. รˆ una novitร  importante, soprattutto se confrontata con gli anni successivi alla crisi finanziaria e a quella dei debiti sovrani.ย 

Lโ€™aumento degli investimenti non ha riguardato soltanto quelli in costruzioni, che dal 2021 sono stati alimentati da agevolazioni fiscali assai ampie. รˆ significativo il contributo della spesa per macchinari e beni immateriali, che lo scorso anno in rapporto al PIL รจ tornata sui livelli medi dellโ€™area dellโ€™euro, colmando un ritardo che persisteva da tempo.ย 

La ripresa degli investimenti รจ un segno di fiducia sulle prospettive della nostra economia che va sostenuto e rafforzato indirizzando le risorse verso progetti in grado di innalzare il potenziale di sviluppo.ย 

Che lโ€™Italia abbia un problema strutturale di crescita รจ noto, come note sono le cause del problema.ย 

Voglio tuttavia sottolineare il dato fondamentale: la nostra economia soffre da oltre due decenni della stagnazione della produttivitร  del lavoro, a fronte di un aumento annuo dellโ€™1 per cento nel resto dellโ€™eurozona. Un tale andamento รจ spiegato principalmente dalla deludente dinamica della produttivitร  totale dei fattori โ€“ ossia i guadagni di efficienza derivanti dalle nuove tecnologie, dai miglioramenti organizzativi, dallโ€™innovazione di prodotto e dallโ€™espansione delle imprese piรน efficienti.ย 

In assenza di correzioni, questi andamenti continueranno a condizionare lo sviluppo anche negli anni a venire.ย 

Il rilancio dellโ€™economia italiana passa per un sentiero che va dagli investimenti alla produttivitร  e quindi alla crescita. Date le prospettive demografiche, lโ€™occupazione potrร  dare un contributo allโ€™attivitร  economica tuttโ€™al piรน nullo, anche negli scenari piรน favorevoli. La crescita dipenderร  quindi dalla capacitร  di aumentare il prodotto per unitร  di lavoro.ย 

A sua volta, lโ€™insoddisfacente andamento della produttivitร  totale dei fattori va letto alla luce dei cambiamenti avvenuti a partire dagli anni novanta del secolo scorso. Fu allora che lโ€™economia italiana cominciรฒ ad accumulare ritardi: dapprima nelle tecnologie dellโ€™informazione e delle comunicazioni e successivamente in quelle digitali e nella dotazione di capitale immateriale, creando le condizioni per la bassa crescita.ย 

รˆ quindi essenziale dare continuitร  alla ripresa dellโ€™accumulazione di capitale che stiamo osservando. Ma anche questo non basterร  in mancanza di un deciso innalzamento della capacitร  innovativa del sistema economico. Non dobbiamo ripetere lโ€™esperienza degli anni 2000, quando una sostenuta dinamica degli investimenti si associรฒ a magri guadagni di produttivitร .ย 

Lโ€™investimento in beni immateriali rimane di oltre un punto di PIL inferiore a quello dellโ€™area euro19. Pur non mancando imprese altamente innovative e internazionalizzate, รจ ancora ampia la quota di quelle in ritardo sia nella capacitร  di sviluppare prodotti e servizi avanzati sia nellโ€™adozione delle nuove tecnologie, a partire da quelle digitali.ย 

Il divario tra le imprese alla frontiera tecnologica e produttiva e le altre รจ un problema comune a piรน paesi20, ma รจ accentuato in Italia. Da noi i tassi di adozione della tecnologia e la produttivitร  sono nettamente piรน elevati sia per le imprese grandi e operanti da piรน tempo rispetto a quelle piccole e giovani, sia per le aziende del Centro-Nord rispetto a quelle del Mezzogiorno.

รˆ quindi necessario ampliare la platea delle aziende innovative e dinamiche, favorendo al tempo stesso la diffusione della tecnologia tra le altre imprese. รˆ un obiettivo ambizioso, che oltre agli investimenti richiede la valorizzazione delle risorse umane. La tecnologia, le capacitร  gestionali e la qualitร  della forza lavoro sono elementi essenziali e tra loro complementari dellโ€™innovazione e dello sviluppo.ย 

Su questi obiettivi occorre concentrare, con perseveranza, le politiche pubbliche e lโ€™impegno dellโ€™intero sistema produttivo e finanziario, che in questi anni difficili ha mostrato una resistenza e una capacitร  di recupero su cui costruire per dare vigore alla crescita dellโ€™economia italiana”.ย 

3. Conclusioniย 

“Nellโ€™area dellโ€™euro i rischi per la stabilitร  dei prezzi non sono svaniti, e richiedono vigilanza al fine di individuare e contrastare tempestivamente nuove possibili tensioni inflazionistiche.ย 

La disinflazione รจ ben avviata, e lโ€™attuale livello dei tassi ufficiali รจ adeguato a riportare la dinamica dei prezzi allโ€™obiettivo del 2 per cento. Ma la restrizione attuata dalla BCE continuerร  a dispiegare i suoi effetti nei prossimi mesi; il suo impatto sulla domanda potrebbe risultare ben piรน forte di quanto era stato previsto, anche in relazione alla riduzione dellโ€™offerta di liquiditร .ย 

La normalizzazione del bilancio dellโ€™Eurosistema deve evitare aggiustamenti bruschi, che non sarebbero giustificati dalle prospettive dellโ€™inflazione e potrebbero risultare controproducenti per la crescita e la stessa stabilitร  dei prezzi.ย 

In Italia, lโ€™obiettivo di innalzare la produttivitร  richiede cambiamenti in piรน ambiti. Investire in innovazione รจ il punto di partenza dei necessari interventi, ma non riduce lโ€™urgenza di altre misure. La produttivitร  di un sistema dipende da molteplici fattori quali la qualificazione della forza lavoro, il funzionamento del sistema finanziario, il grado di concorrenza, le regole del mercato del lavoro, il funzionamento dellโ€™amministrazione pubblica, in particolare nel campo della giustizia.ย 

Va soprattutto ridotto il debito pubblico in rapporto al prodotto. Un debito elevato sottrae risorse alle politiche anticicliche, agli interventi sociali e alle misure in favore dello sviluppo; accresce il costo dei finanziamenti per le imprese private, riducendone la competitivitร  e lโ€™incentivo a investire; rende la nostra economia e in ultima istanza lโ€™intero paese vulnerabili ai movimenti erratici dei mercati finanziari.ย 

Il peso del debito opprime lโ€™economia italiana da troppi anni. Dobbiamo liberarcene evitando gli errori del passato, agendo sia sul fronte della finanza pubblica sia su quello della crescita. Si tratta di un compito non facile, da affrontare tenendo presente lโ€™esigenza di proseguire lโ€™impegno per il rilancio dellโ€™economia del Mezzogiorno.ย 

Questi temi sono ampiamente analizzati e discussi. La Banca dโ€™Italia continuerร  a farlo, come da sua tradizione. Io stesso tornerรฒ su di essi con valutazioni approfondite”.ย 

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