“Evergrande, i creditori ora puntano al controllo”. Così titola stamattina Il Sole 24 Ore. Gli agguerriti creditori di Cina Evergrande stanno perdendo la pazienza, stanchi delle vuote promesse di un piano di risanamento che non si è mai concretizzato.
Evergrande, i creditori ora puntano al controllo
Di fronte a un processo di negoziazione che si protrae, ora tentano un’azione audace: mirano a ottenere il controllo della società prima che venga liquidata. Un gruppo di azionisti esteri propone di scambiare la propria partecipazione nel debito passato con una quota di controllo nelle attività immobiliari di Evergrande e nelle sue due filiali a Hong Kong.
Questa proposta fa parte di un nuovo piano di ristrutturazione del debito, che include lo scambio di parte del debito estero con azioni dell’azienda e delle due unità di Hong Kong, oltre al rimborso del resto mediante “certificati” non negoziabili supportati da attività estere.
Un’udienza cruciale si terrà lunedì a Hong Kong, dopo essere stata posticipata più volte, l’ultima un mese fa, per presentare una versione rivista e “concreta” del piano di ristrutturazione per i creditori esteri. È l’ultima opportunità prima che la società , gravata da un debito di 300 miliardi di dollari, prevalentemente onshore in renminbi, possa essere messa in liquidazione.
A complicare ulteriormente la situazione, si sono aperte indagini penali: il fondatore Hui Ka Yan è sotto indagine in un luogo segreto, un capro espiatorio insieme ai top manager arrestati nei mesi scorsi. Questo sviluppo tardivo non soddisfa i creditori e rende la risoluzione del caso Evergrande ancora più intricata.