il segretario della Fiom-Cgil, Michele De Palma, è stato intervistato dal Corriere della Sera. Le sue parole:
De Palma (Fiom-Cgil): “Lo Stato prenda la maggioranza dell’Ilva. Per l’auto non possiamo più affidarci solo a Stellantis”
“È stato un anno duro per i metalmeccanici — dice De Palma —. Abbiamo provato a difendere l’occupazione in situazioni sempre più complesse, da Ilva a Stellantis. Alcune battaglie hanno raggiunto gli obiettivi, penso alla reindustrializzazione di Marelli a Crevalcore o alla Whirlpool a Napoli o alla Gkn con la revoca dei licenziamenti, ma restano tante vertenze che ci preoccupano. Ilva è una delle maggiori? Nell’incontro a Palazzo Chigi c’è stato scontro. A detta del Governo gli scenari sono tre: Mittal mette le risorse per la ripartenza degli impianti; l’amministrazione straordinaria; lo Stato che si riprende la maggioranza della società, come chiediamo noi. Perché? Perché Mittal non ha voluto investire nell’azienda e siamo arrivati a una situazione disastrosa da tutti i punti di vista, con 20mila posti di lavoro, indotto compreso, a rischio. Inoltre, un Paese senza la siderurgia è un Paese che sceglie di fare a meno dell’industria e questo non possiamo permettercelo. Pensiamo solo all’acciaio che serve perla produzione automobilistica”.
Sulla vertenza Stellantis e sul futuro dell’automotive in Italia: “Fiom, Fim e Uilm di Torino hanno varato insieme un documento comune su Mirafiori, chiedendo non solo più modelli per lo stabilimento, ma anche la creazione di un polo di ricerca e progettazione che possa favorire anche gli investimenti di altri produttori. Stiamo cioè avanzando unitariamente delle proposte strategiche per salvare e rilanciare il settore. Al tavolo ministeriale sull’automotive abbiamo detto con chiarezza che, visto che il governo è impegnato su questo fronte con risorse pubbliche, ci deve essere la garanzia di un ritorno in termini di produzione e occupazione. Per noi l’obiettivo è una produzione annua di un milione di autovettore e 300mila veicoli commerciali”.
Secondo De Palma, tuttavia, “non possiamo affidarci solo a Stellantis. Dobbiamo essere in grado di attirare produttori anche da altri Paesi. In Germania producono il 120% del loro mercato e lo fanno anche attraverso produttori stranieri, da noi solo il 25%. Produttori cinesi come Byd stanno pensando di investire sull’auto elettrica in Ungheria e sempre i cinesi hanno investito in Svezia su Volvo”.