“L’economia italiana ha resistito bene alle recenti crisi, ma la crescita sta ora rallentando a causa dell’inasprimento delle condizioni finanziarie. Per garantire una crescita forte e sostenibile nel lungo termine, l’Italia dovrebbe dare priorità al miglioramento del contesto imprenditoriale e allo stimolo della concorrenza, al rafforzamento delle finanze pubbliche e alla promozione della transizione ecologica”.
E’ quanto si legge nel rapporto economico sull’Italia pubblicato oggi dall’Ocse.
L’Ocse all’Italia: “Tassare pensioni d’oro e patrimonio per ridurre il debito”
“Secondo le proiezioni dell’ultimo Sondaggio Economico dell’OCSE sull’Italia , la crescita economica dovrebbe attestarsi allo 0,7% quest’anno come nel 2023, per poi raggiungere l’1,2% nel 2025. L’inflazione complessiva – osserva l’Ocse – dovrebbe diminuire gradualmente, scendendo dal 5,9% nel 2023 al 2,6% nel 2024 e al 2,3% nel 2025, insieme all’inflazione di fondo che dovrebbe attestarsi al 2,5% nel 2025. Gli investimenti pubblici seguono una tendenza al rialzo e dovrebbero continuare a sostenere l’economia negli anni a venire.
Il debito pubblico, pari a circa il 140% del PIL, è il terzo più alto nell’area OCSE. Espressa in percentuale del PIL, si prevede che la spesa pubblica legata al costo dell’invecchiamento demografico e al servizio del debito aumenterà di circa 4,5 punti tra il 2023 e il 2040. Sono necessarie riforme fiscali e di spesa per contribuire a collocare il debito pubblico su una traiettoria più prudente. La priorità della politica di bilancio deve essere quella di realizzare un risanamento regolare su diversi anni, a partire dal 2025, al fine di ridurre in modo sostenibile il debito pubblico. La crescita della spesa deve essere contenuta, ma allo stesso tempo gli investimenti pubblici devono essere preservati in modo da minimizzare gli effetti collaterali negativi sulla crescita.
È necessario riformare il sistema pensionistico, soprattutto per ridurre la pressione sulle spese legate ai pensionati facoltosi. Dobbiamo continuare a migliorare l’efficienza dell’amministrazione per generare risparmi e allo stesso tempo attuare riforme volte ad aumentare la qualità dei servizi pubblici proseguendo la trasformazione digitale della pubblica amministrazione e dei sistemi di appalti. Le attuali revisioni della spesa dovrebbero essere più ambiziose. Dal lato delle entrate, spostare il carico fiscale dal lavoro alle tasse sulla ricchezza e sui consumi proteggerebbe le entrate fiscali rendendo il sistema più favorevole alla crescita.
Dobbiamo anche rilanciare l’aumento della produttività, che è rimasto stagnante per un decennio, per sostenere la crescita a lungo termine. Le riforme in corso nel campo della giustizia civile e della pubblica amministrazione contribuiranno ad aumentare gli investimenti e la produttività delle imprese e ad accelerare l’attuazione dei piani di investimento pubblico migliorando l’efficienza del sistema giudiziario. Le barriere normative alla concorrenza nei servizi dovrebbero essere ridotte per facilitare l’ingresso di nuove imprese nel mercato e stimolare la concorrenza.
È essenziale sviluppare l’occupazione affinché la crescita possa portare maggiori benefici a tutti. In Italia, infatti, il tasso di occupazione è tra i più bassi dell’area OCSE, a causa dell’elevata disoccupazione giovanile e dei bassi tassi di attività femminile. Il rafforzamento dell’istruzione tecnica e del sistema di formazione consentirebbe a un maggior numero di giovani e persone vulnerabili di accedere al mercato del lavoro. Dobbiamo aumentare il tasso di attività delle donne ampliando l’accesso alle strutture pubbliche di istruzione preprimaria. Sarebbe inoltre utile promuovere ulteriormente il congedo di paternità, in particolare introducendo una “quota paterna” nel diritto al congedo parentale congiunto.
Grazie alla bassa intensità energetica della sua economia e all’abbondanza delle sue risorse solari, l’Italia è ben posizionata per riuscire nella transizione climatica, ma il ritmo di riduzione delle emissioni è rallentato negli ultimi dieci anni. Le autorità pubbliche devono raddoppiare gli sforzi per accelerare la riduzione delle emissioni e promuovere l’adattamento ai cambiamenti climatici: le accise sui prodotti energetici dovrebbero essere aumentate ove possibile e meglio allineate al contenuto di emissioni dei combustibili fossili, come recentemente previsto. È inoltre necessario semplificare i complessi iter autorizzativi che ostacolano l’installazione di capacità di produzione di energia da fonti rinnovabili per poter raggiungere gli obiettivi annuali in questo ambito. Potremmo accelerare la decarbonizzazione dei trasporti investendo nella rete ferroviaria, mettendo fine al trattamento fiscale più favorevole del gasolio rispetto alla benzina e promuovendo lo sviluppo dei veicoli elettrici attraverso l’aumento del numero delle stazioni di ricarica”, conclude l’Ocse.