Thursday 21 November 2024

Christine Lagarde, Presidente della BCE, รจ intervenuta in occasione della conferenza โ€œThe ECB and Its Watchers XXIVโ€ organizzata dallโ€™Institute for Monetary and Financial Stability, Universitร  Johann Wolfgang Goethe, Francoforte. Le sue parole:

BCE, Lagarde: “Taglio tassi a giugno se le previsioni sono confermate”

“Dopo la pandemia i responsabili delle politiche monetarie hanno dovuto affrontare un contesto eccezionalmente complesso. Lโ€™aumento dellโ€™inflazione ci ha posto dinanzi a una profonda incertezza riguardo alla sua portata e alla sua diffusione nellโ€™economia. Nonostante il calo dellโ€™inflazione, lโ€™incertezza sulla sua persistenza รจ rimasta.

Dati i costi potenziali elevati di una politica mal calibrata, abbiamo dovuto adottare un quadro di riferimento che minimizzasse il rischio di errori. Abbiamo pertanto definito la nostra funzione di reazione sulla base di tre criteri: prospettive di inflazione, dinamica dellโ€™inflazione di fondo e intensitร  della trasmissione della politica monetaria.

Seppur inizialmente concepiti in un periodo di limitata visibilitร  sullโ€™inflazione futura, questi criteri hanno contribuito a orientare le nostre decisioni anche a fronte del calo dellโ€™inflazione e di previsioni divenute piรน accurate.

Con le parole di Marie Curie, per progredire tra gli alti e i bassi della vita, โ€œbisogna avere perseveranza e soprattutto fiduciaโ€. Il nostro assetto ci ha infatti incoraggiato a perseverare e avere maggiore fiducia ove necessario.

รˆ stata la nostra bussola affidabile con cui abbiamo calibrato la politica monetaria durante le tre fasi del ciclo in cui ci troviamo.

In primo luogo, ha contribuito alla soliditร  della nostra fase di inasprimento, quando stavamo definendo la portata dellโ€™azione necessaria a contenere lโ€™inflazione.

In secondo luogo, durante la fase di mantenimento, ci ha aiutato ad attendere con pazienza il conseguimento di una maggiore coerenza tra i segnali provenienti dalle nostre proiezioni di inflazione e quelli dellโ€™inflazione di fondo.

In terzo luogo, ci sosterrร  nel raggiungimento di un livello sufficiente di fiducia, tale da poter avviare la fase di allentamento e adottare una politica meno restrittiva.

La fase di inasprimento

Nella fase iniziale del nostro ciclo restrittivo, la prioritร  principale alla luce dellโ€™impennata dellโ€™inflazione era abbandonare il piรน rapidamente possibile lโ€™orientamento accomodante della nostra politica monetaria. Sebbene la sfida fosse enorme, risultava relativamente semplice calibrare il percorso della nostra politica.

Tuttavia, con lโ€™aumento dei tassi e lโ€™avvicinarsi al territorio restrittivo, la calibrazione รจ divenuta piรน complessa. Abbiamo dovuto valutare innanzitutto lโ€™entitร  degli aumenti dei tassi finchรฉ questi sarebbero stati sufficientemente restrittivi, nonchรฉ la durata della loro permanenza su tali livelli. La nostra valutazione รจ stata perรฒ offuscata da una visibilitร  sul futuro molto inferiore alla norma.

Le nostre previsioni hanno ripetutamente e ampiamente sottostimato lโ€™inflazione, anche su orizzonti piรน brevi. Ad esempio, dal 2021 al 2022 gli errori assoluti di previsione dellโ€™inflazione a un trimestre, nelle proiezioni macroeconomiche formulate dai nostri esperti, sono piรน che raddoppiati, principalmente a causa della volatilitร  dei prezzi dellโ€™energia[1].

Al tempo stesso, la combinazione degli shock emersi dalla pandemia e nel periodo successivo (rotazioni della spesa, picchi nei prezzi dellโ€™energia, cicli caratterizzati dallโ€™effetto โ€œfrustaโ€ nel settore manifatturiero, strozzature dal lato dellโ€™offerta, condizioni tese nei mercati del lavoro, politiche di bilancio espansive ed effetti delle riaperture) ha accresciuto il rischio che lโ€™inflazione diventasse piรน persistente.

Abbiamo affrontato una congiuntura molto insolita, contraddistinta da inflazione elevata e diminuzione dei salari reali, ma anche dallโ€™aumento dellโ€™occupazione; una combinazione che implicava sostanzialmente un processo di recupero pluriennale per compensare le perdite dei salari reali. A sua volta, tale processo avrebbe potuto determinare quella che nella conferenza dello scorso anno ho definito unโ€™inflazione generata da una โ€œspirale di ritorsioniโ€[2].

Abbiamo affrontato incertezze circa la rapiditร  e lโ€™intensitร  con cui la nostra risposta di politica monetaria sarebbe riuscita a ridurre lโ€™inflazione. La BCE non attraversava un ciclo di inasprimento da oltre un decennio e vi era motivo di ritenere che la trasmissione della politica monetaria alle imprese e alle famiglie potesse essere mutata[3].

Pertanto, per unโ€™accurata calibrazione si rendeva necessario un assetto per le decisioni di politica monetaria che funzionasse in caso di visibilitร  ridotta e che attenuasse lโ€™accresciuta incertezza. Per questo la nostra risposta di politica monetaria รจ stata impostata su tre criteri richiamati in precedenza: prospettive di inflazione, dinamica dellโ€™inflazione di fondo e intensitร  della trasmissione della politica monetaria.

Tale approccio ha dato maggiore soliditร  alle nostre decisioni, in quanto il profilo dellโ€™inflazione anticipato nelle nostre proiezioni doveva essere convalidato dai dati osservabili in tempo reale ed estrapolabili nel medio termine. Abbiamo pertanto potuto assumere decisioni prospettiche con un grado di certezza piรน elevato.

Tale assetto si รจ dimostrato adeguato nella pratica.

I tre criteri ci hanno aiutato a mettere a punto gli ulteriori rialzi, consentendoci di portare i tassi su livelli sufficientemente restrittivi da spezzare la persistenza dellโ€™inflazione[4]. Orientando la nostra valutazione accurata dellโ€™intensitร  della trasmissione della politica monetaria, questi criteri hanno inoltre agito quale verifica incrociata contro il rischio di un eccessivo inasprimento, sostenendoci nel pervenire alla decisione di interrompere lโ€™aumento dei tassi dopo lo scorso settembre.

La fase di mantenimento

Siamo poi entrati nellโ€™attuale fase del nostro ciclo di politica monetaria, la โ€œfase di mantenimentoโ€, durante la quale ci siamo impegnati a mantenere i tassi su livelli restrittivi finchรฉ necessario.

Dallโ€™inizio di questa fase lโ€™inflazione ha registrato un calo costante e le nostre proiezioni hanno indicato un suo ritorno verso il nostro obiettivo nel medio termine. Le proiezioni indicano unโ€™inflazione pari in media al 2,3% nel 2024, 0,4 punti percentuali in meno rispetto allโ€™esercizio di dicembre e 0,9 punti percentuali in meno rispetto a quello di settembre. Ci attendiamo quindi che lโ€™inflazione scenda al 2,0% nel 2025 e allโ€™1,9% nel 2026.

Inoltre, contrariamente alle fasi iniziali del nostro ciclo di politica monetaria, vi รจ motivo di ritenere che lโ€™andamento disinflazionistico atteso continuerร .

In primo luogo, da qualche tempo i dati effettivi sullโ€™inflazione sono sostanzialmente in linea con le nostre aspettative. Nel 2023 abbiamo assistito a una riduzione di circa il 70% dellโ€™errore assoluto medio nelle proiezioni a un trimestre formulate dai nostri esperti rispetto al 2022.

In secondo luogo, osserviamo ora un ritorno dellโ€™inflazione al 2% nellโ€™orizzonte temporale di proiezione in anticipo rispetto a prima, ossia a metร  2025, senza che superi il nostro obiettivo nel resto del periodo considerato.

In terzo luogo, la composizione dellโ€™inflazione sta migliorando, poichรฉ ora ci aspettiamo un calo dellโ€™inflazione di fondo nel medio termine. Ciรฒ suggerisce che la convergenza verso il 2% sarร  probabilmente piรน duratura e meno dipendente dalle ipotesi sui prezzi delle materie prime, sebbene queste ipotesi possano sempre rivelarsi azzardate.

Anche gli altri criteri sono sempre piรน coerenti con il miglioramento delle prospettive di inflazione.

La trasmissione della nostra politica monetaria procede nella giusta direzione. Le condizioni di finanziamento hanno reagito con forza allโ€™aumento dei tassi di interesse, la domanda di prestiti si รจ indebolita e, a sua volta, lโ€™attivitร  ha rallentato notevolmente soprattutto nei settori economici piรน sensibili ai tassi.

Lโ€™inflazione di fondo sta diminuendo in termini generali. Quasi tutte le misure che teniamo sotto osservazione sono in calo e lโ€™intervallo dei valori tra le diverse misure si รจ ridotto da un massimo di 4,1 punti percentuali agli attuali 2,4 punti percentuali. Alcune misure dellโ€™inflazione di fondo con le migliori proprietร  di indicatore anticipatore dellโ€™inflazione futura hanno registrato una marcata diminuzione[5].

Allo stesso tempo, le pressioni interne sui prezzi restano forti.

Lโ€™inflazione dei servizi continua a essere persistente e a oscillare intorno al 4%, sebbene si sia registrato un certo incremento a febbraio. Il nostro indicatore dellโ€™inflazione interna, che misura le voci a basso contenuto di importazioni, si colloca al 4,5%, al limite superiore dellโ€™intervallo di valori delle misure dellโ€™inflazione di fondo da noi monitorate. Questa misura si รจ inoltre rivelata un buon indicatore anticipatore[6].

Tali pressioni riflettono in larga misura la robusta dinamica salariale a fronte dellโ€™avanzare del processo di recupero, nonchรฉ le condizioni tese del mercato del lavoro, che ha mostrato sinora una buona tenuta in un contesto di rallentamento economico. Lโ€™occupazione รจ cresciuta di 2 milioni di unitร  in termini cumulati nel 2023, anche quando lโ€™economia ha ristagnato, mentre le imprese continuano a mantenere gli stessi livelli occupazionali. Questo andamento sta automaticamente riducendo la produttivitร  del lavoro e spingendo al rialzo il costo del lavoro per unitร  di prodotto.

In questa fase, risulta difficile valutare se tali pressioni sui prezzi riflettano semplicemente lo sfasamento temporale dei salari e dei prezzi dei servizi nonchรฉ la natura prociclica della produttivitร , oppure se segnalino spinte inflazionistiche persistenti.

Pertanto, pur avendo compiuto progressi significativi riguardo a tutti e tre i criteri previsti dal nostro assetto, non siamo ancora sufficientemente certi di essere su un percorso durevole verso il nostro obiettivo di inflazione.

Avere certezza sufficiente per procedere allโ€™allentamento della politica monetaria

La domanda fondamentale รจ quindi: cosa dobbiamo osservare per avere certezza sufficiente da poter avviare la fase di allentamento della nostra politica restrittiva?

In altre parole, occorre proseguire lungo il percorso disinflazionistico. Vi sono tre fattori interni che saranno decisivi per assicurare che il profilo dellโ€™inflazione si evolva coerentemente alle nostre proiezioni.

Il primo รจ la crescita salariale.

Le nostre previsioni indicano che i salari nominali rallenteranno al 3% nei prossimi tre anni, consentendo alle retribuzioni reali di risalire sui livelli antecedenti la pandemia nellโ€™orizzonte di proiezione, compresi gli incrementi di produttivitร [7]. Tuttavia, con un tasso di disoccupazione che dovrebbe mantenersi su un livello molto basso, pari al 6,6%, tale andamento salariale non รจ scontato. Lโ€™analisi di sensibilitร  condotta dagli esperti della BCE mostra che, in presenza di un pieno recupero anticipato entro la fine di questโ€™anno, lโ€™inflazione salirebbe al 3% nel 2025 e si ridurrebbe soltanto al 2,5% nel 2026[8].

Il secondo fattore sono i margini di profitto.

La compressione dei margini di profitto ha consentito il recupero dei salari senza ulteriore incremento dellโ€™inflazione. Nellโ€™ultimo trimestre del 2022 i profitti per unitร  di prodotto hanno rappresentato oltre il 50% del deflatore del PIL, ma tale dato si รจ ridotto ad appena il 20% a distanza di un anno. Peraltro, la nostra analisi di sensibilitร  mostra che, se le imprese riacquistassero potere nella determinazione dei prezzi a seguito della ripresa dellโ€™economia e i margini di profitto aumentassero di un punto percentuale cumulato in piรน rispetto alle nostre proiezioni fino alla fine del 2026, lโ€™inflazione sarebbe pari al 2,7% nel 2025 e al 2,4% nel 2026.

Il terzo รจ la crescita della produttivitร .

Ci attendiamo che un incremento della domanda, se soddisfatta con il pieno utilizzo della manodopera accantonata, porterร  a un aumento della crescita della produttivitร  e a un calo del costo del lavoro per unitร  di prodotto. Le proiezioni indicano una crescita della produttivitร  del lavoro dello 0,1% questโ€™anno che salirebbe poi allโ€™1,2% nel 2025 e nel 2026. Il profilo dellโ€™inflazione potrebbe perรฒ rivelarsi diverso se, in un nuovo contesto geopolitico, la perdita di produttivitร  per le imprese europee risultasse essere in parte strutturale.

Dati i ritardi con cui questi dati si rendono disponibili, non possiamo aspettare di avere tutte le informazioni necessarie a nostra disposizione. Rischieremmo altrimenti di adeguare il nostro orientamento con eccessivo ritardo. Nei prossimi mesi ci aspettiamo di avere due elementi importanti che potrebbero accrescere il nostro livello di certezza in misura sufficiente da poter adottare un primo intervento di politica monetaria.

In primo luogo, disporremo di maggiori dati per confermare se i salari stiano effettivamente aumentando in modo compatibile con il conseguimento durevole dellโ€™obiettivo di inflazione entro la metร  del 2025.

Gli ultimi dati vanno in questa direzione. La crescita del reddito per occupato si รจ ridotta al 4,6% nel quarto trimestre dello scorso anno, lievemente al di sotto delle nostre proiezioni di marzo, dal 5,1% del terzo trimestre. Anche la crescita delle retribuzioni contrattuali, che rappresenta la quota principale dellโ€™incremento dei redditi per occupato, รจ diminuita dal 4,7% al 4,5% nel quarto trimestre.

Analogamente, lโ€™indice salariale prospettico elaborato dalla BCE, che anticipa lโ€™andamento della crescita delle retribuzioni contrattuali nellโ€™area dellโ€™euro, mostra i primi segnali di un allentamento delle pressioni. Nel 2024 la crescita salariale media per tutti i contratti in essere[9]ย รจ scesa dal 4,4% registrato in corrispondenza della riunione del Consiglio direttivo di gennaio al 4,2% osservato al momento della nostra riunione di marzo.

Nei prossimi mesi potremo tracciare un quadro ancora piรน chiaro.

Nel primo trimestre di questโ€™anno, alla fine di maggio, avremo a disposizione i dati sulla crescita delle retribuzioni contrattuali.ย Molte trattative salariali sono attualmente in corso in grandi settori; non appena concluse, terremo conto dei loro esiti nel nostro indice salariale. I dipendenti con contratti scaduti lโ€™anno scorso e non rinnovati o con contratti in scadenza entro marzo 2024 rappresentano circa un terzo di quelli considerati nel nostro indice salariale.

In secondo luogo, entro giugno avremo a disposizione nuove proiezioni che confermeranno o meno la validitร  dellโ€™andamento dellโ€™inflazione da noi previsto a marzo. Queste proiezioni ci consentiranno implicitamente di comprendere meglio lโ€™evoluzione dellโ€™inflazione di fondo. Avremo maggiore visibilitร  sul vigore della ripresa e sul probabile andamento del mercato del lavoro, e quindi sulle conseguenze per i salari, i profitti e la produttivitร .

Inoltre, avremo una finestra temporale piรน ampia per valutare se i dati sullโ€™inflazione continuano a essere sostanzialmente in linea con le nostre proiezioni. In tal caso, potremo avere maggiore certezza che i nostri modelli staranno cogliendo con maggiore precisione la dinamica dellโ€™inflazione. Tale conferma sarร  particolarmente importante per le componenti piรน persistenti, come i servizi, in quanto ci consentirร  di confidare che essi continueranno a diminuire mostrando il loro tipico ritardo.

Se questi dati riveleranno un sufficiente grado di allineamento tra lโ€™andamento dellโ€™inflazione di fondo e le nostre proiezioni, e ipotizzando che la trasmissione rimanga forte, potremo passare alla fase di allentamento del nostro ciclo di politica monetaria e adottare una politica meno restrittiva.

In seguito, tuttavia, continueremo a riscontrare pressioni interne sui prezzi. Ci attendiamo, ad esempio, che lโ€™inflazione dei servizi rimanga elevata per gran parte di questโ€™anno. Nel prossimo futuro sarร  quindi necessario confermare su base continuativa che i dati pervenuti sostengono le nostre prospettive di inflazione.

Ciรฒ ha due importanti implicazioni per la traiettoria futura della politica monetaria.

In primo luogo, le nostre decisioni dovranno continuare a fondarsi sui dati ed essere definite di volta in volta a ogni riunione, sulla scorta delle nuove informazioni disponibili. Ciรฒ comporta che anche dopo il primo abbassamento dei tassi, non possiamo vincolarci a un determinato percorso di riduzione.

In secondo luogo, il nostro assetto di politica monetaria rimarrร  importante per lโ€™analisi dei nuovi dati e la calibrazione dellโ€™adeguato orientamento. Al tempo stesso, dovranno essere esaminati periodicamente i pesi relativi assegnati ai tre criteri.

Conclusioni

Dopo la nostra ultima riunione del Consiglio direttivo ho affermato che, per quanto riguarda i dati che rilevano per le nostre decisioni di politica monetaria, sapremo qualcosa in piรน entro aprile e molto di piรน entro giugno.

Mi auguro che il mio intervento di oggi aiuti a comprendere meglio la nostra analisi e la nostra logica.

Nei prossimi mesi avremo a disposizione piรน dati, che ci aiuteranno a valutare se la certezza che abbiamo sul percorso futuro รจ tale da poter passare alla prossima fase del nostro ciclo di politica monetaria”.

 

SEGUICI SU GOOGLE NEWS
Soldi365.com รจ presente anche suย Google News. Unisciti gratuitamente alla nostra pagina per restare sempre aggiornato sulle ultime notizie di economia, finanza, business e su tutti gli altri contenuti del sito. Seguirci รจ facile: bastaย CLICCARE QUIย e selezionare il tasto โ€œSEGUIโ€œ.ย 
UNISCITI ALLA COMMUNITY DI SOLDI365.COM:
FACEBOOKTWITTERINSTAGRAM YOUTUBE TELEGRAMLINKEDINย ย 
VISITA LE ALTRE SEZIONI DI SOLDI 365.COM:
HOME PAGEECONOMIAย  –ย FINANZA –ย INVESTIMENTI –ย TRADING ONLINE –ย CRIPTOVALUTE –ย RISPARMIOBUSINESS –ย GIOCHI –ย SCOMMESSE –ย LUSSOGUADAGNAREBONUS E PROMOZIONIFORMAZIONETRASFERIRSI ALLโ€™ESTEROย GUIDE E TUTORIAL –ย EVENTIVIDEOCHAT – ย FORUM.ย 

Lascia un commento

CHI SIAMO

Soldi365.com รจ un sito di informazione con notizie e approfondimenti su economia, finanza, trading online, criptovalute, investimenti, risparmio, mutui, prestiti, business, giochi, scommesse, lusso, opportunitร  di guadagno, bonus e promozioni, formazione, eventi, vivere all’estero, studiare all’estero, lavorare all’estero e aprire un’attivitร  allโ€™estero. Presente una sezione dedicata a guide e tutorial e un ampio spazio riservato ai lettori, che possono confrontarsi su tutti i temi trattati sul sito attraverso chat e forum.

ยฉ Copyright 2022 –ย  Soldi365.com – PI 01432840914 – Tutti i diritti riservatiย