Un importante accordo si profila nel settore dei servizi petroliferi: è in fase avanzata l’ipotesi di fusione tra l’italiana Saipem e la norvegese Subsea 7, un’operazione che darebbe vita a un colosso europeo del settore. E’ quanto riporta stamattina La Repubblica.
Saipem verso la fusione con Subsea 7: può nascere colosso da 18 miliardi
L’iniziativa sta per entrare nella fase decisiva: è prevista una riunione straordinaria del consiglio di amministrazione di CDP, che detiene una quota del 12,82% in Saipem. Anche Eni, azionista con il 21,19%, dovrebbe pronunciarsi sull’operazione.
Le due aziende, entrambe quotate in borsa, presentano valori di mercato pressoché equivalenti: Subsea 7 vale circa 4,6 miliardi, mentre Saipem si attesta a 4,56 miliardi. Questa similarità suggerisce una fusione tra pari.
Dopo l’unione, la componente italiana manterrebbe una posizione significativa con oltre il 16% delle quote: Eni conserverebbe quasi l’11% mentre CDP circa il 6%. Dal lato norvegese, sia la holding di Kristian Siem (attualmente al 23,9%) che il fondo pensionistico Folketrygdfondet (9,5%) dimezzerebbero le loro partecipazioni.
L’entità risultante dalla fusione raggiungerebbe dimensioni considerevoli: le proiezioni indicano ricavi complessivi nell’ordine dei 18 miliardi, considerando i 12,7 miliardi previsti per Saipem nel 2024 e i 5,3 miliardi registrati da Subsea nel 2023. Il margine operativo lordo si attesterebbe tra il 12% e il 13%.
Le competenze di Subsea 7 nella progettazione e costruzione di strutture offshore si integrerebbero efficacemente con il portafoglio di attività di Saipem, creando importanti sinergie operative.