sabato 27 Settembre 2025

Sei anni dopo il primo studio, Confindustria ha presentato al Parlamento Europeo di Bruxelles il secondoย Rapporto sullโ€™Economia Circolare, confermando leย tre direttrici chiave per una transizione efficace: abbattere le barriere non tecnologiche, promuovere lo scambio di beni e prodotti circolari e potenziare ulteriormente la capacitร  impiantistica del Paese.

Confindustria propone dieci raccomandazioni strategiche per rilanciare economia circolare

Il documento offre unโ€™analisi integrata, esaminando il tema dellโ€™economia circolare non solo dal punto di vista strettamente ambientale, ma anche diย politica industriale, interessando temi strategici quali lโ€™energia, i trasporti, la logistica, le infrastrutture e gli appalti pubblici.

Unย focusย speciale รจ dedicato alleย migliori praticheย adottate dalle imprese italiane. Si tratta di esperienze che testimoniano lโ€™impegno costante dellโ€™industria italiana verso la circolaritร , coprendo ambiti quali bioeconomia, decarbonizzazione e integrazione dei trasporti con modelli circolari. Questo patrimonio diย know-howย evidenzia come il paradigma della circolaritร , nel nostro Paese, si declini in modi diversi, adattandosi alle peculiaritร  dei vari settori.

In questo Rapporto, Confindustria proponeย dieci raccomandazioni strategicheย che riflettono le istanze del mondo industriale e mirano a orientare il nuovo quadro regolatorio europeo sullโ€™economia circolare, che verrร  declinato nel prossimo Circular Economy Act:

  1. Favorire la piena armonizzazioneย e semplificazione della copiosaย regolamentazioneย europea in materia di economia circolare, coordinando le nuove normative con il quadro esistente, evitando inutili duplicazioni di oneri burocratici ed economici.
  2. Semplificareย leย procedure autorizzative di gestione dei rifiutiย e garantire stabilitร  normativa.
  3. Rimuovere le criticitร  sulย permittingย ambientale,ย anche perattrarre investimenti e favorire lโ€™innovazione. Uno studio diย BusinessEuropeย ha, infatti, evidenziato che lโ€™83% delle imprese considera la lunghezza delle procedure di autorizzazione uno dei principali ostacoli agli investimenti in Europa.
  4. Razionalizzare istituti giuridici fondamentali per lโ€™economia circolare, quali ad esempio i sottoprodotti e il c.d.ย end of waste, che si dimostrano ancora incapaci nel sostenere adeguatamente la transizione circolare efficiente e competitiva, a causa di criticitร  burocratiche e un quadro normativo poco chiaro.
  5. Sostenereย ricerca e innovazione, elementi chiave per migliorare le tecnologie di valorizzazione dei rifiuti e dei materiali recuperati, semplificando gli adempimenti necessari per la sperimentazione e per lโ€™impiego dei materiali ottenuti nei progetti di ricerca, chiarendo, inoltre, con adeguata regolamentazione, il fine vita dei materiali prodotti da impianti pilota.
  6. Sviluppare e coordinare misure e interventi di incentivazione, atti a promuovere lo sviluppo dellโ€™economia circolare e a sostenere il mercato dei prodotti circolari e dei prodotti realizzati a partire da materie prime rinnovabili, anche attraverso gli appalti pubblici verdi e strumenti economici, finanziari e fiscali dedicati. Introdurre un sistema diย certificati per valorizzare lโ€™economia circolareย eย incentivare lโ€™utilizzo di materie prime seconde (MPS), promuovendo al contempo segnali di prezzo che riflettano la loro convenienza rispetto alle materie prime vergini. Per realizzare questo obiettivo, sarebbe utile determinare dei โ€œtitoli di efficienza energetica circolareโ€ che, tramite un approccio scientifico solido determini il risparmio energetico e la riduzione delle emissioni di gas serra derivante dallโ€™utilizzo di MPS anzichรฉ di materie prime primarie nei processi produttivi. Tale meccanismo prevede che il soggetto che immette MPS nel mercato, in relazione al loro effettivo utilizzo, riceva certificati che ne attestino il valore in termini di tonnellate equivalenti di petrolio (tep) o di quote di emissioni di CO2ย evitate. Tali certificati potrebbero essere utilizzati allโ€™interno di meccanismi esistenti, come i titoli di efficienza energetica o i mercati delle quote di emissioni di CO2, sia obbligatori che volontari.
  7. Rafforzareย il ruolo degliย appalti pubbliciย nella promozione della circolaritร .
  8. Coordinareย le politiche diย transizione energeticaย con quelle per lโ€™economia circolare. Favorire un uso piรน razionale delle risorse, infatti, da impatti anche sulla promozione delle energie rinnovabili, nonchรฉ sulle politiche di efficienza energetica, centrali anche per i settori della logistica e dei trasporti
  9. Allocare risorseย adeguate per consentire allโ€™industria di raggiungere gli obiettivi giร  previsti dalle normative europee che si sono finora dimostrate carenti in termini di finanziamenti, sia pubblici che privati.ย La leva finanziaria appare decisiva, sia con riferimento allโ€™adeguamento alle nuove norme, sia come obiettivo per la prossima strategia, che, in linea con le raccomandazioni del Rapporto Draghi, dovrร  essere orientata anche alla costruzione di infrastrutture per lโ€™economia circolare.
  10. Creare sinergieย traย sostenibilitร ย eย sicurezzaย nellโ€™approvvigionamento di materie prime, per garantire una sempre maggiore indipendenza dellโ€™Italia e dellโ€™UE.

Confindustria ribadisce il valore dellโ€™economia circolare, non solo per la sostenibilitร  ambientale, ma anche come leva strategica per la competitivitร  e lโ€™indipendenza industriale del Paese. Con il nuovo Rapporto, che evidenzia le eccellentiย performanceย del Sistema associativo, auspica il superamento delle criticitร  esistenti per una piena transizione verso un modello produttivo sostenibile e competitivo.

 

 

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