La crescita dellโeconomia italiana riprende slancio solo nel 2026. Il PIL italiano nel 2025 รจ atteso crescere per lo piรน in linea con quanto osservato nel 2024: nello scenario CSC, si prevede un incremento annuo del +0,6% dopo il +0,7% dello scorso anno. Questa bassa dinamica รจ in buona misura dovuta a unโereditร statistica (la variazione che si avrebbe nel 2025 se nei quattro trimestri la crescita fosse nulla) piuttosto povera: +0,1% con i dati trimestrali destagionalizzati e corretti, ma che diventa circa zero depurando il dato annuale dellโeffetto stimato della correzione per i giorni lavorativi. La crescita nel 2026, invece, รจ attesa riprendere slancio, al +1,0%.
E’ quanto emerge dal Rapporto di previsione del Centro studi di Confindustria.
Confindustria taglia Pil 2025, +0,6%. Con la guerra dei dazi +0,2%
Per il 2025, rispetto a quanto previsto nello scenario di ottobre scorso, si ha una revisione al ribasso della previsione sulla crescita del PIL di -0,3 punti percentuali. Ciรฒ รจ ascrivibile, in (minima) parte, a una revisione al ribasso Istat per i primi due trimestri 2024. In parte, alla debolezza della seconda metร del 2024, non interamente anticipata nel Rapporto di Previsione di ottobre. Inoltre, il quadro macroeconomico che fa da sfondo a questo scenario presenta alcuni elementi di novitร , di tono negativo.
In positivo, agirร il proseguimento del taglio dei tassi da parte della BCE, la cui attesa rimane confermata, e dovrebbe continuare fino a dicembre 2025 portando la politica monetaria al tasso neutrale (si veda il par. 7.3). I tassi di interesse sono scesi molto rispetto al picco, ma gli effetti positivi sulle scelte di consumo delle famiglie e di investimento delle imprese si sono esplicati solo in parte, perchรฉ i tassi sono ancora alti e probabilmente anche perchรฉ le attese di ulteriori tagli potrebbero aver indotto gli operatori economici ad attendere, ove possibile. Riteniamo che la politica monetaria possa esplicare pienamente i suoi effetti soprattutto a partire dallโultimo trimestre del 2025 e lโeffetto positivo massimo dovrebbe persistere nel 2026.
Il reddito disponibile reale delle famiglie รจ risalito, oltre che per il parziale recupero delle retribuzioni in termini reali, grazie allโaumento dellโoccupazione e al calo dellโinflazione, due fenomeni che si attenueranno nel 2025 e 2026. E insieme al calo della propensione al risparmio ci si aspetta che lโaumento del reddito continui a dare un buon contributo alla dinamica dei consumi.
Anche lโimplementazione del PNRR avrร un impatto positivo nel biennio: tra il 2025 e il 2026 le risorse programmate ammontano a circa 130 miliardi. Lโipotesi sottesa allo scenario CSC รจ che venga spesa la metร delle risorse pianificate, circa 65 miliardi, pur riconoscendo la possibilitร che, a consuntivo, la spesa effettiva possa risultare superiore a questa stima. Anche se non verranno spese tutte le risorse del Piano, quelle effettivamente utilizzate daranno un importante contributo, in particolare alla dinamica degli investimenti in costruzioni, invece frenati dal venire meno degli incentivi allโedilizia residenziale. Non ci si attende, invece, una ripresa nell’immediato degli investimenti in impianti e macchinari poichรฉ il Piano Transizione 5.0 si รจ rivelato poco efficace nel 2024 e dovrebbe incidere poco anche nel 2025.
In negativo, agisce lโennesimo rincaro dellโenergia, che non tocca i picchi del 2022 ma minaccia la competitivitร delle imprese italiane e riduce il reddito disponibile delle famiglie.
Ma soprattutto, in negativo sta agendo lโondata di dazi annunciata dallโAmministrazione americana che rischia di destabilizzare lโeconomia mondiale e, in particolare, quella italiana, la cui esposizione รจ elevata, visto che gli USA sono il secondo mercato per i nostri beni. La ripresa del commercio internazionale (si veda il par. 7.1), infatti, รจ prevista piรน lenta di quanto ci si attendesse a ottobre e sarร ancora contenuta nel 2025 e 2026. Lo scenario di previsione incorpora esclusivamente lโimpennata dellโincertezza dovuta ai dazi, sotto lโipotesi di una sua graduale diminuzione a partire da metร 2025. Unโincertezza elevata e persistente rappresenterebbe, invece, un forte limite alla crescita, in quanto influirebbe negativamente sulle decisioni di investi- mento non solo domestiche ma soprattutto internazionali. Nello scenario CSC, invece, non si include lโeffetto di ulteriori dazi e tanto meno contro-dazi.
Congiuntura italiana fiaccaย Nel 4ยฐ trimestre 2024, il PIL italiano รจ aumentato del +0,1%, piรน della stima preliminare (zero). La dinamica dellโeconomia italiana tra ottobre e dicembre dello scorso anno รจ stata sostenuta prevalentemente dal contributo degli investimenti fissi lordi (+0,4%, da -0,4% nel 3ยฐ), mentre la spesa per consumi delle famiglie ha frenato (+0,1%, da +0,4%) e la spesa della PA รจ rimasta ferma (+0,0% da +0,1%). La variazione delle scorte ha contribuito negativamente (-0,4% da +0,4%), in linea con il forte calo della produzione osservato nello stesso trimestre. Nel complesso, il contributo della domanda interna al netto delle scorte รจ stato positivo (+0,5% da +0,1%), quello della domanda estera netta marginalmente favorevole (+0,1% da -0,5%)
Nel 2024, il prodotto italiano รจ cresciuto del +0,7% annuo, grazie a contributi piuttosto diffusi tra le componenti: i consumi delle famiglie (+0,2%), gli investimenti fissi lordi (+0,1%), i consumi collettivi (+0,2%) e le esportazioni nette (+0,4%), che hanno compensato il decumulo di scorte (-0,2%).
Lโereditร statistica molto modesta con cui il PIL entra nel 2025 รจ sostenuta dai consumi totali (+0,4% la variazione acquisita, identica per la spesa delle famiglie e quella della PA) e dagli investimenti (+0,2% acquisito, anche qui identica per quelli in costruzioni e in impianti e mezzi di trasporto). Viceversa, la domanda estera netta agisce negativamente sulla variazione acquisita.
Nel 1ยฐ trimestre del 2025, gli indicatori congiunturali sullโattivitร economica e sulla fiducia di imprese e famiglie fotografano una fase ancora caratterizzata da una debole espansione. LโRTT indexย per lโItalia ha fornito indicazioni di tenue ripresa per gennaio 2025 (+0,2%), dopo il calo registrato tra novembre (-3,4%) e dicembre 2024 (-1,7%), che complessivamente delineano un acquisito nel 1ยฐ trimestre in contrazione (-2,1%). Lโindice PMI composito a febbraio รจ tornato al di sopra della soglia di espansione per la prima volta da ottobre 2024, grazie a una significativa risalita nei primi due mesi del 2025 rispetto al 4ยฐ trimestre 2024. Il credito a imprese e famiglie รจ su valori storicamente bassi, anche se in recupero (si veda il par. 6). Lโinflazione si รจ fortemente attenuata rispetto ai picchi, pur con una risalita di recente.
Prospettive di lento miglioramentoย Nei prossimi due anni, ci si attende che la ripresa dei consumi sarร ulteriormente favorita dallโeffetto ritardato della crescita del reddito disponibile osservata nel 2024 che si consoliderร nel 2025- 2026. Al tempo stesso, si ipotizza che il tasso di risparmio, attualmente su livelli storicamente elevati, si attenui lentamente, per un progressivo diradarsi dellโincertezza e anche per via del calo atteso dei rendimenti sui titoli di Stato. Il credito al consumo verrร a sua volta favorito dai tagli dei tassi di interesse.
Contestualmente, il miglioramento delle condizioni di accesso al credito per le imprese, che finora non รจ stato sfruttato, dovrebbe iniziare a favorirne la capacitร di investimento, in particolare a partire dal 4ยฐ trimestre 2025 quando ci si attende che il livello dei tassi tocchi il minimo. Lo stesso profilo temporale dovrebbe seguire la ripresa del commercio internazionale, per quanto inferiore alla dinamica media di lungo termine. La fiducia degli operatori economici, attualmente penalizzata da una forte incertezza di politica economica (lโEPU index globaleย รจ aumentato del 14,0% a gennaio e del 92,7% dal minimo di settembre 2024), dovrebbe stabilizzarsi una volta cheย gli annunci sui dazi abbiano trovato una eventuale applicazione. Gli incentivi alle imprese e gli investimenti pubblici previsti dal PNRR dovrebbero parzialmente compensare il calo delle costruzioni di tipo abitativo, dovuto al venir meno degli incentivi offerti dal Superbonus quasi completamente esauriti a marzo dello scorso anno.
La dinamica del PIL nel 2025 sarร sostenuta prevalentemente dai consumi delle famiglie (contributo di +0,5%) e in misura minore dai consumi collettivi (+0,1%), dalle esportazioni nette (+0,1% risultante da +0,4% delle esportazioni e -0,3% delle importazioni) e dalla variazione delle scorte (+0,1%). Contribuiranno negativamente solo gli investimenti fissi lordi (-0,2%).
Nel 2026, lโelemento trainante sarร costituito ancora dai consumi delle famiglie (contributo di +0,5%), cui si aggiungeranno la risalita degli investimenti (+0,2%) e la variazione delle scorte (+0,2%), mentre sarร quasi nullo lโapporto dei consumi collettivi e delle esportazioni nette (di cui +0,6% le esportazioni di beni e servizi e -0,6% dovuto allโaumento delle importazioni).
I rischi della previsioneย Nellโattuale contesto, lo scenario previsivo presenta in prevalenza rischi al ribasso. I principali sono:
- Unโeventuale escalation protezionistica, generata da ritorsioni tariffarie tra le principali economie mondiali, minerebbe la struttura stessa degli scambi e della produzione internazionali, con profonde ricadute sul PIL globale, europeo e nazionale. Dโaltra parte, anche il proseguimento per un periodo lungo (oltre la prima metร del 2025) di annunci di dazi seguiti da sospensioni avrebbe lโeffetto di rendere stabilmente elevata lโincertezza con effetti negativi molto simili, anche se meno dirompenti, a quelli derivanti da una โguerra” commerciale.
- Il grande ammontare di risorse del PNRR programmate per il 2025-2026 rende molto sfidante lโobiettivo di una piena attuazione nei tempi previsti, ma anche lโipotesi, sottesa allo scenario di previsione, di una spesa pari alla metร di quella programmata. Qualora questa fosse inferiore a quella ipotizzata, si avrebbe meno spinta sugli investimenti e in generale sul PIL.
- La dinamica dei prezzi al consumo in Italia e in Europa ha intrapreso un percorso di graduale normalizzazione, ma con velocitร molto eterogenee tra paesi: รจ piรน lento nella media dellโEurozona, ancora piรน lento negli USA. Tale processo potrebbe rallentare piรน di quanto atteso, come giร si vede a causa del nuovo rincaro energetico, spingendo la BCE (e la FED) a ritardare il profilo atteso dei tassi di interesse ufficiali, posticipando cosรฌ gli effetti positivi per lโeconomia che deriverebbero da un loro ulteriore taglio. Le eventuali nuove tensioni sui prezzi dovute a fattori geopolitici andrebbero nella direzione di ritardare la discesa di inflazione e tassi.
1.1ย ย ย ย ย ย Il PIL dal lato dellโofferta
Valore aggiunto trainato da servizi ma anche dallโindustria nel 2026ย Dal lato dellโofferta, il valore aggiunto รจ cresciuto debolmente nella seconda metร del 2024 (+0,2% nel 4ยฐ trimestre, dopo -0,1% nel 3ยฐ; Grafico 2). Tale dinamica รจ riconducibile a un improvviso recupero nel settore dellโindustria in senso stret- to (+0,8% da -0,8%) e anche delle costruzioni (+1,2% da -0,8%), mentre quello dei servizi privati รจ stato marginalmente negativo (dopo un +0,3% nel 3ยฐ). ร risultato ancora in calo il valore aggiunto dei servizi pubblici (-0,2%, da -0,2%) e dellโagricoltura (-0,7%, da -0,3%).