Le materie prime aprono la settimana con movimenti contrastanti, influenzati dalle tensioni geopolitiche esplose dopo lโattacco lanciato dagli Stati Uniti contro lโIran e le successive minacce di Teheran sulla possibile chiusura dello Stretto di Hormuz, uno dei principali snodi per il traffico globale di greggio.
Tensioni Usa-Iran, oro in calo ma volano petrolio e gas
Lโoro registra un ribasso dello 0,36%, portandosi a 3.356,19 dollari lโoncia. Il calo del metallo prezioso avviene nonostante lโalta instabilitร internazionale, riflettendo probabilmente una temporanea rotazione degli investimenti verso altre asset class.
Al contrario, il petrolio torna a correre. Il WTI sale dellโ1,15% raggiungendo quota 74,69 dollari al barile, mentre il Brent segna un aumento dellโ1,12% a 77,88 dollari. Nelle ore precedenti, entrambi i benchmark avevano toccato i livelli piรน alti da gennaio, salvo poi ridimensionare i guadagni.
Dall’inizio del conflitto, datato 13 giugno, il Brent ha accumulato un incremento del 13%, mentre il WTI ha consolidato un rialzo attorno al 10%, segno di un mercato petrolifero sempre piรน sensibile ai rischi legati alla sicurezza dei flussi marittimi.
In rialzo anche il gas naturale, che si muove in sintonia con il petrolio. Alla Borsa TTF di Amsterdam, i future registrano un +2% in apertura, con il prezzo che si attesta a 41,90 euro al megawattora. La possibilitร che venga compromesso il transito energetico attraverso il Golfo Persico alimenta i timori su forniture e costi.