L’Australia prosegue lungo la strada del taglio dei tassi d’interesse. La Reserve Bank, al termine della riunione mensile di ieri, ha annunciato la terza riduzione dall’inizio dell’anno, portando il tasso di riferimento dal 3,85% al 3,6%. Si tratta del livello più basso registrato negli ultimi due anni, segnale di una strategia monetaria mirata a sostenere l’economia nazionale in una fase di rallentamento. Ecco il comunicato della Reserve Bamk:
Australia, banca centrale tassi di 25 punti base al 3,6%
“Nella riunione odierna il Consiglio ha deciso di abbassare il tasso di interesse obiettivo di 25 punti base, portandolo al 3,60%.
L’inflazione ha continuato a moderarsi.
L’inflazione è diminuita sostanzialmente dal picco del 2022, poiché i tassi di interesse più elevati hanno contribuito ad avvicinare la domanda aggregata e l’offerta potenziale all’equilibrio. Nel trimestre di giugno, l’inflazione media annua è scesa al 2,7%, sostanzialmente in linea con le previsioni di maggio. L’inflazione complessiva, che è stata in parte influenzata dalle misure temporanee di riduzione del costo della vita, si è attestata al 2,1%, anch’essa in linea con le previsioni. Le previsioni aggiornate dello staff per la riunione di agosto suggeriscono che l’inflazione di fondo continuerà a moderarsi, attestandosi intorno al punto medio del2–3 per centointervallo, con il tasso di interesse di riferimento che si suppone segua un percorso di graduale allentamento.
Le prospettive restano incerte.
L’incertezza nell’economia mondiale rimane elevata. C’è un po’ più di chiarezza sulla portata e l’entità dei dazi statunitensi e sulle risposte politiche in altri Paesi, il che suggerisce che probabilmente si eviteranno esiti più estremi. Ciononostante, si prevede che gli sviluppi delle politiche commerciali avranno ancora un effetto negativo sull’attività economica globale e permane il rischio che famiglie e imprese rinviino la spesa in attesa di una maggiore chiarezza sulle prospettive. Come a maggio, le previsioni presuppongono che entrambi gli effetti pesino sull’attività e sull’inflazione in Australia per un certo periodo.
A livello nazionale, la domanda privata sembra essersi ripresa gradualmente, i redditi reali delle famiglie sono aumentati e alcuni indicatori delle condizioni finanziarie si sono allentati.
Diversi indicatori suggeriscono che le condizioni del mercato del lavoro rimangono leggermente tese, sebbene si siano ulteriormente allentate negli ultimi mesi. Il tasso di disoccupazione è salito al 4,3% nel mese di giugno e si è attestato in media al 4,2% nell’intero trimestre di giugno, in linea con le previsioni di maggio. Le misure di sottoutilizzo della forza lavoro rimangono tuttavia a tassi bassi e le indagini e i contatti tra le imprese suggeriscono che la disponibilità di manodopera rappresenta ancora un vincolo per una serie di datori di lavoro. Guardando alla volatilità trimestrale, la crescita dei salari ha rallentato rispetto al picco, ma la crescita della produttività non ha ripreso vigore e la crescita del costo del lavoro per unità di prodotto rimane elevata.
Vi sono incertezze sulle prospettive dell’attività economica interna e dell’inflazione, derivanti dagli sviluppi sia nazionali che internazionali. Le previsioni pubblicate oggi indicano che la ripresa della crescita dei consumi delle famiglie sarà sostenuta dall’aumento dei redditi reali. Le imprese di alcuni settori, tuttavia, continuano a segnalare che la debolezza della domanda rende difficile trasferire gli aumenti dei costi ai prezzi finali. Vi è il rischio che la crescita dei consumi sia leggermente più lenta del previsto, il che potrebbe pesare sulla crescita della domanda aggregata e portare a condizioni più deboli del mercato del lavoro. In alternativa, con il continuo aumento dei redditi reali e della ricchezza, le famiglie potrebbero scegliere di consumare di più e risparmiare meno del previsto. Anche i risultati del mercato del lavoro potrebbero rivelarsi migliori del previsto, dati i segnali provenienti da una serie di indicatori anticipatori.
Vi sono inoltre incertezze riguardo ai ritardi nell’effetto del recente allentamento della politica monetaria e al modo in cui le decisioni delle aziende in materia di prezzi e salari risponderanno all’equilibrio tra domanda aggregata e offerta potenziale di beni e servizi, alle condizioni del mercato del lavoro e ai risultati ancora deboli in termini di produttività.
La priorità è mantenere la stabilità dei prezzi e la piena occupazione.
Con l’inflazione di fondo che continua a scendere verso il punto medio del2–3 per centoe le condizioni del mercato del lavoro si sono leggermente allentate, come previsto, il Consiglio ha ritenuto opportuno un ulteriore allentamento della politica monetaria. Ciò porta il calo del tasso di interesse di riferimento dall’inizio dell’anno a 75 punti base. Il Consiglio rimane tuttavia cauto sulle prospettive, in particolare alla luce dell’accresciuto livello di incertezza sia sulla domanda aggregata che sull’offerta potenziale. Ha osservato che la politica monetaria è ben posizionata per rispondere in modo deciso agli sviluppi internazionali qualora dovessero avere implicazioni significative per l’attività e l’inflazione in Australia.
Il Consiglio di Amministrazione terrà conto dei dati e dell’evoluzione della valutazione dei rischi per orientare le proprie decisioni. A tal fine, presterà particolare attenzione agli sviluppi dell’economia globale e dei mercati finanziari, all’andamento della domanda interna e alle prospettive di inflazione e del mercato del lavoro. Il Consiglio di Amministrazione è concentrato sul suo mandato di garantire la stabilità dei prezzi e la piena occupazione e farà tutto ciò che riterrà necessario per raggiungere tale risultato”.