martedì 21 Ottobre 2025

Cogliere significative opportunità di sviluppo all’interno della ZES Unica del Mezzogiorno attraverso le nuove misure previste dall’accordo tra Intesa Sanpaolo e Confindustria per la crescita delle imprese siciliane.

Accordo Confindustria – Intesa Sanpaolo: 6 miliardi di euro per accelerare la crescita delle imprese dell’isola

E’ questo il fulcro dell’incontro che si è svolto questa mattina nella sede di Confindustria Siracusa, dove Gian Piero Reale, Presidente di Confindustria Siracusa, e Giuseppe Nargi, Direttore Regionale Campania, Calabria e Sicilia di Intesa Sanpaolo, si sono confrontati con una folta platea di imprenditori locali e hanno ragionato con il Coordinatore della Struttura di Missione ZES Unica del Mezzogiorno, Giuseppe Romano, su come favorire nuovi investimenti delle aziende regionali all’interno dell’area.

Il nuovo accordo quadriennale tra Confindustria e Intesa Sanpaolo per la crescita delle imprese italiane è stato sottoscritto lo scorso gennaio dal Presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, e da Carlo Messina, Consigliere Delegato e Ceo di Intesa Sanpaolo. Il programma nazionale congiunto mette a disposizione 200 miliardi di euro fino al 2028, di cui 6 miliardi alle aziende siciliane, per rilanciare lo sviluppo del sistema produttivo e cogliere le opportunità di Transizione 5.0 e I.A., integrando così le risorse già stanziate dalla Banca per la realizzazione degli obiettivi del PNRR.

Particolare attenzione è stata dedicata alle opportunità offerte dalla Zona Economica Speciale Unica del Mezzogiorno quale leva di stimolo per la crescita in termini di connettività e competitività del tessuto economico siciliano. Sono state presentate misure ad hoc per favorire il supporto a nuovi insediamenti produttivi, all’ampliamento e ammodernamento di quelli esistenti e agli investimenti nel settore energetico, sostenendo così l’attrattività dei territori italiani con posizione strategica per le rotte e gli interscambi internazionali.

Il Sud peraltro rappresenta il punto di partenza del ciclo di incontri destinati alle imprese, testimoniando l’importanza del Mezzogiorno a cui l’accordo riserva complessivamente 40 miliardi di euro, come annunciato a Napoli dal Presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, e dal Responsabile della Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, Stefano Barrese, in occasione del primo incontro territoriale di declinazione dell’accordo.

 

Il protocollo presentato oggi consolida e rinnova la collaborazione tra Intesa Sanpaolo e Confindustria già avviata nel 2009 che, grazie a un volume di crediti erogati al sistema produttivo italiano pari a 450 miliardi di euro in quindici anni, ha contribuito a evolvere il rapporto tra banca e impresa accompagnando i bisogni delle Pmi e delle industrie mature anche nelle fasi più complesse. Tale supporto è sato declinato in numerose iniziative congiunte che, anche attraverso le garanzie governative attivate nelle fasi critiche, hanno consentito di sostenere con nuovo credito decine di migliaia di imprese e prevalentemente Pmi, struttura portante del Made in Italy nel mondo.

 

Le novità riguardano:

Ø la crescita delle imprese del Sud attraverso la valorizzazione della ZES Unica del Mezzogiorno

Ø gli investimenti in nuovi modelli produttivi evoluti ad alto potenziale con particolare attenzione ad Aerospazio, Robotica, Intelligenza Artificiale e Scienze della Vita

Ø l’accelerazione della transizione sostenibile in linea con il Piano Transizione 5.0, dei processi innovativi ad alto contenuto tecnologico, dell’economia circolare verso un bilanciamento energetico ottimale tra fonti energetiche sostenibili

Ø l’impatto in ricerca e innovazione, favorendo la nascita e lo sviluppo di startup e Pmi ad alto contenuto tecnologico anche attraverso soluzioni finanziarie e servizi dedicati

Ø piano per l’Abitare Sostenibile, per facilitare la mobilità e l’attrazione dei talenti nell’industria italiana

Giuseppe Nargi, Direttore Regionale Campania, Calabria e Sicilia di Intesa Sanpaolo: “Il rinnovato accordo con Confindustria, che mette a disposizione delle imprese siciliane 6 miliardi di euro sui 40 complessivi del plafond relativo al Sud Italia, ci permette di rafforzare il sostegno al tessuto produttivo dell’isola. Il sistema economico regionale è caratterizzato dalla presenza di Pmi molto dinamiche che rappresentano una componente essenziale delle filiere industriali dell’intero Mezzogiorno. Intesa Sanpaolo si rivolge a queste aziende per aumentarne la competitività, sfruttando la leva strategica della Zona Economica Speciale Unica e offrendo soluzioni di finanziamento dedicate per incentivare nuovi investimenti sostenibili”.

 

Gian Piero Reale, Presidente di Confindustria Siracusa: “Questo accordo rappresenta un passo concreto per rafforzare la competitività delle nostre imprese, in particolare delle PMI, che ricoprono un ruolo essenziale nel sistema produttivo siracusano e siciliano. Attraverso la ZES Unica e il sostegno di Intesa Sanpaolo, vogliamo creare le condizioni per nuovi investimenti, favorendo la crescita sostenibile e l’innovazione. Le piccole e medie imprese devono poter accedere con facilità a strumenti finanziari e opportunità di sviluppo che le aiutino a crescere, innovare e internazionalizzarsi. Solo così potremo valorizzare pienamente le potenzialità del nostro territorio e generare occupazione di qualità”.

 

Dopo i saluti di Gaetano Vecchio, Presidente di Confindustria Sicilia, Gian Piero Reale, Presidente di Confindustria Siracusa, e Giuseppe Nargi, Direttore Regionale Campania, Calabria e Sicilia di Intesa Sanpaolo, hanno presentato alla folta platea di imprenditori presenti i contenuti dell’accordo. Salvio Capasso, Responsabile Servizio Economia delle Imprese e del Territorio di SRM-Centro Studi collegato a Intesa Sanpaolo, ha evidenziato le peculiarità della ZES Unica del Mezzogiorno nel contesto economico siciliano. A seguire la tavola rotonda che ha visto gli interventi di Natale Mazzuca, Vicepresidente di Confindustria per le Politiche Strategiche per lo sviluppo del Mezzogiorno, e di Giuseppe Romano, Coordinatore della Struttura di Missione ZES Unica del Mezzogiorno.

 

Mezzogiorno e Sicilia in ripresa: la Zes Unica come leva strategica per lo sviluppo territoriale


A cura di SRM – Centro Studi collegato a Intesa Sanpaolo

 

Negli ultimi anni, le performance economiche del Mezzogiorno sono in recupero rispetto al Centro-Nord.
L’indice sintetico dell’economia meridionale ha raggiunto quota 541,3, in aumento di circa 70 punti rispetto al 2019, con un recupero di quasi 3 punti nel differenziale con il Centro-Nord (da 51 a 48,1 p.p.). Con il Mezzogiorno si rafforza anche il ruolo della Sicilia: per il 2024 si stima una crescita del Pil regionale dello 0,9%, lievemente superiore sia al dato della macroarea che a quello nazionale.

La regione esprime il 23,1% del valore aggiunto (vale a dire quasi 102 miliardi di euro) complessivo del Mezzogiorno. La struttura produttiva si caratterizza per un peso maggiore dell’agricoltura e dei servizi rispetto alla media meridionale e la manifattura gioca un ruolo rilevante con 19.722 imprese, oltre 89.000 occupati e 12,2 miliardi di euro di export. La Sicilia si trova oggi di fronte a una sfida storica, ma anche a un’opportunità concreta: valorizzare le sue potenzialità economiche in chiave di sviluppo sostenibile e competitivo. In questo contesto, la ZES Unica rappresenta uno strumento di politica industriale potente e innovativo, capace di trasformare in profondità il tessuto produttivo della regione. Affinché si colgano tutte le opportunità, è importante la presenza di un ecosistema locale che supporti lo strumento e contribuisca ad accrescere le probabilità di successo e le potenzialità di crescita.

Tali forze non mancano sul territorio. La Sicilia si caratterizza per la presenza di diversi pilastri già in evoluzione e potenzialmente rafforzabili grazie alla ZES:

·         4A+Pharma: 1,58 miliardi di euro di valore aggiunto (16% del dato meridionale) e un export internazionale di 5,6 miliardi di euro, il 10% dell’area meridionale.

·         Turismo: 17,3 milioni di presenze, in crescita del 5,5% rispetto al 2023 (media Mezzogiorno +5,1%). La permanenza media è quasi in linea con la media nazionale (3,0 notti contro 3,3); i turisti stranieri sono il 50,1% delle presenze complessive (contro una media Sud del 41,5%; Italia 54,5%). L’indice ICTR – indicatore calcolato da SRM a livello internazionale e che misura la competitività turistica delle regioni – colloca la Sicilia al 32° posto tra 98 regioni di Italia, Spagna, Francia e Germania.

·         Economia del mareporti e underwater: con tre AdSP e 12 porti, la regione movimenta 68,7 milioni di tonnellate di merce, 89.000 TEU ed oltre 17 milioni di passeggeri. La Sicilia è inoltre un hub strategico nazionale nei cavi sottomarini che collegano Europa, Africa e Asia, garantendo connettività ad alta capacità e bassa latenza.

·         Energia e potenziale green: la regione è anche un’importante porta d’accesso per i nuovi flussi energetici, oltre la metà del gas importato via gasdotto dall’Italia è arrivato in Sicilia. Considerando il complesso delle fonti rinnovabili (eolico, fotovoltaico e bioenergie), la Sicilia è la seconda regione del Sud per MW di potenza installata con il 20% del totale.

·         Innovazione e capitale umano: 3.248 imprese innovative, il 57,7% del totale imprese. In crescita il numero di startup (+12,6% rispetto al 2020) e Pmi innovative (+127,3%), con un ecosistema innovativo che si evolve.
Da segnalare, in merito, che in Sicilia si contano 11 Fondazioni ITS per 6 aree tecnologiche.

 

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