sabato 22 Novembre 2025

Secondo la Financial Stability Review di novembre 2023 , pubblicata oggi dalla Banca Centrale Europea (BCE), le prospettive per la stabilità finanziaria dell’area euro rimangono fragili, poiché le condizioni finanziarie più restrittive si stanno propagando sempre più all’economia reale in un contesto di crescita debole, inflazione elevata e accresciute tensioni geopolitiche.

BCE: “La recessione resta possibile”

“Le deboli prospettive economiche insieme alle conseguenze dell’elevata inflazione stanno mettendo a dura prova la capacità delle persone, delle imprese e dei governi di onorare il proprio debito”, ha affermato il vicepresidente della Bce Luis de Guindos. “È fondamentale rimanere vigili mentre l’economia passa a un contesto di tassi di interesse più elevati abbinati a crescenti incertezze e tensioni geopolitiche”.

I mercati finanziari e le istituzioni finanziarie non bancarie – si legge sulla La Financial Stability Review – rimangono altamente sensibili a ulteriori sviluppi negativi e le loro vulnerabilità potrebbero essere esposte a sorprese al ribasso nelle condizioni economiche. Allo stesso tempo, i fondi di investimento e altre istituzioni finanziarie non bancarie rimangono vulnerabili ai rischi di liquidità, credito e leva finanziaria. Ciò evidenzia la necessità di rafforzare la loro resilienza da una prospettiva macroprudenziale.

Sebbene le condizioni finanziarie e creditizie più restrittive si traducano sempre più in costi più elevati per il servizio del debito, il pieno impatto sull’attività economica deve ancora materializzarsi, data una generale estensione delle scadenze dei prestiti in tutti i settori economici quando i tassi di interesse erano molto bassi. Sia i settori finanziari che quelli non finanziari potrebbero dover affrontare sfide future man mano che questi costi aumenteranno. Questo effetto è già visibile nei mercati immobiliari dell’area euro, che stanno attraversando una fase di recessione. Nei mercati immobiliari residenziali, il calo dei prezzi è stato determinato dal deterioramento dell’accessibilità economica dovuto all’aumento dei costi di finanziamento dei mutui ipotecari. Nei mercati immobiliari commerciali, gli effetti dell’aumento dei costi di finanziamento sono stati rafforzati dalla domanda strutturalmente inferiore di uffici e immobili commerciali a seguito della pandemia.

Le banche dell’area euro si sono dimostrate resilienti agli shock successivi alla pandemia e la loro redditività è in aumento. Allo stesso tempo, devono far fronte a venti contrari provenienti da tre fonti principali. In primo luogo, si prevede che i loro costi di finanziamento aumenteranno man mano che trasferiranno gradualmente tassi di interesse più elevati ai depositanti e la composizione dei loro finanziamenti si sposterà dai depositi overnight verso depositi a termine o obbligazioni più costosi. In secondo luogo, è probabile che la qualità degli attivi bancari risenta di una combinazione di maggiori costi del servizio del debito e di un contesto macroeconomico debole. In terzo luogo, la redditività delle banche dovrà far fronte a un sostanziale calo dei volumi di prestito derivante da tassi di prestito più elevati abbinati a una minore domanda di prestiti e a standard di credito più rigorosi.

Nel complesso, il sistema bancario dell’area dell’euro è ben posizionato per resistere a questi rischi. Negli ultimi mesi le autorità macroprudenziali hanno aumentato i requisiti di buffer per rendere le banche più solide. Per contribuire a salvaguardare la resilienza del sistema finanziario, le autorità macroprudenziali dovrebbero mantenere riserve di capitale insieme alle misure esistenti basate sui mutuatari che garantiscono solidi standard di prestito per rendere più facile per le banche affrontare la svolta del ciclo finanziario. Tuttavia, è essenziale che le restanti riforme di Basilea III siano attuate fedelmente e che l’unione bancaria sia completata. Per rafforzare la resilienza del sistema finanziario è ancora necessaria una risposta politica globale e decisiva per affrontare le vulnerabilità strutturali del settore finanziario non bancario, derivanti ad esempio dal rischio di liquidità o dalla leva finanziaria.

 

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