domenica 23 Novembre 2025

I dati forniti ieri dall’ Istat alla commissione Attività produttive della Camera secondo cui le tariffe del mercato libero dell’energia sarebbero in media più care del 56,7% rispetto al mercato tutelato, sono per Assoutenti fuorvianti e rischiano di creare confusione tra i consumatori e i decisori politici.

Bollette, Assoutenti: dati Istat su tariffe mercato libero sono fuorvianti

“Lo studio dell’ Istat è stato condotto su base semestrale e dunque non tiene conto della componente di perequazione che incide pesantemente nel mercato tutelato nei precedenti 6 mesi. Inoltre non specifica adeguatamente le differenze esistenti tra le tipologie di offerte (fissa e variabile) – spiega il presidente Furio Truzzi considerando tali variabili per tutto il 2023, come dimostra un recente studio di ARTE, l’Associazione dei Reseller e Trader Energia effettuato su i dati Arera e del Portale Offerte dell’Acquirente Unico (gli stessi esaminati dall’istat per soli 6 mesi) la tariffa media del mercato libero è di euro 511,97 in confronto a quella del mercato tutelato che è di 754,80 ed è più vantaggiosa per i consumatori che con il mercato libero hanno risparmiato 242,83 pagando il 47% in meno rispetto agli utenti del mercato tutelato”.

“Inoltre va precisato che i contratti a prezzo fisso nel mercato libero, quelli cioè che garantiscono tariffe bloccate per un periodo in genere di 1 o 2 anni, sono estremamente più costosi rispetto al mercato tutelato, e questo perché le società energetiche hanno la necessità di tutelarsi da possibili futuri aumenti delle quotazioni energetiche. Al contrario i contratti di luce e gas a tariffa variabile proposti dagli operatori del mercato libero e tra questi i più importanti che rappresentano il 70% del mercato, risultano più convenienti rispetto alle tariffe del regime di maggior tutela, grazie alla maggiore concorrenza tra fornitori e alla possibilità di aumentare i prezzi in caso di fluttuazioni al rialzo della materia prima energia”.

“In tale contesto affermare che il mercato libero è sempre più costoso del tutelato appare quindi come una informazione non corretta e fuorviante per i consumatori. Il problema vero è l’introduzione di un “tetto” tariffario in caso di speculazioni e congiunture del mercato energetico così come era stato fatto all’epoca del Covid per i dispositivi medici e i presidi igienici e sanitari, ritenendo l’energia un ben primario da tutelare anche nel mercato libero”, conclude Truzzi, che non ci sta a questa “lettura a dir poco miope” di quello che sta succedendo nel mercato dell’energia e intende sollevare un vero e proprio caso nazionale chiedendo la convocazione urgente di Istat al tavolo della Commissione Allerta Rapida Prezzi presieduta dal Garante, al fine di fare piena luce e rassicurare i consumatori in questa fase delicata di transizione tra i servizi di tutela e il mercato libero.

 

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