mercoledรฌ 3 Luglio 2024

Nel 2023 i contribuenti italiani fedeli al fisco hanno subรฌto una pressione fiscale reale del 47,4 per cento: quasi 5 punti in piรน rispetto al dato ufficiale, che lโ€™anno scorso si รจ attestato al 42,5 per cento (vedi Tab. 1).

CGIA: la pressione fiscale sui contribuenti onesti รจ al 47,4%. Dati Mef su evasione autonomi “inattendibili”

A dirlo รจ lโ€™Ufficio studi della CGIA.

โ€ข Perchรฉ questa differenza?

Il nostro Pil, come del resto quello di molti altri Paesi dellโ€™Unioneย Europea, comprende anche gli effetti dellโ€™economia non osservata il cui contributo alle casse dello Stato รจ per definizione nullo. Pertanto, alla luce del fatto che la pressione fiscale รจ data dal rapporto tra le entrate fiscali e il Pil, se da questโ€™ultimo storniamo la componente riconducibile al sommerso, il peso del fisco in capo ai contribuenti onesti sale inevitabilmente, consegnandoci un carico fiscale reale per il 2023 del 47,4 per cento. Si tratta di un livello di 4,9 punti superiore a quello ufficiale che, invece, si รจ attestato al 42,5 per cento.

โ€ข Meno tasse, ma pochi se ne sono accorti

Nel 2023 il prelievo fiscale รจ finalmente sceso: rispetto allโ€™anno precedente la pressione fiscale รจ diminuita di 0,2 punti percentuali, grazie alla rimodulazione delle aliquote e degli scaglioni dellโ€™Irpef e al modesto aumento del Pil. Analogamente, anche nel 2024 il peso complessivo delle tasse e dei contributi sulla ricchezza prodotta nel Paese dovrebbe scendere. Tuttavia, รจ verosimile ritenere che la gran parte degli italiani, purtroppo, non se ne sia accorta, poichรฉ allo stesso tempo, รจ cresciuto il costo delle bollette, della Tari, dei ticket sanitari, dei pedaggi autostradali, dei servizi postali, dei trasporti, etc. Insomma, se le tasse sono diminuite, il peso delle tariffe invece รจ salito creando un effetto distorsivo. In sintesi, i contribuenti non hanno potuto beneficiare pienamente della diminuzione della pressione fiscale perchรฉ, nel frattempo, sono aumentate le tariffe che, a differenza delle tasse, statisticamente non vengono incluse tra le voci che compongono le entrate fiscali.

โ€ข Ecco perchรฉ la pressione fiscale reale รจ al 47,4%ย 

 

Nel 2021 (ultimo dato disponibile) lโ€™economia non osservata ammontava a 192 miliardi di euro (pari allโ€™11,7 per cento del valore aggiunto nazionale) (vedi Graf. 1), di cui 173,8 miliardi erano attribuibili al sommerso economico e altri 18,2 alle attivitร  illegali. Nei dati riportati in questa news, lโ€™Ufficio studi della CGIA ha ipotizzato, prudenzialmente, che lโ€™incidenza dellโ€™economia sommersa e delle attivitร  illegali sul Pil nel biennio 2022-2023 non abbia subito alcuna variazione rispetto al dato 2021.

โ€ข I calcoli del MEF sono comunque esatti


Ribadendo che la pressione fiscale ufficiale รจ data dal rapporto tra le entrate fiscali ed il Pil, se dalla ricchezza del Paese scorporiamo la quota riconducibile allโ€™economia non osservata che non apporta gettito alle casse dello Stato, il Prodotto interno lordo diminuisce (quindi si riduce il valore del denominatore), facendo aumentare il risultato che emerge dal rapporto tra il gettito fiscale e il Pil. Lโ€™Ufficio studi della CGIA tiene comunque a precisare che la pressione fiscale ufficiale calcolata anche dal Ministero dellโ€™Economia e delle Finanze (nel 2023 al 42,5 per cento) rispetta fedelmente le disposizioni metodologiche previste dallโ€™Eurostat.

โ€ข โ€œInattendibiliโ€ invece le stime sullโ€™evasione degli autonomiย 

 

Nei giorni scorsi รจ stato aggiornato il report sullโ€™economia sommersa e sullโ€™evasione fiscale e contributiva presente in Italia. I dati del Ministero dellโ€™Economia e delle Finanze (MEF) stimano in 83,6 miliardi di euro il tax gap presente nel Paese. Sebbene il mancato gettito rispetto agli anni precedenti sia in calo, la tipologia di imposta maggiormente soggetta ad evasione in Italia rimane lโ€™Irpef dei lavoratori autonomi, per un importo pari a 30 miliardi di euro che corrisponde ad una propensione al gap nellโ€™imposta del 67,2 per cento. Questo vuol dire che, secondo i tecnici del MEF, i lavoratori autonomi versano solo un terzo dellโ€™Irpef che teoricamente dovrebbero pagare allโ€™erario. Senza entrare nel merito della metodologia di calcolo utilizzata che, a nostro avviso, appare alquanto discutibile, ci limitiamo a dimostrare lโ€™โ€œinattendibilitร โ€ di questo risultato mediante alcune semplici considerazioni. Secondo le dichiarazioni dei redditi dei lavoratori autonomi in contabilitร  semplificata del Nord (praticamente artigiani e commercianti), nellโ€™anno di imposta 2021 gli stessi hanno dichiarato mediamente 33 mila euro lordi (vedi Tab. 2). Segnaliamo che oltre il 70 per cento di queste partite Iva รจ composto dal solo titolare dellโ€™azienda (in altre parole lavora da solo). Bene. Se, come sostiene il MEF, queste attivitร  evadono poco piรน del 67 per cento dellโ€™Irpef, quanto dovrebbero dichiarare se fossero rispettosi delle richieste dellโ€™erario? Il 115 per cento in piรน, vale a dire poco piรน di 73 mila euro allโ€™anno. Ora, come possono โ€œraggiungereโ€ nella realtร  una soglia di reddito cosรฌ elevata se la stragrande maggioranza lavora da solo, quindi รจ poco piรน di un lavoratore dipendente, e al massimo puรฒ lavorare 10-12 ore al giorno, senza contare che durante questo nastro orario deve rapportarsi anche con i clienti, con i fornitori, con altre aziende, con il commercialista, con la banca, con lโ€™assicurazione e come tutti i comuni mortali, puรฒ infortunarsi, ammalarsi, prendersi delle ferie, etc., etc.?ย 

 

โ€ข La stima sullโ€™evasione non include i โ€œminimiโ€, gran parte dellโ€™agricoltura, i professionisti e il settore domestico

Ovviamente, nessuno puรฒ nascondere che anche tra i lavoratori autonomi ci siano delle sacche di evasione che vanno assolutamente contrastate. Tuttavia, le stime messe a punto dal MEF non convincono, anche alla luce del fatto che lโ€™analisi non include il tax gap riconducibile agli autonomi esclusi dal pagamento dellโ€™Irap. Vale a dire quelli che hanno scelto il regime fiscale dei โ€œminimiโ€, una buona parte delle imprese agricole, i professionisti privi di autonoma organizzazione e il settore dei servizi domestici. Complessivamente stiamo parlando di ben oltre la metร  dei lavoratori indipendenti presente nel nostro Paese (circa 2,5 milioni). Ebbene, se fosse considerata anche lโ€™evasione di questi ultimi, che picco toccherebbe lโ€™evasione del cosiddetto popolo delle partite Iva? Appare pertanto evidente che i dati presentati dal MEF nei giorni scorsi siano poco โ€œattendibiliโ€.ย 

 

 

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