Redazione Soldi365.com Joerg Eberhart, amministratore delegato e direttore generale di Ita Airways, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera. Le sue parole:
ITA Airways, il Ceo Eberhart: “Nuovi voli e più produttività, così nel 2027 saremo in utile”
“C’è un bel po’ di lavoro da fare, ma i fondamentali della compagnia sono buoni e con lo sforzo di tutti si possono fare utili. Il profitto è possibile – esordisce Eberhart -. Com’è andato il I trimestre a co-gestione Mef-Lufthansa? Il fatturato è stato di 637 milioni, di cui 558 milioni di ricavi passeggeri. L’Ebit? È negativo. Non c’è ancora un numero perché mancano delle voci da calcolare. Che azienda ho trovato al mio insediamento? Una realtà con una squadra molto professionale e motivata, che sa quello che fa. Anche se con processi non tutti già strutturati come in un’impresa matura. C’è un potenziale da sviluppare. Su cosa si baserà il prossimo piano industriale? Ci stiamo lavorando con il Mef, ne discuteremo anche con i sindacati. Stiamo pensando a un mix di nuovi mercati e potenziamento di rotte già esistenti. Quante nuove rotte? Abbiamo individuato 5 nuovi collegamenti intercontinentali interessanti e faremo una valutazione. Verso dove? C’è qualche tratta sul Nord America che ci manca. Poi molto dipende dalla situazione della Russia: nel caso dovessi tornare a sorvolare il Paese ci sarebbero delle destinazioni interessanti in Asia. A regime quanto peserà il contributo di Lufthansa e della joint venture transatlantica sul fatturato di Ita? In gran parte non è misurabile. Dovrebbe comunque essere un contributo di oltre cento milioni all’anno”.
“Abbiamo dovuto cedere alcuni slot a Milano Linate? Non tutti gli slot che Ita aveva prima erano di utile – prosegue il CEO di Ita -. Ci hanno fatto un favore? Non proprio. Chi ha preso gli slot ci sta facendo concorrenza diretta su alcune rotte. Per esempio? È il caso di Klm. Ha ottenuto qualche slot e ha spostato a Linate i voli per Amsterdam che operava a Malpensa. Così abbiamo perso tutto il beneficio. Tutti i rimedi ci costano qualcosa sia sul corto che sul lungo raggio. Rinunciamo a Malpensa? I voli intercontinentali di Alitalia lì non hanno mai funzionato. Oggi c’è già tanta concorrenza. Se si avviano i voli intercontinentali su Malpensa bisognerebbe affiancare una rete di “alimentazione” con collegamenti medi e brevi. Non è fattibile per noi: abbiamo un centinaio di aerei”.
“Come si deve posizionare Ita? Deve toccare livelli più alti di soddisfazione del cliente – aggiunge Eberhart – . A che punto siamo? C’è un’evoluzione positiva, ma non siamo ancora sui livelli dei vettori migliori del gruppo Lufthansa. Dobbiamo vedere cosa possiamo cambiare sul lato operativo. I vettori si concentrano sempre di più sui costi? La disciplina sui costi è la base. Bisogna guardare alla produttività di un aeromobile, quante ore fa al giorno. Poi c’è la questione dei contratti. Contento dell’attuale produttività degli aerei? Si può fare un po’ di più. Siamo soddisfatti sui jet di lungo raggio. Un po’ meno su quelli dei voli brevi e medi, anche per i problemi ai motori. Siamo un po’ limitati inoltre dalle poche “onde” sull’hub di Fiumicino”.
“Che Ebit auspico nel 2025? Vorrei andare almeno a +50 milioni, sarebbe un bel risultato. Ma dipende molto cosa succede nella seconda metà dell’anno. L’utile vero? Nel 2027, se tutto va come previsto. Ma vorrei un miglioramento anche su altri aspetti come il ‘Net promoter score’ (misura la soddisfazione del cliente, ndr) e l’indice di innovazione digitale”, conclude Eberhart.
