Negli ultimi dieci anni ha chiuso i battenti una stalla italiana su cinque (20%) a causa dellโeffetto combinato dei cambiamenti climatici, dei bassi prezzi pagati agli allevatori e dellโassedio degli animali selvatici. Eโ quanto emerge dal rapporto โLa Fattoria Italia a rischio crackโ diffuso dalla Coldiretti e dallโAssociazione Italiana Allevatori (Aia) sulla base di dati dellโAnagrafe nazionale zootecnica in occasione di SantโAntonio Abate, il Patrono degli animali, con il presidente della Coldiretti Ettore Prandini in Piazza San Pietro a Roma dove per la tradizionale benedizione sono arrivate le razze piรน rare e curiose di mucche, asini, pecore, capre, galline e conigli. Una ricorrenza che vede in tutta Italia parrocchie di campagne e cittร prese dโassalto per la benedizione dalla variegata moltitudine di esemplari presenti sul territorio nazionale.
S.Antonio, Coldiretti – AIA: addio a 1 stalla su 5, mucche e pecore in piazza San Pietro
In piazza San Pietro presenti grazie ad Aia โ riferisce Coldiretti โ dalla capra girgentana della Sicilia dalle lunghissime corna attorcigliate alla chianina che รจ la piรน grande razza bovina del mondo, dal cavallo Tolfetano tipico dei butteri laziali fino allโasino Amiatino che pare fossero stati i fenici nellโantichitร a portare in Africa da dove รจ giunto in Toscana sul monte Amiata. Ma anche โ continua la Coldiretti โ bovini di razza Frisona che รจ la piรน diffusa nel mondo per la produzione di latte quelli di razza Marchigiana e la pecora Sarda che produce il rinomato Pecorino Romano Dop ma anche il Cavallo Agricolo Italiano da Tiro Pesante Rapido utilizzato in passato per i lavori agricoli e adesso per le attivitร nelle aziende agrituristiche.
Nel giro di un decennio, dal 2013 al 2023, sono scomparsi quasi 90mila allevamenti โ sottolinea Coldiretti โ di cui 46mila stalle di mucche, 31mila di maiali e 12mila di pecore. Un addio che โ precisa la Coldiretti โ ha riguardato soprattutto la montagna e le aree interne piรน difficili dove mancano ormai le condizioni economiche e sociali minime per garantire la permanenza di pastori e allevatori, spesso a causa dei bassi prezzi e per la concorrenza sleale dei prodotti importati dallโestero. Ma a pesare โ continua Coldiretti โ sono anche i cambiamenti climatici che tagliano la produzione di mais e foraggi per gli animali, tra devastanti siccitร e ondate di maltempo, senza dimenticare la pressione degli animali selvatici che distruggono i raccolti nelle aree interne rendendo sempre piรน difficile e costoso sfamare i capi allevati. Un fenomeno che mette in pericolo lโintero patrimonio caseario tricolore con 580 specialitร casearie tra 55 Dop (Denominazione di origine controllata) e 525 formaggi tipici censiti dalle Regioni
Il venir meno della presenza degli agricoltori nelle aree interne e della loro costante opera di manutenzione del territorio rende โ spiega Coldiretti โ piรน devastanti gli effetti del dissesto idrogeologico e accentua la tendenza allโabbandono dei piccoli centri con meno di 5mila abitanti, dove nel giro di un anno si รจ giร registrato lโaddio di oltre 35mila residenti, secondo lโanalisi della Coldiretti sugli ultimi dati Istat relativi alla popolazione residente
Ma a rischio โ denuncia la Coldiretti โ รจ anche la straordinaria biodiversitร delle stalle italiane che Aia (Associazione italiana allevatori) in collaborazione con Coldiretti vuole tutelare attraverso il progetto Leo, acronimo di โLivestock Environment Opendataโ con una grande banca dati sugli animali in pericolo. Ad esempio, si stanno valorizzando ben 58 razze bovine per un totale di oltre 3 milioni e 130 mila animali, 46 ovine (oltre 52 mila e 800 animali) e 38 caprine (121 mila animali)
Lโallevamento italiano โ continua la Coldiretti โ รจ un importante comparto economico che rappresenta il 35% dellโintera agricoltura nazionale, per una filiera che vale circa 40 miliardi di euro, con un impatto rilevante dal punto di vista occupazionale dove sono circa 800mila le persone al lavoro sullโintera filiera
โQuando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado dei territori soprattutto in zone svantaggiateโ ha ricordato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.