venerdì 5 Luglio 2024

Le nuove misure adottate dal Governo per mitigare l’impatto dei costi dell’energia per imprese e famiglie sono ancora insufficienti e vanno fortemente potenziate, a cominciare dalla necessità di reintrodurre i crediti d’imposta energetici e di azzerare gli oneri generali di sistema per il settore elettrico, analogamente a quanto fatto per il gas: è quanto si legge in una nota di Confcommercio in audizione sul Dl Energia davanti alle Commissioni Finanze e Attività produttive della Camera.

Decreto Energia, Confcommercio: “Urgente ripristino crediti d’imposta e azzeramento oneri di sistema”

Nonostante il trend dei valori delle materie prime energetiche abbia imboccato, nel primo semestre dell’anno, un percorso di progressiva normalizzazione – prosegue la nota – i prezzi delle forniture al dettaglio permangono ancora su livelli eccezionalmente alti rispetto a quelli pre-crisi. La spesa energetica delle imprese del terziario di mercato risulterà infatti, nel 2023, maggiore del 44% rispetto a quella del 2019. Questi dati – annota Confcommercio – richiamano innanzitutto la necessità di un intervento di sterilizzazione degli oneri generali di sistema elettrici per imprese e famiglie che occorrerà mantenere in essere fintantoché non si giungerà ad una stabilizzazione dei prezzi.

Analogamente, occorrerà ripristinare i crediti d’imposta energetici, proprio in considerazione del divario emerso tra il prezzo dell’energia elettrica nel trimestre di riferimento e i valori registrati nel 2019. Occorre inoltre ripristinare le scadenze originariamente previste per usufruire dei crediti d’imposta relativi al primo e secondo trimestre 2023, alla luce delle modifiche introdotte dal recente “decreto proroghe”.

Per Confcommercio, il costo della sterilizzazione degli oneri e del ripristino dei crediti d’imposta potrebbe trovare adeguata copertura finanziaria anche nelle risorse derivanti dai proventi delle aste ETS versati dal GSE alla tesoreria dello Stato. Stando agli ultimi dati, da gennaio a giugno 2022, l’Italia ha collocato le quote di emissione di CO2 ad un prezzo medio di 82 €/tCO2, generando proventi pari, al 30 giugno 2022, a circa 10,4 miliardi di euro.

Occorre poi – conclude Confcommercio – sbloccare i fondi già previsti a sostegno delle comunità energetiche e procedere speditamente sul fronte dell’attuazione delle misure contenute nel nuovo Capitolo RePowerEU del PNRR avviando, da subito, gli interventi di accompagnamento della transizione green del settore produttivo e di impulso all’autoproduzione da fonti rinnovabili e assicurando la loro effettiva inclusività, settoriale, dimensionale e territoriale.

 

 

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