giovedรฌ 31 Luglio 2025

Chiusi il 2023 e i primissimi mesi del 2024 con un mercato delle costruzioni in flessione ma con valori contenuti sugli alti livelli raggiunti nel 2022, i prossimi mesi del 2024 e il 2025 segneranno una piรน decisa inversione di ciclo frutto di una doppia tensione: da un lato la forte caduta della riqualificazione edilizia, dallโ€™altro lโ€™ingresso in fase realizzativa di una eccezionale quantitร  di opere pubbliche. Lโ€™eccezionale crescita delle seconde non compensa perรฒ la caduta della prima, ma determinerร  diversi scenari di domanda. E certo dal 2026 in poi anche questa voce segnerร  lโ€™ingresso in una nuova fase. E’ quanto emerge dal Rapporto Cresme,ย  presentato oggi a Roma.

Cresme, nel 2024 mercato costruzioni a 95 miliardi. Prima di Superbonus e bonus facciate valeva annualmente 28 miliardi di euro

La dimensione della contrazione della riqualificazione รจ la questione sul tappeto e sono sufficienti due numeri per spiegarla: prima di superbonus e bonus facciate, tra 2023 e 2019, il mercato degli interventi incentivati in riqualificazione edilizia e energetica valeva annualmente 28 miliardi di euro correnti allโ€™anno; nel 2024 si รจ arrivati a quasi 95 miliardi e nel 2023 a quasi 84 miliardi. รˆ evidente che, finiti i super-incentivi, se va bene si tornerร  ai livelli del 2019, sempre che le condizioni rimangano quelle di allora. Altrimenti bisognerร  fare altri conti, come sembra probabile.

Le opere pubbliche hanno visto aggiudicati 50 miliardi di lavori nel 2021, 59 nel 2022 e 91 nel 2023, numeri eccezionali, anche in questo caso, rispetto ai 15 miliardi di lavori allโ€™anno aggiudicati mediamente dal 2012 al 2019. Qui la partita รจ certamente realizzativa, dato che la metร  delle aggiudicazioni del 2023 e un terzo di quelle del 2022, ha a che fare con il PNRR e si dovrebbero chiudere entro il 2026 (o 2027 se ci sarร  la proroga). Saremo in grado? E cosa succederร  se le criticitร  realizzative prevarranno con i contratti in essere? Inoltre cominciano a manifestarsi primi segnali negativi riguardanti i flussi di cassa che sembrano essere molto meno fluidi di prima. Con tutto quello che questo puรฒ significare.

Che il contenzioso sia uno dei temi dei prossimi due tre anni ci sembra, come previsto, un dato di fatto: lโ€™incertezza รจ sulle dimensioni che potrร  raggiungere, sia sul piano degli incentivi sia nelle opere pubbliche. Le recenti ipotesi retroattive rispetto agli incentivi fiscali di certo non aiutano a rendere tranquilla la situazione.

Inoltre le costruzioni con il superbonus sono diventate lโ€™orco cattivo dellโ€™economia italiana, quando si puรฒ dimostrare che la quota degli investimenti incentivati andati alle imprese di costruzioni si possa stimare tra il 20 e il 25% del totale, il resto รจ andato a industria, commercio, progettisti e piattaforme tecnologiche, banche e intermediari finanziari, e IVA, IRPEF e Oneri Sociali. Insomma, a tutta lโ€™economia.

Nel frattempo in Europa รจ stata approvata la direttiva โ€œCase greenโ€, con il voto negativo di Italia e Ungheria, e ora abbiamo due anni per definire come raggiungere gli obiettivi che lโ€™Europa pone. Si tratta di obiettivi performanti che richiedono una nuova stagione di investimenti e rispetto ai quali sarร  utile riflettere visto che il valore dellโ€™investimento per raggiungere il 16% di riduzione dei consumi (prima fase obiettivo) richiederebbe miliardi di euro. (Nel Rapporto congiunturale presenteremo le nostre stime).

Il Paese intanto si confronta con un contesto internazionale difficilissimo e con previsioni economiche che, a differenza del passato, cominciano ad essere molto diverse tra i vari previsori: per FMI nel 2026 il PIL dellโ€™Italia dovrebbe crescere solo dello 0,2%. Del resto il problema del debito sembra tornare al primo posto riducendo la capacitร  di spesa pubblica, in attesa del giudizio dellโ€™Europa che potrebbe rendere lo scenario piรน difficile.

Il settore ha migliorato la produttivitร  e registrato dinamiche di crescita sul piano delle tecnologie impiegate. Tema strategico questo anche per il solo fatto che sarร  obbligatoria da gennaio 2025 la presentazione dei progetti in BIM per le opere pubbliche sopra il milione di euro e che nel mondo dei fondi di investimento le valutazioni ESG stanno condizionando lโ€™erogazione delle risorse. Nei prossimi 10-15 anni una parte importante della domanda e dellโ€™offerta delle costruzioni sarร  protagonista di una grande rivoluzione.

Questi e molti altri temi saranno affrontati nel XXXVI Rapporto Congiunturale e Previsionale CRESME, in una analisi indispensabile per prendere decisioni tattiche e strategiche e fondamentale per chi vuole essere analiticamente aggiornato sugli scenari e sui cambiamenti del mercato.

 

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