martedรฌ 1 Aprile 2025

Si รจ svolta presso l’Aula Magna dellโ€™Universitร  Bocconi, a Milano, lโ€™Assemblea 2024 di Assolombarda. Lโ€™assise, dal titoloย โ€œLโ€™Impresa che รจ in noiโ€, รจ stata aperta, questโ€™anno – alla presenza di rappresentanti delle istituzioni e della comunitร  degli imprenditori di Milano, Monza e Brianza, Pavia e Lodi – dal โ€œcortoโ€ istituzionaleย โ€œLโ€™impresa che รจ in noi. Persone. Lavoro. La nostra arteโ€, promosso dallโ€™Associazione per rappresentare lโ€™orgoglio industriale oltre che lโ€™innovazione, lโ€™impegno e la passione dei suoi protagonisti.

Assolombarda, Spada: “Urgente spending review e riduzione pressione fiscale, introdurre mini Ires”

Oltre al presidenteย Alessandro Spadaย sono intervenuti allโ€™Assemblea Generale il rettore dellโ€™Universitร  Bocconi,ย Francesco Billari, il sindaco di Milano,ย Giuseppe Sala, e il presidente di Regione Lombardia,ย Attilio Fontana. Hanno concluso i lavori il ministro delle Imprese e del Made in Italy,ย Adolfo Urso, e il presidente di Confindustria,ย Emanuele Orsini.

โ€œLA NOSTRA IMPRESA รˆ IL MOTORE CHE AGGANCIA Lโ€™ITALIA AL CUORE DELLโ€™EUROPAโ€

Il presidente Spada ha avviato la sua relazione evocando unaย โ€œnuovaโ€ Europa:ย โ€œUnโ€™Europa del fare, autonoma, che mantenga saldi i suoi pilastri di democrazia liberale, cultura del mercato, welfare. Un continente che non si risparmi mai per rafforzare la sicurezza industriale e la competitivitร . E la nostra impresa รจ il motore che aggancia lโ€™Italia al cuore dellโ€™Europaโ€.ย โ€œLโ€™Unione europeaย – ha aggiunto il presidente di Assolombarda –ย รจ il perimetro minimo di azione e ragionamento ma occorre realizzare una nuova strategia industriale che superi gli ostacoli che hanno limitato la crescita negli ultimi 30 anni. In questo secolo, del resto, lโ€™Europa perde terreno: nel 1990 lโ€™Unione Europea, infatti, valeva oltre il 23% del PIL mondiale. Oggi รจ al 14%โ€.

“QUESTO TERRITORIO, SE FOSSE UNA NAZIONE, SAREBBE DECIMO IN EUROPA PER PIL: รˆ GRAZIE AL NOSTRO MODELLO INDUSTRIALE”

Il presidente Spada si รจ poi soffermato sulย ruolo della Lombardia e del territorio di Assolombarda nello scenario europeo:ย โ€œSe la considerassimo come unโ€™economia nazionale, sui 27 Paesi dellโ€™Unione Europea, la Lombardia sarebbe decima per PIL (con 480,6 miliardi di euro nel 2023), subito dopo lโ€™Irlanda e prima di Paesi come Austria, Danimarca, Finlandia. Piรน del doppio della Grecia. Piรน del 58% di questo valore รจ generato dai territori raccolti in Assolombarda: Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia. Lโ€™economia lombarda performa meglio delle principali economie europee: rispetto al pre-Covid19, questo territorio รจ quello che sia in valori assoluti sia in valori pro-capite รจ cresciuto piรน di tutti. Tra il 2019 e il 2023 il Pil della Lombardia รจ, infatti, cresciuto del +6,7%. Mentre lโ€™Italia ha fatto + 4,6%. La Spagna +3,6%. La Francia +2,4%. La Germania solo +0,5%. ย La competitivitร  della Lombardia si riflette innanzitutto sui mercati internazionali con un valore di export pari a 163,6 miliardi di euro (2023) sui 626,2 dellโ€™Italia, che a sua volta ha registrato un record incredibile, giร  da alcuni anni. Anche in questo caso lโ€™economia lombarda fa una performance migliore di Paesi interi come Ungheria, Danimarca, Portogallo, Finlandia. I territori di Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia, in tutto questo, fanno di export piรน del 13% a livello nazionale e piรน del 50% a livello regionale (82,2 miliardi di euro)โ€.ย โ€œSiamo convintiย – ha aggiunto Spada –ย che dentro questi dati ci sia un nostro modello industriale fondato sulla qualitร , sullโ€™innovazione, sulla diversificazione dei prodottiโ€.

“SUPERARE GABBIA ISTITUZIONALE UE E ‘PESO’ DELLA BUROCRAZIAโ€

La relazione ha anche trattato lโ€™impatto sullโ€™economia di alcune โ€œgabbieโ€, facendo riferimento allaย regola del voto allโ€™unanimitร ย e alย โ€˜pesoโ€™ specifico della burocrazia:ย โ€œLe istituzioni europee hanno affidato a personalitร  come Mario Draghi ed Enrico Letta due rapporti strategici per il rilancio della competitivitร  e il completamento del mercato unico nellโ€™Unione. Ma cโ€™รจ il forte rischio che questi buoni propositi restino solo sulla carta. Dobbiamo superare la gabbia istituzionale europea in cui ci troviamo oggi e che non ci consente di decidere. Dobbiamo superare, dunque, la regola del voto allโ€™unanimitร . Non possiamo piรน permetterci che il nostro continente si riduca solo a uno spazio di regole. Dal 2019 ad oggi, gli Stati Uniti hanno emanato circa 3.500 testi di legge e sono state approvate circa 2.000 risoluzioni a livello federale. Nello stesso periodo lโ€™UE ha prodotto circa 13.000 norme. Lโ€™ambizione deve essere unโ€™Europa pragmatica, al servizio della crescita e non della burocrazia. Noi, imprenditori di questo Paese, lo sappiamo meglio di tutti. Il costo della burocrazia sulla nostra vita รจ pari a quasi 60 miliardi di euro lโ€™anno ovvero piรน del 3% del PIL! Ecco, nel 2023 lโ€™Italia ha speso lโ€™1,5% del PIL per la difesa. Gli Stati Uniti e la Nato ci chiedono di arrivare almeno al 2% del PIL.ย  Basterebbe, quindi, che per la difesa usassimo 1/4 dei soldi che oggi spendiamo in burocrazia e saremmo a postoโ€.

“URGENTE SPENDING REVIEW E RIDUZIONE DELLA PRESSIONE FISCALE. INTRODURRE LA MINI IRES”

Il presidente Spada si รจ anche soffermato sul tema dellaย pressione fiscale:ย โ€œรˆ dal 2006 che registriamo una incidenza sul PIL sistematicamente superiore a quella della media dellโ€™Unione europea. Bene il taglio strutturale del cuneo fiscale. Ma chiediamo al Governo, che ha ancora davanti a sรฉ tre anni e altrettante leggi di bilancio, di lavorare con coraggio ad un doppio percorso: il primo di spending review per quelle voci che non contribuiscono al rilancio strutturale dellโ€™economia ed il secondo, parallelo, di riduzione della pressione fiscale. Aspettiamo lโ€™introduzione della mini-Ires.ย Purtroppo, ad oggi il principale intervento sul reddito di impresa รจ stata lโ€™abrogazione dellโ€™ACE, che aveva aiutato le nostre aziende a patrimonializzarsiโ€.

โ€œAUTOMOTIVE: RINVIARE LO STOP AL MOTORE ENDOTERMICO DEL 2035. A RISCHIO FINO A 40MILA POSTI DI LAVORO IN ITALIA”

Ampio spazio nella relazione รจ stato riservato allaย โ€œrigiditร  decisionaleโ€ย del nostro continente, che non โ€œtiene conto del rischio di tagliarci fuori dalla competizione globale con le nostre stesse maniโ€. Ne รจ un esempio lโ€™impatto di alcune scelte sullโ€™industria dellโ€™auto.ย โ€œIl compartoย – ha dichiarato il presidente Spada –ย suona una sveglia di concretezza per tutti in Europa. Pensiamo davvero di riuscire a vincere la sfida dellโ€™elettrico davanti alla Cina? Ricordo che nel 2008 nel Vecchio Continente si produceva quasi il 31% del totale mondiale di veicoli, mentre in Cina il 13%. Nel 2023 lโ€™Europa ha prodotto quasi il 19% di veicoli. La Cina il 32%. La Germania rimane il mercato estero principale per la nostra regione โ€“ con un valore totale di 20 miliardi โ€“ ma la crisi si vede: – 1,8 miliardi di euro di vendite nel 2023. In tanti, inascoltati, abbiamo espresso scetticismo per le modalitร  imposte da Bruxelles rispetto alla fine del motore endotermico. Questa non รจ una โ€˜transizioneโ€™: perchรฉ sono imposti obiettivi ambiziosi, tempi non coerenti e lโ€™uso di una sola tecnologia โ€“ lโ€™elettrico โ€“ per cui servono materie prime e componenti che lโ€™Europa non possiede. Facciamo un passo avanti e diciamo chiaramente una veritร : la โ€˜data decisivaโ€™ del 2035 non sarร  rispettata. In Europa, la transizione verso lโ€™elettrico potrebbe mettere a rischio fino a mezzo milione di posti di lavoro. In Italia fino a 40.000 posti di lavoro in tutta la filiera al 2030 e si stima un calo di fatturato di 7 miliardi di euro per il settore della componentisticaโ€.

“LE IMPRESE SONO ALL’AVANGUARDIA NELLA SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE, SOCIALE ED ECONOMICA”

La relazione del presidente Spada ha tracciato anche ilย modello di sostenibilitร  promosso dalle imprese. โ€œContinuare a ignorare i tre pilastri fondamentali della transizione – neutralitร  tecnologica, oggettivitร  scientifica e gradualitร  – comporta con certezza il rischio di uscire dal mercato per fondamentali settori della nostra industria: non solo automotive ma โ€“ riferendomi soprattutto a questo territorio – anche metallurgia, agroalimentare, packaging, trattamento rifiuti. Senza queste industrie non potremmo raggiungere gli obiettivi di riciclo imposti dallโ€™Europa. Obiettivi rispetto ai quali noi โ€“ piรน di chiunque altro โ€“ siamo allโ€™avanguardia. Gli imprenditori di questo territorio sono veri e propri inventori, precursori di sostenibilitร . Una sostenibilitร  ambientale certo, ma allo stesso tempo economica e sociale. Per noi la sostenibilitร  non รจ un vincolo o un obbligo di legge. รˆ un vero e proprio vantaggio competitivo. A Milano, per esempio, la facciamo con la prima tecnologia per il recupero di qualsiasi metallo, comprese le materie rare dalle acque reflue. O ancora con la prima pompa centrifuga per convertire la plastica non riciclabile in bio-olio. ย A Monza e nella Brianza fino ad arrivare a Pavia la facciamo con un eccellente ecosistema di rigenerazione della natura, con ettari ed ettari di terreni recuperati alla biodiversitร . E da Pavia fino a Lodi, invece, con uno dei centri piรน importanti nazionali per il recupero degli oli esausti e solventiโ€.

“RIDURRE IL FABBISOGNO DI MATERIE PRIME ATTRAVERSO RICICLO E CIRCOLARITร€, NOSTRO PUNTO DI FORZA”

Lโ€™intervento ha, poi, toccato il gap europeo diย materie prime:ย โ€œLโ€™Europa, su questo tema, รจ fortemente dipendente dalle importazioni. La Commissione Europea ne ha individuate 34 critiche, dal nichel al silicio fino alle terre rare. Oltre un terzo di questi materiali proviene dalla Cina come principale fornitore, a prezzi che i concorrenti non riescono a sostenere. Quindi – prima di ogni altra cosa – dobbiamo ridurre il fabbisogno attraverso riciclo e circolaritร  che รจ uno dei nostri punti di forza, ma anche diversificando le forniture e aumentando, quanto possibile, la capacitร  produttiva europeaโ€.

“UN FONDO COMUNE A LIVELLO EUROPEO PER LE TRANSIZIONI. QUELLA ECOLOGICA SIA DAVVERO INDUSTRIALE”

Secondo il presidente Spada, inoltre, โ€œper affrontare le sfide delle transizioni e la competizione con Stati Uniti e Cina, serve innanzitutto un fondo comune a livello europeo e poi serve che sia allโ€™altezza.ย Prendiamo il Chips Act che ha lโ€™obiettivo di aumentare dal 10% al 20% la quota europea nella produzione globale di semiconduttori entro il 2030. Direzione giusta. Ma lโ€™Unione Europea dovrebbe investire oltre 260 miliardi di dollari, quasi 6 volte tanto lโ€™ammontare che Bruxelles ha annunciato e che รจ in gran parte affidato alle finanze degli Stati membri. La Presidente von der Leyen ha dichiarato che nei primi 100 giorni di mandato della nuova Commissione sarร  presentato il Clean Industrial Deal come parte essenziale della strategia verde dellโ€™Europa. Ci auguriamo che sia il passaggio verso una transizione ecologica davvero industriale. In questo piano, o ci sarร  un cambiamento dei progetti attuali secondo un paradigma realistico e realizzabile, oppure il rischio di deserto industriale sarร  concretoโ€.

“IL NUCLEARE FONTE IMPRESCINDIBILE PER LA TRANSIZIONE ENERGETICA: PORTERA’ VANTAGGI ECONOMICI E OCCUPAZIONALI”

Il tema delย nucleareย รจ stato uno dei punti cardine della relazione:ย โ€œGarantisce la piรน alta produzione energetica a fronte della minore emissione di CO2 e ci permette di ridurre lโ€™esposizione ai rischi geopolitici. รˆ una prioritร  importante per il nostro territorio: 2/3 del fabbisogno nazionale di energia viene dal Nord Italia, che puรฒ far meno affidamento su alcune fonti rinnovabili, come, per esempio, lโ€™eolico. In Cina poche settimane fa sono stati approvati ben 11 nuovi reattori nucleari e si stima che la loro costruzione durerร  5 anni. Apprezziamo lโ€™impegno da parte del Governo di arrivare ad un quadro giuridico entro la fine dellโ€™anno, cosรฌ come lโ€™impegno del MIMIT di realizzare una newco italiana con partnership tecnologica straniera per i reattori di terza generazione. Serve perรฒ anche una precisa pianificazione finanziaria e operativa. Il nucleare รจ una fonte imprescindibile – insieme al gas naturale, alle rinnovabili, allโ€™idrogeno – per assicurare una strategia di transizione energetica. Intanto, gli studi ci dicono che 20 impianti small modular reactor porterebbero a piรน di 50 miliardi di euro di PIL aggiuntivi, attivando fino a 117.000 occupati dal 2030 al 2050โ€.

โ€œSENZA ENERGIA NON ESISTE INTELLIGENZA ARTIFICIALE, BUROCRAZIA OSTACOLO ALLO SVILUPPO TECNOLOGICOโ€

โ€œNegli ultimi mesi abbiamo visto annunci di aziende come Amazon e Microsoft che intendono utilizzare lโ€™energia nucleare per alimentare i loro data center. Microsoft vuole puntare sullโ€™Italia piรน di 4 miliardi. Questo significa che bisogna preparare una filiera di costruzioni, di infrastrutture e permessi energetici, di autorizzazioni per i data center. Gli Stati Uniti lo stanno facendo. La prioritร  sono le infrastrutture e le imprese, non lโ€™iper-regolamentazione. I dati certificano un impressionante ritardo rispetto agli USA. I tre principali operatori cloud americani hanno oltre il 65% del mercato globale ma anche di quello europeo. Il piรน grande operatore cloud europeo rappresenta appena il 2% del mercato dellโ€™UE. Per temi di frontiera, come le tecnologie quantistiche, le aziende europee attirano solo il 5% dei finanziamenti privati globali, contro il 50% delle aziende degli Stati Uniti. La burocrazia รจ un costo insopportabile per lo sviluppo tecnologico. Per le grandi imprese, per le PMI, per le startupโ€.

โ€œSUPERARE UN APPROCCIO SULLโ€™ANTITRUST FOCALIZZATO SU UN CONSUMATORE CHE ESISTE SOLO NELLA TEORIAโ€

Il presidente Spada ha auspicato che il 2025 sia, per lโ€™Europa e lโ€™Italia, lโ€™anno per un cambio di rotta per ilย rilancio della competitivitร :ย โ€œSe davvero vogliamo rendere lโ€™Europa competitiva, superiamo questo approccio sullโ€™antitrust fissato su un consumatore che esiste solo nella teoria. Un antitrust che valuta le operazioni solo sulla base del mercato europeo, come se lโ€™intero pianeta si riducesse allโ€™Europa. Se Airbus, infatti, anche proprio per la sua scala, rimane un caso di successo industriale europeo, lโ€™approccio della Commissione ha bloccato e disincentivato le aggregazioni con spalle larghe abbastanza da affrontare la competizione globale. I casi piรน importanti degli ultimi anni sono noti. Lโ€™operazione Siemens-Alstom nellโ€™industria ferroviaria, le continue difficoltร  che hanno fatto naufragare lโ€™acquisizione dei cantieri navali francesi da parte di Fincantieri, lโ€™operazione nel campo finanziario con Deutsche Bรถrse e London Stock Exchange. Fino ad arrivare allโ€™attualitร  con le vicende di una banca di Milano, la Unicredit, e quella di Francoforte, la Commerzbank. Dobbiamo liberarci delle diffidenze politiche interneโ€.

“SERVONO INVESTIMENTI: NON POSSIAMO FERMARCI ORA, รˆ IL MOMENTO DI CORRERE DI PIร™”

Lโ€™intervento ha anche sottolineato lโ€™importanza degliย investimenti:ย โ€œRispetto al quarto trimestre 2019, quindi prima della pandemia, nel secondo trimestre di quest’anno l’Italia ha accresciuto in termini reali i suoi investimenti in macchinari e impianti del 10,1%. In Spagna sono diminuiti del 4,5%, in Francia del 4% e in Germania del 9,9%. Anche grazie al Piano Industria 4.0, l’Italia ha portato la sua quota di investimenti in macchinari e tecnologie sul Pil dal 6,1% del 2014 al 7,2% del 2019 fino al 7,6% nel 2023. Questo รจ stato il vero segreto della nostra capacitร  industriale. Qualche giorno fa il presidente del consiglio per la digitalizzazione di Francia ha detto che gli imprenditori al mondo che piรน di tutti lโ€™hanno impressionato sono quelli lombardi. Lโ€™Europa deve fare ancora molto per essere competitiva: i circa 800 miliardi aggiuntivi di investimenti allโ€™anno stimati da Mario Draghi sono quasi il 5% del PIL europeo e oltre un terzo del PIL italianoโ€.

“HA RAGIONE IL PRESIDENTE MATTARELLA: IL PAESE PAGA OGGI TROPPI INTERESSI RISPETTO AL REALE LIVELLO DI SOSTENIBILITร€ DEL DEBITO”

Il presidente Spada ha anche parlato delย debito pubblicoย e sui passi in avanti fatti dal Paese:ย โ€œCome ha sottolineato con la consueta autorevolezza il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, lโ€™Italia si presenta a questโ€™appuntamento come โ€˜debitore onorabile, con una storia trentennale di avanzi pubblici primari annui, con un debito pubblico cresciuto in larga misura, dal 1992, principalmente a causa proprio degli interessiโ€™. Nel 2023 lโ€™Italia ha certificato un debito accumulato di oltre 2.800 miliardi di euro. La Francia di circa 3.100 miliardi di euro. Piรน dellโ€™Italia, dunque. La Germania di oltre 2.600 miliardi di euro. Poco meno di noi. A fronte di questo il nostro Paese ha pagato in interessi poco meno di quanto ne abbiano pagati insieme Germania e Francia: 78,6 miliardi di euro nel 2023 contro gli 84,4 di Francia e Germania insieme. In sostanza, il nostro Paese paga oggi troppi interessi sul debito rispetto al reale livello di sostenibilitร  del debito stesso. Non si considerano in alcun modo i progressi fatti negli ultimi anni, in particolare dalla pandemia in poi, verso una maggiore stabilitร  finanziaria. La fotografia delle agenzie di rating internazionali รจ in parte fuorvianteโ€.

“PATTO DI STABILITAโ€™: PREMIARE I PAESI CHE PRODUCONO AVANZO PRIMARIO”

โ€œNel nuovo patto di stabilitร  e crescita รจ positiva la maggiore enfasi sulla spesa primaria netta come unico indicatore di bilancio per il monitoraggio della sostenibilitร  del debito di un Paese. Il Patto di stabilitร  avrebbe bisogno di un sistema di incentivi che premi veramente la politica da โ€˜debitore onorabileโ€™ di cui ha parlato il Presidente Mattarella. Aggiungo allora una proposta che รจ anche una provocazione! Seguendo il ragionamento di prima, bisognerebbe inserire una regola aggiuntiva: non appena un Paese produce un avanzo primario superiore allo 0,5% del PIL, la BCE si impegna ad acquistare e mantenere per 10 anni lo stesso equivalente in valore di titoli pubblici di quel Paeseโ€.

“TRANSIZIONE 5.0 รˆ MISURA A RISCHIO: OBIETTIVI GIUSTI E CONDIVISIBILI MA MODALITร€ DISINCENTIVANTI”

โ€œLa misura, arrivata con troppo ritardo, non sta decollando. Secondo Ucimu, finora sono arrivate richieste per soli 70 milioni di crediti d’imposta di cui 45 milioni giร  fruibili ma siamo ben lontani dai 6,3 miliardi di incentivo potenzialmente utilizzabili entro la fine del prossimo anno. Il motivo lo sappiamo tutti e lo abbiamo detto in molte occasioni: la burocrazia. Tempistiche stringenti non calibrate sulla reale messa a regime degli investimenti; complessitร  di procedure e vincoli; incertezze tecniche. Lo sappiamo: sono risorse europee e avete negoziato a lungo con Bruxelles. Ma proprio noi abbiamo dato con Industria 4.0 un esempio virtuoso. Possibile che non si riesca a replicare un modello vincente che ha dimostrato di funzionare cosรฌ bene al punto che solo noi in Europa abbiamo continuato ad investire nonostante la tempesta di crisi degli ultimi anni? Allora chiediamo di costituire subito una task force per gestire con flessibilitร  le tante domande di chiarimento da parte delle imprese. E di prevedere al piรน presto una serie di interventi di semplificazione che consentano effettivamente il decollo della misura. Partiamo dal meccanismo di prenotazione dei fondi e dalla individuazione delle finestre di ammissibilitร  degli investimenti.

“DUE RICHIESTE AL GOVERNO: SCARICARE A TERRA IL PNRR ED EMANARE AL PIร™ PRESTO IL DECRETO SALVA MILANO”

โ€œE, poi, chiediamo al Governo di intervenire su due questioni strategiche. Occorre scaricare a terra, in fretta, il PNRR, perchรฉ diventi PIL. E, inoltre, รจ necessario emanare il cosiddetto decreto Salva Milano e risolvere il prima possibile lโ€™interpretazione sulle norme edilizie ed urbanistiche che stanno bloccando la cittร โ€.

“LE IMPRESE SONO PRONTE A FARE LA LORO PARTE NELLโ€™OFFRIRE OPPORTUNITร€ DI CRESCITA A DONNE E GIOVANI. TUTELARE LE START UP INNOVATIVE”

Il presidente ha concluso la sua relazione parlando deiย giovani:ย โ€œQuesto territorio, per crescere, per guidare lโ€™Italia e lโ€™Europa, ha bisogno di loro. In Lombardia, il rapporto tra over 65 e la fascia da 15 a 64 anni salirร  dallโ€™attuale 37% a quasi il 60% nel 2050. Non ci sono facili soluzioni per affrontare lโ€™inverno demografico. Ma possiamo e dobbiamo fare tutto quello che รจ nelle nostre possibilitร  per attingere dal bacino di giovani e โ€“ aggiungo – donne che oggi non provano neanche ad entrare nel mercato del lavoro. Il 9,1% di NEET tra i giovani (15-24 anni) e il tasso di occupazione femminile appena al 61,9% sono condizioni che non possiamo permetterci. Le imprese sono pronte a fare la loro parte, nellโ€™offrire opportunitร  di crescita professionale per le donne e i giovani. Lโ€™Europa, al contempo, deve diventare un terreno fertile per la nascita di tante nuove imprese, oltre che per la crescita di quelle esistenti. In tal senso, chiediamo al Governo di rivedere la barriera allโ€™ingresso nella costituzione dโ€™impresa che prevede – entro due anni dallโ€™iscrizione al registro delle startup innovative – di avere un capitale sociale di almeno 20.000 euro e un dipendente. Questa previsione potrebbe far saltare fino al 70% delle startupโ€.

 

 

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