La Stampa ha intervistato il Ministro del Lavoro, Marina Calderone, che martedì presenterà la versione finale del decreto attuativo che introduce la patente a punti.
Calderone: “La patente nei cantieri ridurrà le vittime. Da alcuni sindacati troppa ipocrisia”
“Sicuramente non è uno strumento per dare un punteggio alla vita umana, perché la vita non si misura a punti e anche un solo morto è una perdita incalcolabile e una sconfitta per tutti – spiega Calderone -. La patente costituirà, dal 1° ottobre, un titolo obbligatorio il cui possesso abilita imprese e lavoratori autonomi a operare nei cantieri temporanei o mobili a qualsiasi titolo. L’obiettivo è la sicurezza, da conseguire anche attraverso la formazione. In pratica, è un sistema di qualificazione delle imprese che rispettano le regole. Ma non potremo avvicinarci all’obiettivo ‘zero morti’ senza coinvolgere tutte le parti. Da un lato interveniamo, con misure anche restrittive, perché i datori di lavoro siano responsabilizzati e sanzionati, laddove sia accertata una violazione, dall’altro facciamo in modo che i lavoratori vengano formati a una sempre maggiore consapevolezza nella valutazione dei pericoli”.
“Di fatto la vita dei lavoratori viene calcolata a punti? Tutt’altro. Il punteggio riguarda le aziende. È un metro della sicurezza che le imprese sono in grado di garantire, in ragione di una serie di parametri che comprendono la loro storia e la progressione dell’attività nel tempo. Il che si traduce in una doppia fotografia: quella statica include l’età dell’impresa e la storia pregressa, quella dinamica valorizza l’osservanza delle regole e gli investimenti in sicurezza. Il nostro è un approccio pragmatico, non ideologico. Norme vessatorie o solo repressive servono fino a un certo punto, mentre rischiano di penalizzare imprese oneste, che investono sul futuro dei loro dipendenti e collaboratori”.
“Per Cgil e Uil prendo in giro i lavoratori e la patente è inutile? È un’accusa singolare, non immune a una certa ipocrisia. Nel 2011 le organizzazioni sindacali avevano apposto la loro firma su un documento che prevedeva uno strumento, cito testualmente, che ‘operi per mezzo di un punteggio iniziale che misuri l’idoneità’ delle imprese, ‘soggetto a decurtazioni a seguito di accertate violazioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro’. A quanti oggi lamentano che la patente si applichi solo all’edilizia, il che peraltro non è vero in prospettiva, ricordo che i sindacati avevano controfirmato una ‘patente a punti edile’. E coloro che oggi accusano il Ministro di sottovalutare la vita umana avevano immaginato, nel caso di infortuni mortali, una decurtazione di 10 punti. Nella nostra patente a crediti la decurtazione equivalente sarà 20, il doppio”.
“Quanto più è grave la perdita e profondo il dolore, tanto più bisogna avere rispetto delle parole che si usano – conclude Calderone -. La stessa attenzione dev’essere usata verso i numeri: 1.041 morti nel 2023 sono 1.041 morti di troppo, ma chi è intellettualmente onesto non può non riconoscere l’impegno e la determinazione con cui, attraverso una pluralità di interventi e azioni, si è contribuito a ridurre l’incidenza degli infortuni mortali in valore assoluto rispetto agli anni pre-Covid, e al 2022 in rapporto alla platea di occupati da 53 a 44 punti per milione in un anno. Quando si parla di morti sul lavoro, è scorretto brandire emotivamente i numeri, e poi negare le statistiche”.