Il ministro del Lavoro Marina Calderone ha concesso una lunga intervista a La Verità. Le sue parole rilasciate a Tobia De Stefano:
Calderone: “Un milione di posti di lavoro in più anche grazie alla riforma del Rdc”
“L’opposizione lamenta l’eccesso di precarietà? Anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo discorso di fine anno ha sottolineato i dati positivi sull’occupazione – ha spiegato Calderone -. Ovviamente c’è sempre da migliorare per quanto concerne il lavoro stabile, quello femminile e quello giovanile. Ma siamo fieri – come governo – di aver raggiunto il massimo tasso di occupazione nella storia d’Italia. Secondo le proiezioni di Unioncamere, nel 2025 il governo supererà il milione di posti di lavoro creati nei tre anni di governo Meloni? Noi siamo sempre molto prudenti e parliamo solo sui dati consolidati. Di sicuro l’obiettivo è creare oltre un milione di nuovi posti nell’arco della legislatura e i dati ci fanno ben sperare”.
“Perché la ricetta del salario minimo non la convince? È una proposta che forse ‘funziona’ da un punto di vista della comunicazione, ma che avrebbe una portata limitata: riguarderebbe pochi lavoratori, certamente meritevoli di attenzione, ma penso sempre che la strada maestra sia la contrattazione tra le parti sociali, sia di primo che di secondo livello – ha aggiunto il ministro -. Il salario minimo non è lo strumento adatto per fare crescere gli stipendi, perché riduce gli spazi reali di contrattazione sulle retribuzioni. I sindacati lo sanno”.
“Per aumentare i salari puntate sul rinnovo dei contratti e l’incremento della produttività? Ci sono dei limiti strutturali del sistema Paese che non si superano con la bacchetta magica – ha proseguito Calderone – Serve tempo ma i dati – come quelli del gettito fiscale – sono incoraggianti. Proprio questi numeri ci dimostrano che la collaborazione tra le parti sociali aiuta i lavoratori ad avere buste paghe più pesanti e le imprese sulla produttività. Da Cgil e Uil non sembra arrivare una grande collaborazione? La conflittualità sindacale storicamente non aiuta i lavoratori e nel lungo termine nemmeno i sindacalisti. Autorevoli esponenti delle opposizioni hanno messo in evidenza il ruolo esclusivamente ‘politico’ di taluni esponenti dei sindacati, che tra le altre cose mi sembra mettano in difficoltà soprattutto il campo delle opposizioni. Tecnicamente mi limito a dire che sui tavoli concreti ho sempre trovato grande disponibilità al dialogo. Poi, certo, davanti le telecamere vediamo un altro film. Ci sta. Fa parte del gioco democratico”.
“I numeri dicono che si è ridotto il supporto alla povertà o che persone che prima venivano sussidiate senza averne reale bisogno sono state costrette a trovarsi un lavoro? La migliore risposta a questa domanda la trova nei dati sull’occupazione – risponde il ministro del Lavoro –. Quando sono arrivata al ministero il primo dossier sul tavolo era il superamento del reddito di cittadinanza. Lo abbiamo superato senza ‘rivolte sociali’ e anzi abbiamo accompagnato tante persone verso il mondo del lavoro. I numeri ci dicono proprio questo: siamo passati dall’assistenzialismo al lavoro. Ovviamente abbiamo tutelato le persone più fragili, che meritano sempre una particolare attenzione dello Stato”.