Nei primi due anni di governo Meloni1, segnala lโUfficio studi della CGIA, lโoccupazione in Italia eฬ cresciuta complessivamente di 847mila unitaฬ (+3,6 per cento).
CGIA: con Governo Meloni +847mila occupati. Tra i dipendenti +937mila posti fissi e -266mila precari
Di questi nuovi posti di lavoro, 672mila sono lavoratori dipendenti e 175mila autonomi.
โข In aumento i posti fissi, in calo i โprecariโ
Focalizzando lโattenzione sui lavoratori dipendenti, lo stock di coloro che in questโultimo biennio dispone di un contratto a tempo indeterminato eฬ aumentato di 937mila unitaฬ, mentre i lavoratori con un contratto a termine sono diminuiti di 266mila (vedi Tab. 2). Pertanto, lโincidenza percentuale di lavoratori subordinati che attualmente possiede un contratto di lavoro precario eฬ scesa al 14,4 per cento (-2 punti rispetto a ottobre 2022). Sempre nello stesso periodo, i disoccupati sono diminuiti a 1.473.000 (-496mila) e gli inattivi a 12.538.000 (-198mila).
Nei primi due anni di governo Meloni1, segnala lโUfficio studi della CGIA, lโoccupazione in Italia eฬ cresciuta complessivamente di 847mila unitaฬ (+3,6 per cento). Di questi nuovi posti di lavoro, 672mila sono lavoratori dipendenti e 175mila autonomi.
โข In aumento i posti fissi, in calo i โprecariโ
Focalizzando lโattenzione sui lavoratori dipendenti, lo stock di coloro che in questโultimo biennio dispone di un contratto a tempo indeterminato eฬ aumentato di 937mila unitaฬ, mentre i lavoratori con un contratto a termine sono diminuiti di 266mila (vedi Tab. 2). Pertanto, lโincidenza percentuale di lavoratori subordinati che attualmente possiede un contratto di lavoro precario eฬ scesa al 14,4 per cento (-2 punti rispetto a ottobre 2022). Sempre nello stesso periodo, i disoccupati sono diminuiti a 1.473.000 (-496mila) e gli inattivi a 12.538.000 (-198mila).
โข Il contributo alla crescita eฬ venuto dagli over 50
Analizzando lโandamento occupazionale degli italiani per fasce di etaฬ, scorgiamo che la coorte che in termini assoluti ha dato in questi ultimi due anni il contributo maggiormente positivo eฬ stata quella degli over 50. Degli 847mila nuovi occupati registrati nel Paese, ben 710mila (pari allโ83,8 per cento del totale) appartengono alla fascia piuฬ anziana della popolazione lavorativa. Seguono quella tra i 25 e i 34 anni di etaฬ che sono cresciuti di 184mila unitaฬ e quella dei giovani tra i 15-24 anni che sono aumentati di 18mila unitaฬ. Solo la coorte anagrafica tra i 35-49 anni ha subito una contrazione negativa pari a 66mila lavoratori. Secondo lโUfficio studi della CGIA, le ragioni di questo risultato vanno ricercate nellโinvecchiamento progressivo anche della popolazione lavorativa che sta ingrossando la fascia di etaฬ piuฬ elevata e nellโallungamento dellโetaฬ lavorativa che negli ultimi anni ha frenato il pensionamento di tantissimi operai e impiegati. Ma lโaspetto piuฬ determinante eฬ riconducibile al fatto che le imprese sono sempre piuฬ orientate ad assumere persone con esperienza che, in linea di massima, offrono maggiori garanzie di affidabilitaฬ e di sicurezza. Questa tendenza eฬ avvalorata anche dalla riduzione del numero dei disoccupati e degli inattivi presenti tra gli over 50. In questi ultimi 24 mesi, infatti, la contrazione in questa fascia di etaฬ eฬ stata la piuฬ elevata di tutte in termini percentuali (-28,6 per cento) per 136mila disoccupati in meno.
โข La CIG, peroฬ, da questโanno eฬ in deciso aumento, soprattutto al Nord
Dallโanalisi della CIG autorizzata negli ultimi due anni scorgiamo un andamento altalenante che da sempre eฬ legato alla stagionalitaฬ. Tuttavia, dallโinizio del 2024 il monte ore mensile risulta essere mediamente piuฬ elevato di quello registrato nellโanno precedente. Dallโottobre del 2022, comunque, la punta massima eฬ stata toccata nel gennaio di questโanno (quasi 48 milioni di ore autorizzate), successivamente cโeฬ stata una costante discesa fino ad aprile, a maggio eฬ tornata a salire fino a 46,3 milioni per poi crollare ad agosto, attestandosi a 23,8 milioni di ore. A settembre (ultimo dato Inps disponibile) cโeฬ stata una forte impennata fino a raggiungere i 43,6 milioni di ore autorizzate. Un dato, stando alle crisi occupazionali scoppiate in queste ultime settimane, che dovrebbe essere destinato a salire stabilmente negli ultimi mesi di questโanno (vedi Graf. 1). A livello di ripartizione geografica, durante lโestate 2023 e a partire da febbraio di questโanno sia il Nordovest che il Nordest presentano un monte ore autorizzato superiore alle altre due circoscrizioni. Un dato che rimane in linea anche a settembre dove a Nordest il picco sfiora i 17 milioni di ore, mentre nel Mezzogiorno eฬ a poco sopra i 7 milioni.
โข I nuovi occupati soprattutto al Sud
Rispetto alla rilevazione eseguita precedentemente che era di fonte Istat e misurata con una cadenza mensile, per analizzare lโandamento occupazionale avvenuto a livello regionale abbiamo preso i dati medi annuali forniti da Prometeia. Per lโanno 2022 e 2023, anche lโistituto di ricerca bolognese ha preso come riferimento le statistiche dellโIstat, per lโanno 2024, invece, ha realizzato una stima previsionale. Pertanto, i dati regionali di fonte Prometeia – sia sullโaumento dellโoccupazione sia sulla diminuzione della disoccupazione – non corrispondono con quelli nazionali dellโIstat, sebbene confermino il trend registrato nella nostra elaborazione su dati Istat. Premesso cioฬ, tra il 2022 e il 2024 eฬ la Sicilia che dovrebbe registrare il numero piuฬ elevato di nuovi posti di lavoro pari a 133.600 (+10 per cento). Seguono la Lombardia con +125.700 (+2,8 per cento), la Campania con +89.900 (+5,5 per cento), il Lazio con +76.500 (+3,3 per cento) e il Piemonte con 71.600 (+4 per cento). Tra le quattro ripartizioni geografiche presenti in Italia, il Mezzogiorno – grazie al buon andamento delle esportazioni, delle costruzioni e degli investimenti pubblici correlati al Pnrr โ parerebbe registrare lโincremento occupazionale piuฬ importante dโItalia, con quasi 350mila addetti in piuฬ negli ultimi due anni (vedi Tab. 12). Anche per quanto concerne la contrazione dei disoccupati, sarebbe sempre il Sud la macro area piuฬ dinamica del Paese, con una riduzione delle persone che cercano una occupazione pari a 113mila unitaฬ. In valore assoluto a guidare la graduatoria regionale dovrebbe essere la Sicilia con -36.800 disoccupati. Seguono la Puglia con -35.600 e la Lombardia con -34.600 (vedi Tab. 13). Questi ultimi dati, infine, trovano una ulteriore conferma dallโanalisi del tasso di disoccupazione che dovrebbe subire le riduzioni piuฬ importanti in Sicilia (-3,1 per cento), in Sardegna (-3 per cento) e in Puglia (-2,6 per cento).
โข Alcune riflessioni conclusive
In questi primi due anni di governo, i risultati ottenuti in materia di lavoro sono stati certamente positivi, anche se il merito eฬ riconducibile piuฬ agli imprenditori che alla politica. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che con una crescita che in questi ultimi due anni eฬ stata molto contenuta, allโaumento dellโoccupazione non eฬ corrisposto un incremento altrettanto importante della produttivitaฬ, almeno nel settore dei servizi e del terziario. Pertanto, gli stipendi degli italiani, che mediamente sono al di sotto della media europea, non crescono adeguatamente e questo rimane un problema che va โaggreditoโ rinnovando i contratti nazionali alla scadenza e continuando a tagliare strutturalmente il carico fiscale che grava sugli stessi. Ora, la forte caduta della produzione industriale e il deciso aumento del ricorso alla cassa integrazione non fanno presagire nulla di buono. Se non vogliamo scivolare verso una crisi strisciante che โ a seguito delle tensioni geopolitiche, del calo demografico e della transizione digitale e climatica – avvolge la Germania e in parte anche la Francia, dobbiamo spendere bene e presto i soldi del Pnrr. Con la messa a terra entro il 2026 dei 130 miliardi di euro che abbiamo ancora a disposizione, possiamo dare un contributo importante allโammodernamento del Paese ed evitare una nuova crisi che, ai piuฬ, sembra essere alle porte.