mercoledรฌ 15 Ottobre 2025

Nei primi due anni di governo Meloni1, segnala lโ€™Ufficio studi della CGIA, lโ€™occupazione in Italia eฬ€ cresciuta complessivamente di 847mila unitaฬ€ (+3,6 per cento).

CGIA: con Governo Meloni +847mila occupati. Tra i dipendenti +937mila posti fissi e -266mila precari

Di questi nuovi posti di lavoro, 672mila sono lavoratori dipendenti e 175mila autonomi.

โ€ข In aumento i posti fissi, in calo i โ€œprecariโ€

Focalizzando lโ€™attenzione sui lavoratori dipendenti, lo stock di coloro che in questโ€™ultimo biennio dispone di un contratto a tempo indeterminato eฬ€ aumentato di 937mila unitaฬ€, mentre i lavoratori con un contratto a termine sono diminuiti di 266mila (vedi Tab. 2). Pertanto, lโ€™incidenza percentuale di lavoratori subordinati che attualmente possiede un contratto di lavoro precario eฬ€ scesa al 14,4 per cento (-2 punti rispetto a ottobre 2022). Sempre nello stesso periodo, i disoccupati sono diminuiti a 1.473.000 (-496mila) e gli inattivi a 12.538.000 (-198mila).

Nei primi due anni di governo Meloni1, segnala lโ€™Ufficio studi della CGIA, lโ€™occupazione in Italia eฬ€ cresciuta complessivamente di 847mila unitaฬ€ (+3,6 per cento). Di questi nuovi posti di lavoro, 672mila sono lavoratori dipendenti e 175mila autonomi.

โ€ข In aumento i posti fissi, in calo i โ€œprecariโ€

Focalizzando lโ€™attenzione sui lavoratori dipendenti, lo stock di coloro che in questโ€™ultimo biennio dispone di un contratto a tempo indeterminato eฬ€ aumentato di 937mila unitaฬ€, mentre i lavoratori con un contratto a termine sono diminuiti di 266mila (vedi Tab. 2). Pertanto, lโ€™incidenza percentuale di lavoratori subordinati che attualmente possiede un contratto di lavoro precario eฬ€ scesa al 14,4 per cento (-2 punti rispetto a ottobre 2022). Sempre nello stesso periodo, i disoccupati sono diminuiti a 1.473.000 (-496mila) e gli inattivi a 12.538.000 (-198mila).

โ€ข Il contributo alla crescita eฬ€ venuto dagli over 50

Analizzando lโ€™andamento occupazionale degli italiani per fasce di etaฬ€, scorgiamo che la coorte che in termini assoluti ha dato in questi ultimi due anni il contributo maggiormente positivo eฬ€ stata quella degli over 50. Degli 847mila nuovi occupati registrati nel Paese, ben 710mila (pari allโ€™83,8 per cento del totale) appartengono alla fascia piuฬ€ anziana della popolazione lavorativa. Seguono quella tra i 25 e i 34 anni di etaฬ€ che sono cresciuti di 184mila unitaฬ€ e quella dei giovani tra i 15-24 anni che sono aumentati di 18mila unitaฬ€. Solo la coorte anagrafica tra i 35-49 anni ha subito una contrazione negativa pari a 66mila lavoratori. Secondo lโ€™Ufficio studi della CGIA, le ragioni di questo risultato vanno ricercate nellโ€™invecchiamento progressivo anche della popolazione lavorativa che sta ingrossando la fascia di etaฬ€ piuฬ€ elevata e nellโ€™allungamento dellโ€™etaฬ€ lavorativa che negli ultimi anni ha frenato il pensionamento di tantissimi operai e impiegati. Ma lโ€™aspetto piuฬ€ determinante eฬ€ riconducibile al fatto che le imprese sono sempre piuฬ€ orientate ad assumere persone con esperienza che, in linea di massima, offrono maggiori garanzie di affidabilitaฬ€ e di sicurezza. Questa tendenza eฬ€ avvalorata anche dalla riduzione del numero dei disoccupati e degli inattivi presenti tra gli over 50. In questi ultimi 24 mesi, infatti, la contrazione in questa fascia di etaฬ€ eฬ€ stata la piuฬ€ elevata di tutte in termini percentuali (-28,6 per cento) per 136mila disoccupati in meno.

โ€ข La CIG, peroฬ€, da questโ€™anno eฬ€ in deciso aumento, soprattutto al Nord

Dallโ€™analisi della CIG autorizzata negli ultimi due anni scorgiamo un andamento altalenante che da sempre eฬ€ legato alla stagionalitaฬ€. Tuttavia, dallโ€™inizio del 2024 il monte ore mensile risulta essere mediamente piuฬ€ elevato di quello registrato nellโ€™anno precedente. Dallโ€™ottobre del 2022, comunque, la punta massima eฬ€ stata toccata nel gennaio di questโ€™anno (quasi 48 milioni di ore autorizzate), successivamente cโ€™eฬ€ stata una costante discesa fino ad aprile, a maggio eฬ€ tornata a salire fino a 46,3 milioni per poi crollare ad agosto, attestandosi a 23,8 milioni di ore. A settembre (ultimo dato Inps disponibile) cโ€™eฬ€ stata una forte impennata fino a raggiungere i 43,6 milioni di ore autorizzate. Un dato, stando alle crisi occupazionali scoppiate in queste ultime settimane, che dovrebbe essere destinato a salire stabilmente negli ultimi mesi di questโ€™anno (vedi Graf. 1). A livello di ripartizione geografica, durante lโ€™estate 2023 e a partire da febbraio di questโ€™anno sia il Nordovest che il Nordest presentano un monte ore autorizzato superiore alle altre due circoscrizioni. Un dato che rimane in linea anche a settembre dove a Nordest il picco sfiora i 17 milioni di ore, mentre nel Mezzogiorno eฬ€ a poco sopra i 7 milioni.

โ€ข I nuovi occupati soprattutto al Sud

Rispetto alla rilevazione eseguita precedentemente che era di fonte Istat e misurata con una cadenza mensile, per analizzare lโ€™andamento occupazionale avvenuto a livello regionale abbiamo preso i dati medi annuali forniti da Prometeia. Per lโ€™anno 2022 e 2023, anche lโ€™istituto di ricerca bolognese ha preso come riferimento le statistiche dellโ€™Istat, per lโ€™anno 2024, invece, ha realizzato una stima previsionale. Pertanto, i dati regionali di fonte Prometeia – sia sullโ€™aumento dellโ€™occupazione sia sulla diminuzione della disoccupazione – non corrispondono con quelli nazionali dellโ€™Istat, sebbene confermino il trend registrato nella nostra elaborazione su dati Istat. Premesso cioฬ€, tra il 2022 e il 2024 eฬ€ la Sicilia che dovrebbe registrare il numero piuฬ€ elevato di nuovi posti di lavoro pari a 133.600 (+10 per cento). Seguono la Lombardia con +125.700 (+2,8 per cento), la Campania con +89.900 (+5,5 per cento), il Lazio con +76.500 (+3,3 per cento) e il Piemonte con 71.600 (+4 per cento). Tra le quattro ripartizioni geografiche presenti in Italia, il Mezzogiorno – grazie al buon andamento delle esportazioni, delle costruzioni e degli investimenti pubblici correlati al Pnrr โ€“ parerebbe registrare lโ€™incremento occupazionale piuฬ€ importante dโ€™Italia, con quasi 350mila addetti in piuฬ€ negli ultimi due anni (vedi Tab. 12). Anche per quanto concerne la contrazione dei disoccupati, sarebbe sempre il Sud la macro area piuฬ€ dinamica del Paese, con una riduzione delle persone che cercano una occupazione pari a 113mila unitaฬ€. In valore assoluto a guidare la graduatoria regionale dovrebbe essere la Sicilia con -36.800 disoccupati. Seguono la Puglia con -35.600 e la Lombardia con -34.600 (vedi Tab. 13). Questi ultimi dati, infine, trovano una ulteriore conferma dallโ€™analisi del tasso di disoccupazione che dovrebbe subire le riduzioni piuฬ€ importanti in Sicilia (-3,1 per cento), in Sardegna (-3 per cento) e in Puglia (-2,6 per cento).

โ€ข Alcune riflessioni conclusive

In questi primi due anni di governo, i risultati ottenuti in materia di lavoro sono stati certamente positivi, anche se il merito eฬ€ riconducibile piuฬ€ agli imprenditori che alla politica. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che con una crescita che in questi ultimi due anni eฬ€ stata molto contenuta, allโ€™aumento dellโ€™occupazione non eฬ€ corrisposto un incremento altrettanto importante della produttivitaฬ€, almeno nel settore dei servizi e del terziario. Pertanto, gli stipendi degli italiani, che mediamente sono al di sotto della media europea, non crescono adeguatamente e questo rimane un problema che va โ€œaggreditoโ€ rinnovando i contratti nazionali alla scadenza e continuando a tagliare strutturalmente il carico fiscale che grava sugli stessi. Ora, la forte caduta della produzione industriale e il deciso aumento del ricorso alla cassa integrazione non fanno presagire nulla di buono. Se non vogliamo scivolare verso una crisi strisciante che โ€“ a seguito delle tensioni geopolitiche, del calo demografico e della transizione digitale e climatica – avvolge la Germania e in parte anche la Francia, dobbiamo spendere bene e presto i soldi del Pnrr. Con la messa a terra entro il 2026 dei 130 miliardi di euro che abbiamo ancora a disposizione, possiamo dare un contributo importante allโ€™ammodernamento del Paese ed evitare una nuova crisi che, ai piuฬ€, sembra essere alle porte.

 

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