Sonoย 115 le aziende e associazioni imprenditoriali italianeย ad aver partecipato oggi alla tavola rotondaย โItaly investing in China: trends and perspectiveโย organizzata a Pechino da Confindustria e Camera di Commercio italiana in Cina (CCIC) nellโambito del VII Business Forum Italia Cina svoltosi in occasione della visita del Premier Meloni. Lโappuntamento ha approfondito le dinamiche di mercato perย aumentare l’interscambio, in particolare perย potenziare l’export italianoย cosรฌ daย riequilibrare la bilancia commerciale,ย e perย favorire le collaborazioni industriali.
Cina, Confindustria – Camera di Commercio: “Riequilibrare bilancia commerciale e favorire collaborazioni industriali”
โServono relazioni mutualmente vantaggiose allโinsegna della reciprocitร per garantire uguali condizioni di accesso ai mercati, inclusa una piรน marcata convergenza degli standard e delle regolamentazioni tecniche, il cui divario comporta sensibili costi aggiuntivi soprattutto alle pmi. ร anche per questo che le grandi aziende presenti in Cina possono svolgere il ruolo di business ambassador e di traino allโinterno delle filiere, condividendo esperienze e network, lโaccreditamento presso le autoritร locali e altri elementi fondamentali per la lettura del mercatoโ, ha dettoย Barbara Cimmino, Vice Presidente per lโExport e lโAttrazione degli investimenti di Confindustria. โBasti ricordare che secondo il Centro Studi Confindustria il potenziale export che possiamo ancora colmare nel mercato cinese รจ di 2,4 miliardi di euro soltanto per i beni di consumo e 2mld per quelli strumentaliโ.
โLa Cina continua a confermarsi strategica per l’export italiano: Pechino si colloca tra le prime destinazioni delle esportazioni italiane a livello globale, essendo il principale mercato in Asia e il secondo tra i Paesi extra-europei, dopo gli Stati Unitiโ, ha dichiaratoย Lorenzo Riccardi, Presidente della Camera di Commercio italiana in Cina.ย โIl numero ed il valore crescente delle missioni istituzionali nel Paese promuovono in modo significativo le relazioni economiche tra Italia e Cina che contano su uno stock di investimenti diretti esteri italiani in Cina di oltre 15 miliardi di euro in base ai dati ISTAT, di cui oltre 1300 investimenti manifatturieri che contraddistinguono la maggioranza delle aziende presenti con 130.000 addetti e un fatturato di 33 miliardi di euroโ.
Presenti alla tavola, a fare da capofila alle aziende dei vari settori, ANFIA, ASSICA, Farmindustria, FEDERMACCHINE e Sistema Moda Italia che hanno presentato visioni e prospettive nei rapporti con le controparti cinesi.
Perย ANFIAย era presente il presidente Roberto Vavassori, che ha illustrato alle controparti cinesi le competenze di filiera presenti nel nostro paese e le ragioni che suggeriscono un riequilibrio tra gli investimenti diretti, sin qui effettuati da aziende italiane in Cina, rispetto a quelli di aziende cinesi in Italia con un gap, in accordo con i dati forniti da ICE-Agenzia, di circa 5 miliardi di euro da colmare. Un dato che โ secondo Vavassori โ lascia spazio alla presenza di almeno un costruttore di veicoli in Italia.
ASSICAย ha sottolineato che, nonostante il mercato cinese sia chiuso allโimportazione di prodotti a base di carne suina a causa della peste suina africana, crede fortemente nel paese in cui fino a 2 anni fa ha esportato 60milioni di euro. Lโauspicio รจ che si possa presto riprendere la possibilitร di esportare in base a protocolli sanitari condivisi tra Italia e Cina con lโimpegno delle istituzioni dei due paesi.
Farmindustriaย ha poi evidenziato che la Cina รจ per lโItalia il secondo partner extra europeo dopo gli USA nella farmaceutica e sta spingendo moltissimo sugli investimenti nel settore, garantendo anche una maggiore tutela brevettuale. In Cina sono attive da diversi anni importanti aziende italiane, che possono ulteriormente crescere. Anche per questo ha unโimportanza strategica la missione in corso del Presidente Meloni.
Perย FEDERMACCHINEย la Cina nel 2023 รจ risultata il quarto mercato di sbocco con quasi 2 miliardi di euro di acquisti di macchinari. Nonostante un lieve calo dellโexport italiano del comparto verso la Cina e di alcune politiche che non facilitano gli scambi, lโAssociazione ha evidenziato le grandi opportunitร offerte da questo mercato e dalla collaborazione con le aziende cinesi.
Sistema Moda Italia, infine, si รจ detta favorevole al โfree tradeโ nel commercio internazionale in quanto pilastro della competitivitร , ma ha sottolineato lโimportanza per il tessile abbigliamento di relazioni commerciali eque e vantaggiose per i produttori italiani, nel rispetto del โlevel playing fieldโ e delle regole di sicurezza, tracciabilitร e qualitร dei prodotti importati, specialmente quelli e-commerce, cosรฌ come definite dagli standard europei.