Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, ha rilasciato una lunga intervista a Carlo Cambi, per l’edizione odierna de La Verità. Le sue considerazioni: “E’ a Bruxelles che ci dobbiamo battere – esordisce Prandini -, abbiamo una prima scadenza esiziale: difendere la Pac e riaffermare che i contributi devono andare soltanto a chi lavora la terra”.
Coldiretti, Prandini: “Levare fondi alla Pac per il riarmo è follia”
“Si sussurra che Ursula von der Leyen voglia attingere ai fondi della Pac per il Readiness 2030? È improponibile – spiega il presidente Coldiretti –. Io penso e con me lo pensano tutti gli agricoltori europei che di fronte a questi scenari globali dobbiamo sostenere principalmente chi vive di agricoltura. I fondi della Pac dovrebbero essere aumentati, non diminuiti, e devono essere indirizzati solo agli agricoltori che investono e vivono di agricoltura. Non è più sopportabile che si diano soldi a chi fa altro nella vita solo perché possiede della terra. Aggiungo che quando si parla di sicurezza per prima cosa si dovrebbe parlare di sicurezza alimentare. Potrebbe mancare il cibo? Quando abbiamo posto il tema della sovranità alimentare, che è stato fatto proprio dal nostro governo, c’è stata u n’antipatica strumentalizzazione. Poi l’Europa lo ho fatto diventare un suo tema, ma bisogna sostenerla economicamente anche per sviluppare la ricerca che ci permetta di aumentare la produttività interna. Gli Usa e la Cina investono in sicurezza alimentare dieci volte quello che investe l’Europa. Penso, ad esempio, ai bacini di accumulo delle risorse idriche. Se in Lombardia con il 30% delle terre irrigue noi produciamo l’80% del Pil agricolo sarà il caso di chiedersi se possiamo aumentare questa produzione. Quando parla di ricerca parlo della Tea che noi di Coldiretti abbiamo portato al centro dell’attenzione. Significa, senza interventi sul genoma, avere piante resistenti. Penso all’agricoltura 4.0, quella di precisione”.
“Nell ’interlocuzione con l’Efsa – continua Prandini – abbiamo dimostrato che è necessaria la massima cautela quando si parla di alimentazione. Ed è altresì dimostrato che non ci può essere cibo senza agricoltura. L’attacco alla dieta mediterranea e la contemporanea diffusione di cibi ultraprocessati che sono all’origine dell’obesità infantile sono la dimostrazione di come in Europa si sia fatta strada l’idea che si può fare a meno dell’agricoltura”.
“Bruxelles col Farm to Fo rk è parsa andare in tutt’altra direzione? Per fortuna Frans Timmermans ha cessato di operare a Bruxelles – aggiunge il presidente di Coldiretti -. L’ho detto in altre occasioni: l’Europa con l’agricoltura rischia di fare lo stesso errore che ha fatto con l’automotive. Hanno distrutto un settore in cui avevamo la leadership. I cibi fatti in laboratorio sono la fotocopia di quello che è successo con le auto. Vogliono fare dei prodotti indistinti che necessitano di antibiotici, di estrogeni, di ormoni, di sostanze chimiche. Tutta roba che nelle filiere tradizionali non ci sarà mai. Significa un attacco ai nostri primati con le Dop, con un sistema agroalimentare che vale 620 miliardi, 4 milioni di occupati, 70 miliardi di export. Per questo chiediamo u n’Europa diversa capace di tornare a fare scelte lungimiranti. Ragionare di cibo, di democrazia alimentare, significa scongiurare il rischio che finisca nelle mani di pochi oligarchi”, conclude Prandini.