Redazione Soldi365.com Con iย dazi Usaย sono aย rischio 33mila addettiย nella filiera delleย imprese manifatturiereย impegnate nelle attivitร di export negli Stati Uniti. In particolare, leย micro e piccole aziende, che esportano negli Usa prodotti per un valore di 17,9 miliardi,ย rischiano la perdita di 13mila occupati.
Eโ la stima diย Confartigianatoย sul possibileย impattoย sulla nostra occupazione dellaย politica commerciale del Presidente Trump.
Confartigianato: con dazi Usa a rischio 33mila addetti imprese, 13mila nelle Mpi
Confartigianato calcola che le nuove tariffe Usa potrebbero farย calare di oltre 11 miliardi le nostre esportazioni verso gli Stati Unitiย che oggi valgono 64,8 miliardi di euro.
La Confederazione ha stilato una classifica delleย regioniย e delleย provinceย piรน esposteย agli effetti dei dazi decisi dallโAmministrazione Usa. Al primo posto per la maggiore quota delle nostre esportazioni negli Usa vi รจ laย Lombardiaย con 13.510 milioni di euro (20,5% del totale nazionale), seguita daย Emilia-Romagnaย con 10.754 milioni (16,3%),ย Toscanaย con 10.251 milioni (15,6%), Veneto con 7.174 milioni (10,9%), Piemonte con 5.189 milioni (7,9%) e Lazio con 3.344 milioni (5,1%).
Per quanto riguarda le province, al primo posto per export negli Stati Uniti nel 2024 si collocaย Milanoย con 6,1 miliardi di euro, seguita daย Firenzeย (5,7 miliardi),ย Modenaย (3,1 miliardi), Torino (2,7 miliardi), Bologna (2,6 miliardi) e Vicenza (2,2 miliardi).
Secondo Confartigianato, iย dazi statunitensi al 25% sulle automobili,ย in vigore da oggi, colpiscono in particolare leย imprese dellโEmilia-Romagna, regione in cui si concentra il 67,1% del totale dellโexport italiano di autoveicoli e componenti per auto negli Stati Uniti. Al secondo posto ilย Piemonteย con una quota del 12,3%, seguita daย Campaniaย (7,4%) e Trentino-Alto Adige (2,4%).ย Modenaย eย Bolognaย le province piรน esposte, rispettivamente con quote del 39,6% e del 26% sullโexport totale di questo settore negli Usa.
โLa politica dei dazi โ sottolinea ilย Presidente di Confartigianato Marco Granelliย โ non paga per nessuno. Le sfide commerciali si vincono garantendo la libera circolazione delle merci. Vanno sostenuti iย processi di negoziazione in ambito europeoย per evitare una escalation della guerra commerciale, mettendo in gioco gli acquisti dagli Usa di energia, di prodotti per la difesa e di servizi digitali. E le nostre imprese devono intensificare gli sforzi perย assicurare lโalta qualitร della manifattura made in Italy, arma vincente e distintiva che i mercati sanno riconoscere ed apprezzare. Eโ fondamentale muoversi come Sistema Paese, con un impegno deciso da parte del Governo e delle istituzioni a sostegno delle aziende e della competitivitร dei nostri prodotti,ย diversificando i mercatiย sui quali accompagnare le nostre imprese, soprattutto quelle di piccole dimensioni che si sono giร dimostrate capaci di vendere i loro prodotti in molti paesi del mondoโ.
Secondo Confartigianato, infatti, nel 2024 i settori a maggiore presenza di micro e piccole imprese (alimentari, moda, mobili, legno, metalli, gioielleria ed occhialeria) hanno totalizzato esportazioni per 176,1 miliardi di euro. Un valore in crescita del 3% rispetto al 2023 e in controtendenza rispetto alla diminuzione dello 0,5% del totale del nostro export manifatturiero. Le vendite allโestero delle Pmi italiane stanno crescendo in paesi meno convenzionali ma sempre piรน interessati ai nostri prodotti. In sette aree extra-comunitarie, tra cui spiccano Turchia, America Latina, Emirati Arabi Uniti, ASEAN, Nord Africa, Africa Subsahariana e Arabia Saudita, i nostri piccoli imprenditori nel 2024 hanno venduto prodotti per 23,4 miliardi di euro, con una crescita del 31,1% rispetto al 2023.
