Sei anni dopo il primo studio, Confindustria ha presentato al Parlamento Europeo di Bruxelles il secondoย Rapporto sullโEconomia Circolare, confermando leย tre direttrici chiave per una transizione efficace: abbattere le barriere non tecnologiche, promuovere lo scambio di beni e prodotti circolari e potenziare ulteriormente la capacitร impiantistica del Paese.
Confindustria propone dieci raccomandazioni strategiche per rilanciare economia circolare
Il documento offre unโanalisi integrata, esaminando il tema dellโeconomia circolare non solo dal punto di vista strettamente ambientale, ma anche diย politica industriale, interessando temi strategici quali lโenergia, i trasporti, la logistica, le infrastrutture e gli appalti pubblici.
Unย focusย speciale รจ dedicato alleย migliori praticheย adottate dalle imprese italiane. Si tratta di esperienze che testimoniano lโimpegno costante dellโindustria italiana verso la circolaritร , coprendo ambiti quali bioeconomia, decarbonizzazione e integrazione dei trasporti con modelli circolari. Questo patrimonio diย know-howย evidenzia come il paradigma della circolaritร , nel nostro Paese, si declini in modi diversi, adattandosi alle peculiaritร dei vari settori.
In questo Rapporto, Confindustria proponeย dieci raccomandazioni strategicheย che riflettono le istanze del mondo industriale e mirano a orientare il nuovo quadro regolatorio europeo sullโeconomia circolare, che verrร declinato nel prossimo Circular Economy Act:
- Favorire la piena armonizzazioneย e semplificazione della copiosaย regolamentazioneย europea in materia di economia circolare, coordinando le nuove normative con il quadro esistente, evitando inutili duplicazioni di oneri burocratici ed economici.
- Semplificareย leย procedure autorizzative di gestione dei rifiutiย e garantire stabilitร normativa.
- Rimuovere le criticitร sulย permittingย ambientale,ย anche perattrarre investimenti e favorire lโinnovazione. Uno studio diย BusinessEuropeย ha, infatti, evidenziato che lโ83% delle imprese considera la lunghezza delle procedure di autorizzazione uno dei principali ostacoli agli investimenti in Europa.
- Razionalizzare istituti giuridici fondamentali per lโeconomia circolare, quali ad esempio i sottoprodotti e il c.d.ย end of waste, che si dimostrano ancora incapaci nel sostenere adeguatamente la transizione circolare efficiente e competitiva, a causa di criticitร burocratiche e un quadro normativo poco chiaro.
- Sostenereย ricerca e innovazione, elementi chiave per migliorare le tecnologie di valorizzazione dei rifiuti e dei materiali recuperati, semplificando gli adempimenti necessari per la sperimentazione e per lโimpiego dei materiali ottenuti nei progetti di ricerca, chiarendo, inoltre, con adeguata regolamentazione, il fine vita dei materiali prodotti da impianti pilota.
- Sviluppare e coordinare misure e interventi di incentivazione, atti a promuovere lo sviluppo dellโeconomia circolare e a sostenere il mercato dei prodotti circolari e dei prodotti realizzati a partire da materie prime rinnovabili, anche attraverso gli appalti pubblici verdi e strumenti economici, finanziari e fiscali dedicati. Introdurre un sistema diย certificati per valorizzare lโeconomia circolareย eย incentivare lโutilizzo di materie prime seconde (MPS), promuovendo al contempo segnali di prezzo che riflettano la loro convenienza rispetto alle materie prime vergini. Per realizzare questo obiettivo, sarebbe utile determinare dei โtitoli di efficienza energetica circolareโ che, tramite un approccio scientifico solido determini il risparmio energetico e la riduzione delle emissioni di gas serra derivante dallโutilizzo di MPS anzichรฉ di materie prime primarie nei processi produttivi. Tale meccanismo prevede che il soggetto che immette MPS nel mercato, in relazione al loro effettivo utilizzo, riceva certificati che ne attestino il valore in termini di tonnellate equivalenti di petrolio (tep) o di quote di emissioni di CO2ย evitate. Tali certificati potrebbero essere utilizzati allโinterno di meccanismi esistenti, come i titoli di efficienza energetica o i mercati delle quote di emissioni di CO2, sia obbligatori che volontari.
- Rafforzareย il ruolo degliย appalti pubbliciย nella promozione della circolaritร .
- Coordinareย le politiche diย transizione energeticaย con quelle per lโeconomia circolare. Favorire un uso piรน razionale delle risorse, infatti, da impatti anche sulla promozione delle energie rinnovabili, nonchรฉ sulle politiche di efficienza energetica, centrali anche per i settori della logistica e dei trasporti
- Allocare risorseย adeguate per consentire allโindustria di raggiungere gli obiettivi giร previsti dalle normative europee che si sono finora dimostrate carenti in termini di finanziamenti, sia pubblici che privati.ย La leva finanziaria appare decisiva, sia con riferimento allโadeguamento alle nuove norme, sia come obiettivo per la prossima strategia, che, in linea con le raccomandazioni del Rapporto Draghi, dovrร essere orientata anche alla costruzione di infrastrutture per lโeconomia circolare.
- Creare sinergieย traย sostenibilitร ย eย sicurezzaย nellโapprovvigionamento di materie prime, per garantire una sempre maggiore indipendenza dellโItalia e dellโUE.
Confindustria ribadisce il valore dellโeconomia circolare, non solo per la sostenibilitร ambientale, ma anche come leva strategica per la competitivitร e lโindipendenza industriale del Paese. Con il nuovo Rapporto, che evidenzia le eccellentiย performanceย del Sistema associativo, auspica il superamento delle criticitร esistenti per una piena transizione verso un modello produttivo sostenibile e competitivo.