domenica 27 Luglio 2025

Nel 2022 aumentano gli scambi esteri delle imprese a controllo estero residenti in Italia: +22,9% export e +23,4% lโ€™import.

Istat, cresce fatturato multinazionali estere in Italia (+26,9%)

Le controllate estere, 0,4% delle imprese residenti, producono il 21,0% del fatturato e il 17,4% del valore aggiunto nazionale.

Il 45,4% del fatturato prodotto dalle affiliate estere di multinazionali italiane รจ destinato a mercati diversi dal Paese di localizzazione. Si confermano quote elevate di esportazioni verso lโ€™Italia nei settori delย Made in Italy.

 

Multinazionali a controllo estero: cresce il loro contributo alla nostra economiaย 

Nel 2022, continua la crescita economica delle multinazionali a controllo estero in Italia rispetto al 2021 (fatturato +26,9% e valore aggiunto +13,4%). Si consolida inoltre la presenza delle multinazionali italiane allโ€™estero (fatturato +15,8% e fatturato al netto degli acquisti di beni e servizi +18,2%).iย 

Provenienti da 106 Paesi, le multinazionali estere sono attive in Italia con 18.434 controllate (+4,5% rispetto al 2021), occupano oltre 1,7 milioni di addetti (+5,8%), fatturano oltre 908 miliardi di euro (+26,9%), producono un valore aggiunto di oltre 173 miliardi (+13,4%) e sostengono una spesa in Ricerca e sviluppo di 6 miliardi (+4,9%).ย 

Le controllate estere attive nellโ€™industria sono il 28,7% del totale rispetto al 71,3% dei servizi, ma in termini di peso economico le distanze si riducono. Infatti le controllate estere attive nellโ€™industria realizzano il 46,7% del fatturato totale (53,3% dei servizi) e in termini di valore aggiunto producono il 40,3% contro il 59,7% dei servizi. Nellโ€™industria una forte presenza delle multinazionali estere (misurata come quota di valore aggiunto sul totale del settore) si riscontra nella fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (47,9% del valore aggiunto del settore), nella fabbricazione di prodotti farmaceutici (44,4%) e nella fabbricazione di prodotti chimici (38,6%).ย 

Il valore aggiunto cresce in quasi tutti i settori, ad eccezione della fabbricazione di prodotti chimici (-1,4%) e di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (-7,3%), che avevano fatto registrare incrementi importanti durante gli anni della crisi pandemica.ย 

Seppur con un numero limitato di unitร  giuridiche (0,4% del totale delle imprese dellโ€™industria e dei servizi), cresce il contributo, giร  significativo, delle multinazionali estere ai principali aggregati economici nazionali dellโ€™industria e dei servizi: 9,7% degli addetti (+0,3 punti percentuali rispetto al 2021), 21,0% del fatturato (+0,7 p.p.), 17,4% del valore aggiunto (+0,3 p.p.) e 37,6% della spesa in Ricerca e sviluppo (+4,9 p.p.).ย 

Le multinazionali italiane confermano la presenza in 175 Paesi con 25.491 controllate (+2,4 rispetto al 2021), che occupano oltre 1,7 milioni di addetti (+5,8%) con un fatturato di 552 miliardi (+15,8%).ย 

A contribuire di piรน alla crescita sono i settori industriali. I piรน dinamici sono: la fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semi rimorchi (+34,2% del fatturato e +12,5% degli addetti), lโ€™estrazione di minerali da cave e miniere (+30,3% e +3,0%), la metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (+24,0% e +3,8%) e la fabbricazione di macchinari ed apparecchiature nca (+23,1% e +8,6%). Anche nei servizi risultano in notevole crescita diversi settori come il noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese (+40,5% e +19,4%) e trasporto e magazzinaggio (+26,6% e +11,1%) e altri che continuano a recuperare le perdite subite negli anni della pandemia, come i servizi di alloggio e ristorazione (+14,4% e +21,3%).

 

Quasi metร  delle importazioni nazionali effettuate dalle imprese a controllo esteroย 

Le analisi del sistema produttivo hanno sistematicamente evidenziato differenze importanti tra le imprese appartenenti a gruppi multinazionali esteri e italiani rispetto alle altre imprese.ย 

La dimensione media delle imprese appartenenti a gruppi multinazionali รจ elevata sia per le controllate estere in Italia (95,5 addetti), sia per le controllate italiane allโ€™estero (68,9 addetti), in confronto alle imprese a controllo italiano (3,5 addetti). Rilevanti anche le differenze nella produttivitร , misurata come valore aggiunto per addetto: 103mila euro per le imprese appartenenti a gruppi multinazionali esteri e 62,5mila per le imprese domestiche.ย 

Le esportazioni delle imprese di gruppi multinazionali esteri presenti in Italia raggiungono quasi 200 miliardi di euro (+22,9% rispetto al 2021) e le importazioni quasi 253 miliardi (+23,4%), facendo dunque registrare un contributo significativo allโ€™interscambio commerciale italiano. Infatti, queste imprese realizzano il 35,1% delle esportazioni nazionali di merci (+0,9% rispetto al 2021) e attivano il 49,5% delle importazioni (+2,6%).ย 

I settori manifatturieri piรน coinvolti nellโ€™interscambio con lโ€™estero sono gli stessi sia per le esportazioni che per le importazioni: fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (75,9% per lโ€™export e 84,5% per lโ€™import), fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (57,2% e 66,5%), fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e di orologi fabbricazione di prodotti chimici (46,4% e 53,2%).ย 

I flussi commerciali intra-gruppo delle multinazionali sono pari al 49,4% per le esportazioni e al 62,3% per le importazioni. Nelle esportazioni intra-gruppo le quote piรน alte si hanno nella fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (77,3%), nelle altre industrie manifatturiere (71,4%), nella confezione di articoli di abbigliamento e fabbricazione articoli in pelle (71,0%) e nelle industrie alimentari, delle bevande e del tabacco (64,9%). Nelle importazioni intra-gruppo valori rilevanti sono nella fabbricazione di altri mezzi di trasporto (66,2%), nelle altre industrie manifatturiere (66,1%) e nella metallugia (64,1%).ย 

Le affiliate all’estero di multinazionali italiane destinano il 45,4% del loro fatturato a vendite su mercati diversi dal Paese di localizzazione dellโ€™impresa stessa. Spiccano alcuni settori manifatturieri: fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e di orologi (72,5%), fabbricazione di altri mezzi di trasporto (68,2%) e fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (60,8%).ย 

Si confermano quote notevoli di fatturato nelle esportazioni verso lโ€™Italia nei settori tipici del Made in Italy: 53,8% per la fabbricazione di articoli in pelle e simili, 49,1% per le industrie tessili e confezione di articoli di abbigliamento e 31,5% per la fabbricazione di mobili e altre industrie (Figura 1). La quota di fatturato destinata al Paese estero in cui รจ realizzata la produzione รจ particolarmente rilevante nellโ€˜industria del legno, stampa e riproduzione (68,8%), nella fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (58,3%) e nella fabbricazione di prodotti farmaceutici (58,3%).

 

Unione europea prima area di provenienza e destinazione delle multinazionaliย 

Le multinazionali estere che operano in Italia provengono soprattutto dallโ€™Unione europea: sul totale delle imprese a controllo estero coprono una quota del 56,3% (+2,2 p.p. rispetto al 2021), impiegano il 56,2% degli addetti (+0,7 p.p.) e realizzano il 54,6% del fatturato (+1,1 p.p.). Per rilevanza economica, misurata da occupazione e fatturato, segue il Nord America con il 14,9% delle affiliate estere (-0,2 p.p.), il 20,4% degli addetti (-0,2 p.p.) e il 18,2% del fatturato (-1,3 p.p.). Al terzo posto si collocano le multinazionali provenienti da Paesi europei non Ue (21,1% delle controllate), che occupano il 16,6% degli addetti (-0,3 p.p.) e realizzano il 15,2% del fatturato (+0,8 p.p.). A seguire le multinazionali asiatiche, presenti con il 6,6% delle controllate estere (-0,1 p.p.), che contribuiscono con il 6,1% (-0,7 p.p.) degli addetti e il 10,5% del fatturato a controllo estero (-0,7 p.p.).ย 

I primi 10 Paesi di residenza delle multinazionali estere per numero di imprese controllate in Italia assorbono lโ€™87,6% degli addetti, lโ€™82,5% del fatturato, lโ€™83,8% del valore aggiunto e lโ€™85,3% della spesa in R&S. Per numero di addetti sono gli Stati Uniti (2.603 imprese, quasi 351 mila addetti, 17,9% del fatturato, 20,1% del valore aggiunto e 22,1% della spesa in R&S) ad avere il primato sulle imprese a controllo estero in Italia, seguiti dalla Francia con (2.435 imprese, quasi 322 mila addetti, 19,4% del fatturato, 17,5% del valore aggiunto e 7,8% della spesa in R&S ) e dalla Germania (2860 imprese, oltre 222 mila addetti.ย 

Osservando nel dettaglio lโ€™attivitร  economica le graduatorie cambiano. Nella manifattura al primo posto ci sono sempre gli Stati Uniti (quasi 111mila addetti), seguiti da Francia (quasi 79mila) e Germania (oltre 62mila). Nellโ€™altra industria, che comprende tutti i settori industriali esclusa la manifattura, si ha Francia (oltre 14mila), Stati Uniti (quasi 5mila) e Germania (oltre 3mila), nel commercio Germania (oltre 84mila), Francia (olre 76mila) e Stati Uniti (quasi 54mila) e negli altri servizi Regno Unito (quasi 182mila), Francia (quasi 153mila) e Svizzera (quasi 88mila).ย 

Anche per le controllate estere di gruppi multinazionali italiani, seppur con un certo livello di decrescita, lโ€™Unione europea si conferma la principale area di localizzazione, con il 46,2% delle imprese (-1 p.p.), il 40,8% degli addetti (-1,4 p.p.) e il 52,8% del fatturato (-2,3 p.p.). Seguono il Nord America (rispettivamente 13,8%, 9,8% e 15%) e, a paritร  di numero di imprese, lโ€™Asia (13,1%, 16,4% e 10,3%) e gli altri Paesi europei (13,1%, 12,5% e 10,6%). Completano il quadro Centro e Sud America (8,5%, 14,3% e 6,6%) e Africa e Oceania (5,4%,6,1% e 4,8%).ย 

I primi 10 Paesi per numero di addetti assorbono il 59,6% delle imprese, il 59,5% degli addetti e il 64,4% del fatturato. La Romania conserva il primato per numero di addetti impiegati (quasi 81mila) nel settore industriale e in particolar modo nella manifattura, seguita da Stati Uniti e Cina. Nei servizi, dove รจ predominante il ruolo delle imprese di utilities italiane, al primo posto figura il Brasile (quasi 108mila addetti), seguito dagli Stati Uniti (otre 80mila addetti) e dalla Germania (quasi 69mila).ย 

 

In calo la propensione allโ€™investimento dei grandi gruppi industrialiย 

Il 42,7% dei grandi gruppi multinazionali italiani attivi nellโ€™industria (-8,4 p.p. rispetto al biennio precedente) e il 55,6% di quelli dei servizi (+1,8 p.p.) hanno realizzato o progettato per il 2023-2024 un nuovo investimento di controllo allโ€™estero. Piรน limitata, รจ invece la propensione allโ€™investimento estero dei gruppi multinazionali di media dimensione, con quote pari a 21,0% nellโ€™industria (+0,1 p.p.) e 21,5% nei servizi (-2,6 p.p.), e dei gruppi multinazionali di piccola dimensione, con una quota del 9,5% nellโ€™industria (-1,6 p.p.) e del 6,9% nei servizi (-0,6 p.p.).ย 

Stati Uniti e Canada rappresentano la principale area di localizzazione dei nuovi investimenti di controllo allโ€™estero delle multinazionali italiane attive nellโ€™industria (22,3%), seguiti dallโ€™area Ue14 (cfr. Glossario). Al contrario, per le multinazionali italiane attive nei servizi, lโ€™area Ue14 con il 33,0% si conferma la principale area di localizzazione dei nuovi investimenti di controllo allโ€™estero, seguita dagli Stati Uniti e Canada (15,3%).ย 

I nuovi investimenti di controllo allโ€™estero realizzati o progettati nel biennio 2023-2024 sono finalizzati, tanto per le imprese industriali che per quelle attive nei servizi, soprattutto alla produzione di merci e servizi (29,8% e 31,3% rispettivamente) e alla distribuzione e logistica (28,1% e 24,7%). Seguono il marketing, vendite e servizi post vendita inclusi i centri assistenza e i call center (21,9% e 13,3%).ย 

Per lโ€™80,4% dei gruppi multinazionali italiani dellโ€™industria la motivazione prevalente alla base dei nuovi investimenti allโ€™estero nel periodo 2023-2024 รจ la possibilitร  di accedere a nuovi mercati (Figura 3). I gruppi industriali ritengono determinanti altri due fattori: lโ€™aumento della qualitร  e lo sviluppo di nuovi prodotti (28,1%) e lโ€™accesso a nuove conoscenze o competenze tecniche specializzate (18,1%). La riduzione del costo del lavoro interessa soltanto lโ€™11,9% dei gruppi industriali.ย 

Anche per i gruppi multinazionali attivi nei servizi la motivazione prevalente per i nuovi investimenti รจ lโ€™accesso a nuovi mercati (75,1%), seguono lโ€™accesso a nuove conoscenze o competenze tecniche specializzate (21,6%) e lโ€™aumento della qualitร  e lo sviluppo di nuovi prodotti (19,7%). Soltanto per il 5,8% la riduzione del costo del lavoro รจ considerata una motivazione per effettuare investimenti di controllo allโ€™estero.ย 

Le multinazionali italiane operano allโ€™estero anche con altre modalitร  organizzative diverse dal controllo. Nel 2022, il 59,5% dei gruppi industriali e il 60,8% dei gruppi attivi nei Servizi hanno dichiarato di operare allโ€™estero attraverso accordi commerciali. Seguono con percentuali piรน contenute per i gruppi industriali gli accordi di produzione (19,9%), le Joint-venture (15,5%) e le Partnership tecnologiche con imprese o centri di ricerca (5,1%), mentre per i gruppi attivi nei servizi seguono le Jointventure (20,0%), gli accordi di produzione (12,5%) e le Partnership tecnologiche con imprese o centri di ricerca (6,8%).

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