In un’intervista rilasciata Carmelo Caruso per Il Foglio, il presidente di Stellantis, John Elkann, replica a Giorgia Meloni, che gli ha dato del maleducato (“uno che avrebbe mancato di rispetto alle istituzioni”). Sono parole che gli destano “stupore”, per l’aggressività, e lo “rammaricano” perché, e lo pensa Elkann, “il rispetto delle istituzioni fa parte della nostra storia e della tradizione di famiglia. Io sono orgoglioso di essere italiano”, le parole dell’Ingegnere.
John Elkann a Il Foglio: “Stupito da Meloni. Stellantis non è un partito”
Il rifiuto di farsi audire in Parlamento? E’ il risultato di “un’incomprensione” sul ruolo di Stellantis, una società globale, rappresentata dal suo ad, Tavares, e non un partito politico. Precisa, “non un partito politico”. La continua accusa della destra che gli viene rivolta, “avete più preso che dato”, la ritiene “ingiusta” perché non tiene conto di quanto “investito e restituito tramite stipendi, tasse e bilancia commerciale”. La premier, parlando da Bruno Vespa, ha dichiarato che a Elkann “temo sfuggano i fondamentali”.
Il presidente di Stellantis ricorda che è stato ricevuto da tutti i governi “eccetto che da questo”. E’ un altro esempio di “incomprensione”, parola che il nipote di Gianni Agnelli contrappone adesso a rancore e “sudditanza” di Meloni. La premier ha spiegato che c’è un dialogo, un dialogo “che continueremo a fare senza sudditanze e condizionamenti”. Cosa intende Meloni, si chiede Elkann, quando parla di “sudditanza”? Qual è la sua ambizione? Vuole dialogare con un operatore economico, con Stellantis, o “c’è solo la voglia di trovare un nemico perfetto?”. Più lo coprono d’in sulti e più Elkann potrà dire: “Non ci volete”.
Elkann – riferisce il quotidiano – vorrebbe fare alcune domande sul settore all’esecutivo. Soprattutto su quali progetti ci sono dopo il taglio dei fondi all’automotive. Ma anche su dove siano finiti i cinesi che dovevano costruire l’auto elettrica. E infine, perché tutto questo rancore nei suoi confronti? Eppure da parte di Stellantis “non c’è stato nessun disimpegno in Italia”. Mentre Volkswagen in Germania chiude due stabilimenti. Infine: le regole sull’elettrico “le ha fatte la politica e una società globale si adegua alle regole”.