Il ministro all’Agricoltura Francesco Lollobrigida è stato intervistato da Il Mattino. Le sue considerazioni:
Lollobrigida: “Dazi? L’export non frena. C’è fiducia e voglia di continuare ad esportare negli Usa”
“La Gran Bretagna ha raggiunto l’accordo sui dazi mentre l’Ue minaccia contromisure per 100 miliardi di euro? La strada giusta salvaguarda i rapporti con gli Usa, ed è quello che stanno tentando di fare le diplomazie anche grazie al contributo dell’Italia – spiega il ministro -. L’obiettivo è rafforzare un dialogo che possa fortificare entrambe le economie, europea e statunitense. I nostri modelli sono incentrati non solo su dati economici, ma anche su valori di democrazia, valori liberali. Rafforzare questi modelli vuol dire renderli appetibili anche per chi non ha la fortuna di vivere nelle stesse condizioni. Al contrario, minarli o indebolirli, farli entrare in crisi, potrebbe accendere il rischio che i nostri cittadini guardino alle autocrazie come un modello florido, restandone affascinati. Però è un rischio che è Trump a farci correre? Quando si discute si è sempre in due. L’Italia è per la mediazione, è contro tutte le guerre, anche commerciali, per il dialogo ad ogni costo. In Europa non tutti hanno la stessa sensibilità…. Fiducioso sulla possibilità di un accordo? Fiducioso? Io sono speranzoso che si possa raggiungere. E credo che, per quanto riguarda l’Italia, è importante far capire agli Usa che ci sono prodotti non replicabili, soprattutto nel comparto agro-alimentare. Prodotti che portano valore aggiunto anche al retail e alla distribuzione Usa. Prenda il parmigiano: lo esportiamo a circa 15 euro al Kg, ma viene venduto negli States a 45-47 dollari. Due terzi del valore restano negli Usa. Il tentativo di arrivare a un incontro tra Trump e von der Leyen sono innumerevoli, quello di Meloni è tra i più riconoscibili. Non entro nell’agenda, non so se il vertice si farà a Roma, ricordo però che le esequie del pontefice hanno portato ad un incontro che ha consentito un’accelerazione su altro, sulla pace in Ucraina. Al netto del posto dove si terrà, credo che un meeting sui dazi si debba preparare. E il ruolo di ponte di Meloni le viene riconosciuto da tutti, dalle interlocuzioni continue con von der Leyen a quelle con gli Usa. I tentativi della sinistra di screditarla si sono infranti di fronte ai riconoscimenti che ha avuto negli States ma anche alla luce del suo rapporto solido con i vertici della Ue. Vede, Meloni parla meno e fa di più, porta a casa i risultati. Un esempio su tutti è il caso Cecilia Sala. Se abbiamo registrato una flessione nell’export dell’agroalimentare alla luce dell’effetto dazi sui mercati? No, per fortuna nessuna flessione. L’agroalimentare sfiora i 70 miliardi, con un balzo in avanti di circa 7 miliardi in due anni. Che ci sia preoccupazione è innegabile, ma c’è anche fiducia e voglia di continuare ad esportare negli Usa”, conclude Lollobrigida.