sabato 19 Aprile 2025

I militari del Comando Provinciale della Guardia di finanza Torino hanno concluso unโ€™indagine, convenzionalmente denominata โ€œCUBA LIBREโ€, che ha riguardato 7 societร  e 8 soggetti coinvolti, in ipotesi di accusa, in un articolato meccanismo di frode fiscale che ha consentito di occultare al Fisco circa 6 milioni di euro, ottenendo un illecito risparmio dโ€™imposta per circa 1,5 milioni di euro e accumulando capitali in Paesi esteri a fiscalitร  privilegiata.

Operazione “Cuba libre”: Guardia di Finanza scopre frode fiscale per 9 milioni di euro tra Torino, Panama e Cuba

Lโ€™attivitร , coordinata dalla locale Procura della Repubblica e condotta dal 2ยฐ Nucleo Operativo Metropolitano Torino, ha tratto origine da alcuni approfondimenti aventi a oggetto due imprenditori torinesi che, attraverso due societร  di diritto inglese (c.d. โ€œletter box companiesโ€) costituite con lโ€™unico scopo di emettere fatture per operazioni economiche inesistenti nei confronti di contribuenti italiani, erano riusciti a occultare redditi prodotti in Italia.

Gli approfondimenti, condotti attraverso perquisizioni domiciliari e informatiche e sopralluoghi, nonchรฉ sviluppando segnalazioni per operazioni sospette, hanno permesso di raccogliere importanti indizi di prova nei confronti degli indagati torinesi, delineando un disegno criminoso nel quale sono risultate coinvolte, oltre alle citate societร  inglesi, anche unโ€™ulteriore azienda di diritto panamense, costituita anchโ€™essa dagli indagati promotori della frode al peculiare fine di nascondere i ricavi allโ€™Erario.

Come appurato dalle Fiamme Gialle, infatti, una societร  sita nel capoluogo piemontese e operante nel settore del commercio di prodotti informatici vendeva la propria merce a clienti residenti a Cuba avvalendosi di societร  inglesi e di una societร  panamense, tutte riconducibili ai principali indagati. La frode, infatti, consisteva nellโ€™emissione, da parte della societร  torinese, di fatture relative a vendite fittizie e a un prezzo piรน basso di quello reale, nei confronti di societร  inglesi (primo livello di interposizione).

Queste ultime, a loro volta, emettevano fatture nei confronti di una societร  panamense (secondo livello di interposizione), la quale, infine, fatturava ai clienti cubani finali il reale importo della merce che veniva accreditato sui conti correnti dei principali indagati italiani. Di fatto, tuttavia, la merce non seguiva lโ€™itinerario, che risultava solo cartolarmente dai documenti commerciali emessi, ma partiva dalla societร  italiana per giungere a quella del Paese caraibico, senza mai transitare per il Regno Unito o per Panama.

Il sistema di frode, cosรฌ delineato attraverso la sottofatturazione della merce a societร  estere costituite appositamente dagli indagati, ha permesso alla societร  piemontese di ottenere un illecito risparmio dโ€™IRES quantificata in circa 1,5 milioni di euro, derivante dallโ€™occultamento al fisco di ricavi sottratti a tassazione per quasi 6 milioni di euro. Sono state inoltre contestate ulteriori violazioni fiscali in capo ad altre tre persone fisiche e altrettante societร  risultati collegati alla frode, per un importo complessivo di oltre 3 milioni di euro.

Lโ€™attivitร  ha consentito complessivamente il deferimento, a vario titolo, di otto soggetti allโ€™Autoritร  giudiziaria per le ipotesi penal-tributarie di emissione e utilizzo di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti. Va evidenziato come i due principali indagati, allโ€™esito dellโ€™accertamento operato dallโ€™Agenzia delle Entrate sulla base delle risultanze comunicate dalla Guardia di finanza di Torino, abbiano giร  versato allโ€™Erario 1,7 milioni di euro, comprensivi di interessi e sanzioni.

Nel corso delle indagini, analizzando il materiale informatico acquisito, i Finanzieri del 2ยฐ Nucleo Operativo Metropolitano hanno infine acquisito gravi indizi di colpevolezza nei confronti di un ulteriore soggetto, deferito anchโ€™egli allโ€™Autoritร  giudiziaria, in relazione alla ipotizzata fattispecie delittuosa di estorsione in quanto, al fine di ottenere la restituzione di una somma di denaro concessa precedentemente in prestito ai due principali indagati, avrebbe minacciato gli stessi di divulgarne documentazione atta a farli incorrere in possibili conseguenze penali, nonchรฉ arrecare loro un danno patrimoniale.

Si precisa che tutte le persone individuate nellโ€™ambito della presente attivitร  sono, allo stato, sottoposte a indagini, di talchรฉ sono da ritenersi innocenti sino allโ€™emissione di eventuale sentenza definitiva di condanna.

 

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