Poste italiane ha chiuso il bilancio dโesercizio 2023 con un utile netto di 1.390 milioni di euro, in crescita del 64,1% sugli 847 del 2022. Aumentano dellโ11% sullo stesso anno anche i ricavi totali che, sempre nel 2023, sono pari a 11.155 milioni. La crescita dellโ1,3% dei ricavi da mercato realizzati dai servizi postali (2.832 milioni), dovuta soprattutto al comparto pacchi, รจ in linea con quella dei ricavi dei servizi BancoPosta, saliti a 6.379 milioni di euro contro i 5.467 del 2022, principalmente in virtรน del buon andamento dei servizi di conto corrente (+694 milioni).
Poste Italiane, la Corte dei Conti approva i conti 2023. Controllo dello Stato garantito anche con alienazione quota MEF
ร quanto evidenzia la Corte dei conti nella relazione approvata con Delibera n. 39/2025 dalla Sezione controllo enti, che ha esaminato la gestione 2023 di Poste Italiane spa.
Sono pari a 9.627 milioni i costi totali sostenuti nellโesercizio (erano 8.977 nel 2022), anche per effetto dei maggiori oneri derivanti da operativitร finanziaria (+418 milioni), legati allโinnalzamento della curva dei tassi di interesse e allโaumento del costo del lavoro (+372). La dinamica dei ricavi e dei costi ha portato a un risultato operativo e di intermediazione di 1.528 milioni di euro, a fronte dei 1.076 riferiti al 2022. A livello di Gruppo, i risultati 2023 evidenziano un utile di 1.933 milioni, in crescita del 22% sui 1.583 dellโanno precedente.
Salgono da 751 a 780 milioni gli investimenti industriali, destinati sia alla trasformazione a operatore logistico completo, con il potenziamento delle infrastrutture tecnologiche e della rete logistica, sia alla transizione verso laย carbon neutralityย al 2030, mediante il rinnovo della flotta recapito con mezzi a bassa emissione e lโuso progressivo del fotovoltaico per lโapprovvigionamento energetico.
Con lโapprovazione del decreto del Consiglio dei ministri avvenuta il 17 settembre 2024, specifica la Corte, lโalienazione di una quota di Poste Italiane dalla partecipazione complessiva detenuta dal Mef garantirร comunque il livello della partecipazione statale (in via diretta o indiretta) oltre la soglia del 50%.
Le due operazioni, infine, deliberate nel 2025 dal CdA di Poste Italiane – una, di acquisizione del 9,81% delle azioni ordinarie di Tim da Cassa depositi e prestiti e, lโaltra, di acquisizione da Vivendi di azioni ordinarie pari al 15% del totale delle stesse e al 10,77% del capitale sociale di Tim – renderanno Poste il maggiore azionista della societร di telecomunicazioni, con una partecipazione detenuta in Tim pari al 24,81% delle azioni ordinarie e al 17,81% del capitale sociale.