lunedรฌ 28 Luglio 2025

Le imprese programmano entrate lavorative pari a 2,94 milioni di contratti nel primo semestre del 2025, con un aumento del 2,4% rispetto allo stesso periodo dellโ€™anno precedente.

Lo si legge nel primo “Report sul mismatch tra domanda e offerta di lavoro in Italia – I semestre 2025”, realizzato da Cnel e Unioncamere.

Report Cnel-Unioncamere: nel primo semestre 2,9 milioni di posti di lavoro

E’ quanto emerge dal primo “Report sul mismatch tra domanda e offerta di lavoro in Italia – I semestre 2025”, realizzato da Cnel e Unioncamere.

A trainare la crescita del numero di contratti sono soprattutto i settori dei servizi, che rappresentano il 72% del totale delle entrate previste. In particolare, si evidenzia come i comparti del turismo, alloggio e ristorazione e del commercio, che da soli contano 1,078 milioni di entrate, presentano una dinamica molto positiva con un incremento su base annua pari, rispettivamente, al 12,5% e al 6,9%.

Nei settori a piรน elevato tasso di innovazione, ICT e servizi avanzati di supporto alle imprese, รจ previsto un numero di entrate complessive pari a 206mila, con un significativo decremento percentuale su base annua (-13,4% per ICT e – 8,8% per servizi avanzati).

Le imprese che appartengono al settore industriale, comprese le costruzioni, riducono il numero delle entrate rispetto primo semestre dellโ€™anno precedente. La contrazione piรน elevata in valore assoluto si registra nelle industrie metalmeccaniche ed elettroniche che riducono il fabbisogno di 28mila contratti.

Secondo le imprese il fabbisogno di lavoratori stranieri (Ue ed extra-Ue), si attesta a 549mila entrate, pari a circa il 19% del totale. I contratti si concentrano nei settori del turismo (115 mila, +8,5% rispetto al 2024), del commercio (65mila, +20,4%) e dei servizi operativi alle imprese e alle persone (80mila, +3,9%).

Le micro e piccole imprese (1-9 e 10-49 dipendenti) mostrano un incremento significativo delle previsioni di assunzione, rispettivamente pari a +32mila e +35mila.

A livello professionale, la maggiore crescita si registra nelle professioni qualificate nei servizi e nel commercio (+9,2%) e tra le professioni non qualificate (+7,9%). Al contrario, calano le richieste per dirigenti (-16,7%) e professioni tecniche e impiegatizie (-5,4% e 3,1%).

Si osserva una decisa eterogeneitร  territoriale. Le aree metropolitane (Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Bari, Napoli, Catania e Palermo) risultano tra le piรน dinamiche. Anche le province del Nord-Est mostrano una forte attrattivitร . Negli altri territori si registrano dati di crescita solo nelle zone ad alta densitร  turistica.

Il disallineamento tra la domanda di personale e la presenza di lavoratrici e lavoratori disponibili sul mercato rimane un tema cruciale per le imprese e determina una diffusa difficoltร  nel reperimento di nuove risorse.

Dal punto di vista delle difficoltร  di reperimento, si segnala il settore delle costruzioni, dove piรน di 6 lavoratori su 10 vengono contrattualizzati a seguito di una lunga ricerca. Di poco inferiore il fenomeno nelle industrie metalmeccaniche ed elettroniche.

Nel settore dei servizi le maggiori criticitร  di reperimento di personale si osservano per informatica e telecomunicazioni (49,5%). Si registrano, inoltre, difficoltร  nei servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio (in aumento al 47,6%) e nei servizi turistici, di alloggio e ristorazione (in diminuzione al 46,7%).

Il fenomeno del difficile reperimento di personale colpisce, in modo trasversale, le imprese di tutte le dimensioni, ad eccezione delle grandi (con 500 o piรน dipendenti) che hanno difficoltร  nel contrattualizzare solo 3 persone su 10.

Le imprese riscontrano difficoltร  a reperire risorse umane in circa il 50% dei casi, a prescindere dalla tipologia professionale. Solo impiegati e professioni non qualificate si attestano intorno al 35%.

Complessivamente, i datori di lavoro impiegano oltre 4 mesi nella ricerca del personale di piรน difficile reperimento. I tempi piรน lunghi si registrano nei settori tradizionali, quali le industrie del tessile, abbigliamento, cuoio e calzature, le industrie del legno e del mobile e le costruzioni (tra 5,7 e 6 mesi). I comparti dei servizi operativi di supporto alle imprese e alle persone dei servizi alle persone e dei i servizi turistici registrano tempi piรน ridotti (in media 3,6 mesi).

Stimando il fabbisogno occupazionale delle imprese e della Pubblica Amministrazione nel quinquennio 2025 – 2029, si prevede una domanda di oltre 3 milioni di lavoratrici e lavoratori, con unโ€™oscillazione da un minimo di 3,279 milioni, nello scenario macroeconomico negativo, ad un massimo di 3,721 milioni in quello positivo.

Il settore dei servizi assorbirร  circa il 74% del fabbisogno complessivo, con circa 2,700 milioni di assunti. I servizi alle persone rappresentano la principale componente, con oltre il 30% delle richieste previste, seguiti dal commercio (16,2โ€“16,6%) e dai servizi generali della PA e previdenza (14,2% – 12,5%).

Lโ€™industria in senso stretto contribuisce per circa il 17% al fabbisogno complessivo, evidenziando valori piรน favorevoli nello scenario positivo (631mila occupati rispetto ai 552mila dello scenario negativo). Qui sono le industrie metalmeccaniche ed elettroniche a rappresentare il principale polo occupazionale del settore, con una quota pari a circa un terzo del totale (33,5% nello scenario negativo, 32,5% in quello positivo).

Il settore delle costruzioni, trainato dagli investimenti pubblici (PNRR), mostra una quota sensibile del fabbisogno, che potrร  variare da 203mila a 242mila unitร  con un peso prossimo al 27% sul totale dei settori industriali.

Dal punto di vista del livello di istruzione, il fabbisogno sarร  orientato verso profili tecnici: oltre il 46% delle richieste riguarderร  persone con formazione tecnica secondaria, seguite da laureati e diplomati ITS (circa 37%). La domanda di lavoratori con bassa scolarizzazione continuerร  a diminuire, rappresentando solo il 12โ€“13% del totale previsto.

 

 

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