venerdì 5 Luglio 2024

“Superbonus, l’aiuto destinato a neppure un condominio su 100”. Così titola stamattina Il Sole 24 Ore.  Il piano di aiuti, introdotto dal decreto Salva spese (Dl n. 212/2023, in vigore da oggi) avrà effetti su circa 50 milioni di euro di lavori, mentre gli interventi di superbonus ancora da chiudere nei condomini valgono poco meno di 13 miliardi. L’impatto prevedibile, con le risorse a disposizione, riguarderà insomma, meno di un condominio su cento.

Superbonus, l’aiuto destinato a neppure un condominio su 100. Brancaccio (Ance): “Il timore è che la sanatoria diventi un condono per i furbetti…”

Il quotidiano economico ha raccolto le impressioni di Federica Brancaccio, presidente Ance (l’associazione nazionale dei costruttori): “Rischiamo – spiega Brancaccio – di penalizzare ancora una volta le imprese e le famiglie più corrette in un contesto nel quale, peraltro, non è mai arrivata la soluzione al blocco dei crediti che era stata promessa. Si tratta di misure, da un lato, inutili a chiudere in modo ordinato i lavori. Dall’altro, si tratta di misure potenzialmente dannose, perché c’è il rischio che qualche furbetto che ha lasciato i cantieri a metà approfitti della situazione”. 

La soluzione inserita nel decreto prevede, invece, di recuperare il meccanismo del cosiddetto “fondo indigenti”, mettendo a disposizione delle famiglie, con reddito inferiore a 15mila euro, e degli interventi con avanzamento almeno pari al 60%, un contributo che gli consenta di raggiungere un’agevolazione pari al 110 per cento. Le risorse a disposizione, però, sono pochissime: 16,4 milioni di euro (in base alla relazione illustrativa che accompagna il provvedimento) per il periodo che arriva fino a ottobre 2024. I lavori potenzialmente coperti sono, allora, pari a circa 50 milioni. Meno dell’1% dei quasi 13 miliardi di opere condominiali ancora a metà. Per gli altri, ci sarà il 70 per cento.

“Premesso che ogni attenzione alle fasce più deboli è sempre giustissima, le risorse – nota Brancaccio – non sono sufficienti. Ma se anche fossero sufficienti, resterebbero dei problemi di ordine pratico. È molto complicato pensare a condomini nei quali sarà possibile usare il meccanismo del fondo, deliberando che qualcuno metta subito i soldi e qualcun altro no. Rischiamo di trascinare situazioni di stallo ancora per tutto il 2024. Nel frattempo, i lavori resteranno fermi e partiranno i contenziosi”.

E c’è un altro aspetto: “Il meccanismo del fondo indigenti prevede un rimborso per spese già effettuate. Dopo tutto quello che è accaduto, c’è da chiedersi chi si fiderà di prendere decisioni e programmare investimenti sulla base di un impegno teorico dello Stato”.

 

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