Finanziare un piano invasi per raccogliere l’acqua piovana indispensabile per aiutare il Paese a fronteggiare la siccità, il caldo e i cambiamenti climatici, raddoppiare le risorse sui contratti di filiera nell’agroalimentare per aumentare la produzione e contrastare l’inflazione, assicurare semplificazione e potenziamento delle strutture della pubblica amministrazione per accelerare sui bandi e dare risposte alle imprese. Sono le proposte per il Piano nazionale di ripresa e resilienza presentate dal presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel corso della cabina di regia a Palazzo Chigi presieduta dal Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto.
Pnrr, presidente Coldiretti Prandini chiede più fondi per l’agroalimentare
Con il caldo record che sta causando danni nelle campagne e disagi nelle città – ha sottolineato Prandini – è necessario liberare fondi per la gestione delle risorse idriche e per l’adattamento climatico. Il Piano dovrà contribuire ad aumentare la raccolta di acqua piovana oggi ferma all’11%, attraverso la realizzazione di invasi che garantiscano acqua per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia pulita idroelettrica. Si chiede quindi – ha spiegato il presidente della Coldiretti – un primo stanziamento di almeno 1 miliardo di euro, anche attraverso risorse Repower EU e Fondo sviluppo e coesione in corso di programmazione con operazioni complementari al Pnrr.
Su fronte dei contratti di filiera l’agroalimentare Made in Italy ha centrato l’obiettivo e dimostrato concretamente la propria capacità di saper cogliere l’opportunità del Pnrr con richieste di investimenti per oltre 11 miliardi nella graduatoria del V bando, con richieste che hanno superato di dieci volte il budget disponibile – ha continuato Prandini -. Da qui la necessità di potenziare gli interventi. Per poter soddisfare la domanda totale c’è bisogno di circa 4,5 miliardi di euro in più di dotazione pubblica, a partire dal rifinanziamento del V bando.
Per sostenere lo sforzo delle imprese è poi necessario semplificare il più possibile i decreti attuativi delle diverse misure, tenendo conto di un grado di flessibilità per affrontare il continuo incremento dei costi – ha rilevato il presidente della Coldiretti -, che rischia di essere fortemente penalizzante rispetto alle domande presentate. È altrettanto importante poter avere delle tempistiche adeguate per la partecipazione ai bandi, oggi fortemente condizionate da vincoli che non tengono in dovuta considerazione le contingenze sopravvenute con la crisi energetica e la guerra.
Ma per cogliere appieno le opportunità del Pnrr serve dare anche risposte alle imprese in tempi certi – ha concluso Prandini -. Partecipare a un bando e avere risposte dopo mesi e mesi non è ammissibile e rischia di far venire meno la capacità delle aziende agricole di poter tenere fede agli impegni inserite nelle domande di aiuto. Da questo punto di vista è perciò decisivo potenziare le strutture amministrative competenti per le diverse misure, assicurando l’efficienza e l’efficacia dell’azione della Pubblica amministrazione.
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