Il quadro congiunturale che si va delineando per questo ultimo quarto del 2025 sembra consolidare la suggestione, di cui davamo conto il mese scorso, di un’economia che, seppure ancora debole, dovrebbe aver superato la fase più critica.
Congiuntura Confcommercio: Pil 2025 a +0,6%, si va verso +1% nel 2026
Al di là dei segnali positivi che emergono dal turismo, con i primi indizi di un miglioramento anche della domanda da parte degli italiani, e dall’occupazione, sui massimi seppure in rallentamento, si vanno consolidando le attese favorevoli delle imprese e si concretizzano tangibili, ancorché fragili, segni di ripresa dei consumi.
Restano, tuttavia, dubbi sull’intensità dell’eventuale ripresa, atteso che la produzione industriale si muove senza che si possa individuare un trend favorevole.
Le criticità nell’individuare la forza di una nuova fase ciclica positiva si leggono anche nelle nostre stime sul PIL. Dopo la buona stima per settembre che per effetto trascinamento dovrebbe aver guidato la favorevole dinamica del quarto trimestre stimato a +0,6% congiunturale, il PIL sembra essere tornato su un territorio di crescita più moderata. Nel mese di dicembre si stima, infatti, una variazione congiunturale nulla, comunque coerente con un’apprezzabile crescita tendenziale all’1,1%. Queste valutazioni confermano la nostra indicazione di una variazione del PIL dello 0,6% nella media non destagionalizzata del 2025 e lasciano ampi spazi per il raggiungimento di una crescita prossima all’1% per il 2026.
Elementi di fragilità si confermano, anche a novembre, per i consumi, soprattutto per i prodotti più maturi. La spesa delle famiglie, misurata nella metrica dell’Indicatore Consumi Confcommercio, aumenta, secondo le nostre stime, di un decimo di punto rispetto a novembre 2024. Se la variazione anno su anno appare marginale, la variazione congiunturale (+0,6% rispetto a ottobre) sembra preludere a una fine d’anno più favorevole e sostiene le attese di un 2026 finalmente tonico. A livello generale permane la tendenza, in atto ormai da alcuni anni, a privilegiare le spese per i beni e servizi legati al tempo libero a svantaggio di quelli più tradizionali: la variazione della spesa reale resta in territorio negativo per l’automotive, gli alimentari, i mobili e gli elettrodomestici.
In questo contesto spinte più favorevoli al recupero della domanda potrebbero provenire dalla piena consapevolezza da parte delle famiglie di un’inflazione sotto controllo. Secondo le nostre stime, a dicembre, dopo un trimestre di generalizzata riduzione, i prezzi si dovrebbero muovere marginalmente (+0,1%) con un’inflazione che su base annua si confermerebbe all’1,1%.
ICC (INDICATORE CONSUMI CONFCOMMERCIO)
A novembre 2025 l’Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) è stimato in crescita dello 0,1% nel confronto con lo stesso mese del 2024. La valutazione è sintesi di una riduzione della spesa per i beni (-0,3%) e di una crescita di quella per i servizi (1,3%). Il marginale miglioramento va letto anche alla luce delle dinamiche congiunturali del dato destagionalizzato. La crescita dello 0,6%, dato che consolida i segnali di miglioramento emersi già a ottobre, sembra indicare come, dopo un terzo trimestre non favorevole, la domanda sia entrata in una fase lievemente più dinamica. La stima autorizza un cauto ottimismo per gli acquisti di dicembre e, in prospettiva, per il prossimo anno.
LE DINAMICHE TENDENZIALI
Le stime di novembre 2025 sono, come di consueto, sintesi di andamenti articolati delle diverse funzioni di consumo che compongono l’ICC. A livello generale si conferma la tendenza, in atto ormai da alcuni anni, delle famiglie a privilegiare le spese per i prodotti percepiti come maggiormente rappresentativi del proprio benessere a svantaggio di quelli più maturi.
In un contesto che complessivamente sembra indicare una situazione lievemente meno negativa sono comunque ancora pochi i segmenti che mostrano spunti di crescita su base annua. L’incremento più significativo si conferma quello relativo ai consumi di beni e servizi per la comunicazione (+6,4%). Variazioni positive si sono registrate anche per i beni e i servizi per la cura della persona (+0,7%) e per gli alberghi e i pasti e le consumazioni fuori casa (+0,6%). Dopo i consistenti cali degli ultimi anni la domanda per abbigliamento e calzature sembra aver raggiunto una fase di stabilizzazione, con una riduzione dello 0,1% su base annua. Dato che non rende meno critica una situazione che ha visto un progressivo allontanamento dai livelli di consumo del 2019. Le altre macro-funzioni incluse nell’indicatore evidenziano un arretramento, su base annua, dei quantitativi acquistati dalle famiglie. Le maggiori difficoltà si confermano quelle relative al segmento dei beni e i servizi per la mobilità (-2,3%). Più contenute, ma non meno significative, sono le riduzioni registrate per i beni e i servizi ricreativi (-0,8%), per gli alimentari, le bevande e i tabacchi e per i beni e i servizi per la casa (-0,4%).
A livello di singole voci di consumo mostrano variazioni positive gran parte dei segmenti la cui domanda è attinente al tempo libero come i trasporti aerei (+8,7%), la spesa per gli alberghi (+2,2%), i servizi ricreativi in senso stretto (1,4%) e, in misura più contenuta, i pasti e le consumazioni fuori casa (+0,3). In decisa ripresa si stimano i consumi di energia elettrica (+4,9%). Relativamente alle altre funzioni di spesa, oltre alle riduzioni rilevate per le auto (-4,0%), per gli elettrodomestici (-4,0%) e per gli alimentari e le bevande (-0,5%) si segnala il ritorno in territorio negativo dei carburanti (-1,5%) e della domanda per i mobili e gli articoli d’arredamento (-0,5%).
PREZZI AL CONSUMO: LE TENDENZE A BREVE TERMINE
Sulla base degli andamenti registrati dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo, si stima per il mese di dicembre un aumento dello 0,1% dell’indice in termini congiunturali, confermando una crescita dell’1,1% su base annua. Il 2025 si chiuderebbe pertanto con un’inflazione nella media dell’anno dell’1,5% e, cosa ancora più importante, lasciando una marginale eredità negativa al 2026.
Tra le diverse voci si segnala come il rialzo atteso su base annua per gli alimentari derivi essenzialmente da un effetto statistico e possa essere considerato temporaneo.
In termini prospettici, stanti le dinamiche rilevate dall’inflazione di fondo, è lecito attendersi il permanere di una dinamica moderata dei prezzi almeno per tutta la prima parte del prossimo anno. Il rientro dell’inflazione per il complesso dei beni inclusi nel cosiddetto carrello della spesa e, più in generale, per i beni e i servizi acquistati con maggiore frequenza dalle famiglie, dovrebbe contribuire a migliorare la fiducia delle famiglie consolidando gli attuali primi segni di risveglio della domanda.