La Presidente della Banca Centrale Europea (BCE), Christine Lagarde, ha spiegato le decisioni di politica monetaria del Consiglio direttivo nella conferenza stampa tenuta insieme al vicepresidente Luis de Guindos, dopo che l’istituto di Francoforte ha deciso di mantenere invariati i tassi di interesse sui rifinanziamenti principali al 4.5%.
BCE, Lagarde: “Determinati a riportare inflazione al 2% nel medio termine. Prematuro discutere di taglio tassi”
Ecco l’intervento di Christine Lagarde:
TASSI INVARIATI
“Il Consiglio direttivo ha deciso oggi di mantenere invariati i tre tassi di interesse di riferimento della BCE – spiega la presidente Lagarde -. Le nuove informazioni hanno confermato sostanzialmente la nostra valutazione precedente circa le prospettive di inflazione a medio termine. A parte un effetto base al rialzo sullโinflazione complessiva legato allโenergia, la tendenza al ribasso dellโinflazione di fondo รจ proseguita e i passati incrementi dei nostri tassi di interesse continuano a trasmettersi con vigore alle condizioni di finanziamento. Le condizioni di finanziamento restrittive frenano la domanda, contribuendo al calo dellโinflazione.
Siamo determinati ad assicurare il ritorno tempestivo dellโinflazione al nostro obiettivo del 2% a medio termine. In base alla nostra attuale valutazione, riteniamo che i tassi di interesse di riferimento della BCE si collochino su livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale al conseguimento di tale obiettivo. Le nostre decisioni future assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finchรฉ necessario.
Continueremo a seguire un approccio guidato dai dati per determinare livello e durata adeguati della restrizione. In particolare, le decisioni sui tassi di interesse saranno basate sulla nostra valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dellโinflazione di fondo e dellโintensitร della trasmissione della politica monetaria.
Spiegherรฒ ora in modo piรน approfondito come valutiamo lโevoluzione dellโeconomia e dellโinflazione, per poi passare alle condizioni finanziarie e monetarie”.
Attivitร economica
“ร probabile che lโeconomia dellโarea dellโeuro abbia ristagnato nellโultimo trimestre del 2023. I dati pervenuti continuano a segnalare una dinamica debole nel breve periodo. Tuttavia, alcuni indicatori prospettici basati sulle indagini suggeriscono un rafforzamento della crescita su un periodo piรน lungo.
Il mercato del lavoro si รจ mantenuto vigoroso. Il tasso di disoccupazione, pari al 6,4% a novembre, si รจ riportato sul livello piรน basso dallโintroduzione dellโeuro e gli ingressi nelle forze di lavoro sono aumentati. Al tempo stesso, la domanda di manodopera sta rallentando, a fronte del calo delle offerte di lavoro pubblicate.
I governi dovrebbero continuare a revocare le misure di sostegno connesse allโenergia per evitare di alimentare le pressioni inflazionistiche di medio termine. Le politiche di bilancio e strutturali dovrebbero essere concepite per rendere la nostra economia piรน produttiva e competitiva, nonchรฉ per ridimensionare gradualmente gli elevati rapporti fra debito pubblico e PIL. Le riforme strutturali e gli investimenti volti a migliorare la capacitร di offerta dellโarea dellโeuro, che beneficerebbe della piena attuazione del programma Next Generation EU, possono contribuire a ridurre le spinte sui prezzi nel medio periodo, sostenendo al tempo stesso la transizione ecologica e digitale. A seguito del recente accordo raggiunto dal Consiglio Ecofin sulla riforma del quadro di governance economica dellโUE, il relativo processo legislativo andrebbe concluso rapidamente affinchรฉ le nuove regole possano essere attuate senza indugio. Inoltre, รจ indispensabile accelerare i progressi verso la realizzazione dellโunione dei mercati dei capitali e il completamento dellโunione bancaria”.
Inflazione
“Lโinflazione รจ aumentata al 2,9% a dicembre, poichรฉ alcune misure di bilancio adottate in passato per attenuare lโimpatto degli elevati prezzi dellโenergia non rientrano piรน nel calcolo del tasso di inflazione sui dodici mesi. Tuttavia tale aumento รจ risultato piรน debole rispetto alle attese. A parte questo effetto base, la generale tendenza al ribasso dellโinflazione รจ proseguita. Per quanto concerne i beni alimentari si รจ ridotta al 6,1% a dicembre. Anche lโinflazione al netto dellโenergia e degli alimentari รจ nuovamente scesa, al 3,4%, per effetto del calo al 2,5% di quella relativa ai beni. Lโinflazione dei servizi รจ rimasta stabile al 4,0%.
Lโinflazione dovrebbe attenuarsi ancora nel corso dellโanno, in un contesto in cui vengono meno gli effetti dei passati shock sullโenergia, delle strozzature dellโofferta e della riapertura delle attivitร economiche dopo la pandemia e la politica monetaria piรน restrittiva continua a pesare sulla domanda.
Quasi tutte le misure dellโinflazione di fondo sono diminuite ulteriormente a dicembre. Lโalto tasso di incremento delle retribuzioni e il calo della produttivitร del lavoro mantengono elevate le pressioni interne sui prezzi, benchรฉ anche queste abbiano iniziato ad affievolirsi. Allo stesso tempo, i piรน bassi profitti per unitร di prodotto hanno cominciato a moderare lโeffetto inflazionistico dellโaumento dei costi unitari del lavoro. Le misure delle aspettative dellโinflazione a piรน breve termine hanno registrato una marcata flessione, mentre quelle delle aspettative a piรน lungo termine si sono perlopiรน collocate attorno al 2%”.
Valutazione dei rischi
“Restano orientati al ribasso i rischi per la crescita economica, che potrebbe risultare inferiore se gli effetti della politica monetaria si rivelassero piรน intensi delle attese. Anche un indebolimento dellโeconomia mondiale o un ulteriore rallentamento del commercio internazionale graverebbero sullโespansione nellโarea dellโeuro. La guerra ingiustificata della Russia contro lโUcraina e il tragico conflitto in Medio Oriente costituiscono le principali fonti di rischio geopolitico. Da tale panorama potrebbero derivare un peggioramento della fiducia di imprese e famiglie riguardo al futuro e interruzioni degli scambi internazionali. La crescita potrebbe essere piรน elevata se lโincremento dei redditi reali comportasse aumenti della spesa maggiori del previsto o se lโespansione dellโeconomia mondiale fosse piรน forte delle attese.
I rischi al rialzo per lโinflazione includono le accresciute tensioni geopolitiche, soprattutto in Medio Oriente, che potrebbero fare aumentare i prezzi dellโenergia e i costi di trasporto nel breve termine e ostacolare il commercio mondiale. Lโinflazione potrebbe anche collocarsi su livelli piรน elevati di quanto anticipato se i salari aumentassero piรน delle attese o i margini di profitto rivelassero una maggiore tenuta. Al contrario, lโinflazione potrebbe sorprendere al ribasso nel caso in cui la politica monetaria frenasse la domanda in misura maggiore delle attese o il contesto economico nel resto del mondo si deteriorasse inaspettatamente. Inoltre, lโinflazione potrebbe ridursi piรน rapidamente nel breve periodo se i prezzi dellโenergia evolvessero in linea con il recente andamento calante delle aspettative di mercato circa il profilo futuro delle quotazioni del petrolio e del gas”.
Condizioni finanziarie e monetarie
“I tassi di interesse di mercato hanno mostrato sostanzialmente un andamento laterale dalla nostra ultima riunione. La nostra politica monetaria restrittiva continua a trasmettersi con vigore alle condizioni di finanziamento generali. I tassi sui prestiti alle imprese sono diminuiti lievemente, portandosi al 5,2% a novembre, mentre i tassi sui mutui ipotecari sono aumentati ancora, al 4,0%.
Gli elevati tassi di indebitamento, insieme alla connessa riduzione dei piani di investimento e degli acquisti di abitazioni, hanno determinato un ulteriore calo della domanda di credito nel quarto trimestre, come rilevato dalla nostra ultima indagine sul credito bancario. Pur essendo divenuti meno rigidi, i criteri di concessione del credito a imprese e famiglie sono rimasti restrittivi, a fronte dei timori delle banche circa i rischi a cui รจ esposta la clientela.
In tale contesto, la dinamica del credito ha fatto osservare un qualche miglioramento, ma nel complesso resta debole. Dopo la contrazione di ottobre, a novembre i prestiti alle imprese hanno ristagnato rispetto allโanno precedente, con un recupero dei flussi mensili dei crediti a breve termine. I prestiti alle famiglie sono cresciuti moderatamente, a un ritmo dello 0,5% sui dodici mesi”.
Conclusioni
“Il Consiglio direttivo ha deciso oggi di mantenere invariati i tre tassi di interesse di riferimento della BCE. Siamo determinati ad assicurare il ritorno tempestivo dellโinflazione al nostro obiettivo del 2% a medio termine. In base alla nostra attuale valutazione, riteniamo che i tassi di interesse di riferimento della BCE si collochino su livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale al conseguimento di tale obiettivo. Le nostre decisioni future assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finchรฉ necessario. Continueremo a seguire un approccio guidato dai dati per determinare livello e durata adeguati della restrizione.
In ogni caso, siamo pronti ad adeguare tutti gli strumenti nellโambito del nostro mandato per assicurare che lโinflazione ritorni al nostro obiettivo di medio termine e per preservare lโordinato funzionamento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria”.
LAGARDE IN CONFERENZA: “PREMATURO DISCUTERE DI TAGLIO TASSI”
Christine Lagarde รจ tornata sulla questione tassi in conferenza stampa: “Il consensus in seno al Consiglio direttivo ha confermato che รจ prematuro discutere di tagli dei tassi. Continuiamo ad aspettarci il primo taglio dei tassi solo a giugno, seguito da due ulteriori tagli di 25 punti base ciascuno nella seconda metร dell’anno. Vediamo tagli dei tassi significativamente inferiori rispetto ai mercati dei future perchรฉ non crediamo che il problema dellโinflazione sia stato risolto”.