Christine Lagarde, Presidente della BCE, ha parlato in conferenza stampa al termine della riunione del consiglio direttivo a Lubiana. Le sue parole: “L’area euro non va verso una recessione e siamo diretti verso un atterraggio morbido”, ha assicurato la presidente della Banca Centrale Europea.
BCE, Lagarde: “L’area euro non va verso una recessione. Prossime mosse guidate dai dati”
“Desidero ringraziare il Governatore Vasle per la cordiale ospitalitร ed esprimere particolare gratitudine al personale della banca centrale slovena per lโeccellente organizzazione della riunione odierna – ha affermato Lagarde -. Il Consiglio direttivo ha deciso oggi di ridurre di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della BCE. In particolare, la decisione di ridurre il tasso sui depositi presso la banca centrale, tasso mediante il quale orientiamo la politica monetaria, scaturisce dalla valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione, della dinamica dellโinflazione di fondo e dellโintensitร della trasmissione della politica monetaria. Le ultime informazioni sullโinflazione indicano che il processo disinflazionistico รจ ben avviato. Le prospettive di inflazione sono inoltre influenzate dalle recenti sorprese al ribasso degli indicatori dellโattivitร economia. Nel contempo, le condizioni di finanziamento rimangono restrittive.
Ci si attende che lโinflazione aumenti nei prossimi mesi, per poi diminuire e raggiungere lโobiettivo nel corso del prossimo anno. Lโinflazione interna resta elevata, in quanto i salari continuano a crescere a un ritmo sostenuto. Al tempo stesso, le pressioni sul costo del lavoro dovrebbero seguitare ad attenuarsi gradualmente, in un contesto in cui i profitti ne mitigano parzialmente lโimpatto sullโinflazione.
Siamo determinati ad assicurare il ritorno tempestivo dellโinflazione al nostro obiettivo del 2% a medio termine. Manterremo i tassi di riferimento su livelli sufficientemente restrittivi finchรฉ necessario a conseguire questo fine. Per determinare livello e durata adeguati della restrizione, continueremo a seguire un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione. In particolare, le decisioni sui tassi di interesse saranno basate sulla nostra valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dellโinflazione di fondo e dellโintensitร della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarci a un particolare percorso dei tassi.
Spiegherรฒ ora in modo piรน approfondito come valutiamo lโevoluzione dellโeconomia e dellโinflazione, per poi passare alle condizioni finanziarie e monetarie”.
Attivitร economica
“Le nuove informazioni rivelano unโattivitร economica piรน debole rispetto alle attese. Benchรฉ la produzione industriale sia risultata particolarmente volatile durante i mesi estivi, le indagini indicano una protratta contrazione nel settore manifatturiero. Per il comparto dei servizi i sondaggi evidenziano un aumento dellโattivitร in agosto, sostenuto probabilmente da una forte stagione turistica estiva, sebbene i dati piรน recenti mostrino una crescita piรน contenuta. Gli investimenti delle imprese registrano un incremento soltanto moderato, mentre continuano a diminuire gli investimenti nellโedilizia residenziale. Le esportazioni, soprattutto di beni, si sono indebolite.
Nonostante lโaumento dei redditi nel secondo trimestre, i consumi delle famiglie sono diminuiti contrariamente alle attese. Il tasso di risparmio si รจ collocato al 15,7% nel secondo trimestre, ben al di sopra della media del 12,9% osservata prima della pandemia. Al tempo stesso, i recenti risultati delle indagini segnalano una graduale ripresa della spesa delle famiglie.
Il mercato del lavoro mostra ancora una buona tenuta. Il tasso di disoccupazione si รจ mantenuto al minimo storico del 6,4% ad agosto. Dalle indagini emergono tuttavia un rallentamento dellโoccupazione e unโulteriore moderazione della domanda di manodopera.
Ci attendiamo che lโeconomia si rafforzi nel tempo, poichรฉ lโaumento dei redditi reali consentirร alle famiglie di effettuare maggiori consumi. Il graduale venir meno degli effetti della politica monetaria restrittiva dovrebbe sostenere i consumi e gli investimenti. Con lโaumento della domanda mondiale, le esportazioni dovrebbero contribuire alla ripresa.
Le politiche strutturali e di bilancio dovrebbero essere finalizzate ad accrescere la produttivitร , la competitivitร e la capacitร di tenuta dellโeconomia; ciรฒ contribuirebbe a innalzare il potenziale di crescita e a ridurre le spinte sui prezzi nel medio periodo. Pertanto, รจ fondamentale dare prontamente seguito, con politiche strutturali concrete e ambiziose, alle proposte di Mario Draghi per una maggiore competitivitร europea e a quelle di Enrico Letta per il rafforzamento del mercato unico. Lโattuazione piena, trasparente e immediata del nuovo quadro di governance economica dellโUE aiuterร i governi a ridurre stabilmente il disavanzo di bilancio e il rapporto debito/PIL; questa รจ la direzione che essi dovrebbero ora intraprendere con determinazione nel definire i propri piani di medio termine per le politiche strutturali e di bilancio”.
Inflazione
“Lโinflazione sui dodici mesi si รจ ridotta ulteriormente allโ1,7% a settembre, il livello piรน basso da aprile 2021. I prezzi dellโenergia sono scesi bruscamente, registrando un tasso di variazione del -6,1% sui dodici mesi. Lโinflazione degli alimentari ha segnato un lieve incremento al 2,4%. Lโinflazione dei beni รจ rimasta contenuta, allo 0,4%, mentre quella dei servizi รจ calata al 3,9%.
Le misure dellโinflazione di fondo sono perlopiรน diminuite o rimaste invariate. Lโinflazione interna รจ ancora alta, poichรฉ persistono forti pressioni salariali nellโarea dellโeuro. La crescita delle retribuzioni contrattuali resterร elevata e variabile nel resto dellโanno, tenuto conto del ruolo significativo dei pagamenti una tantum e dello scaglionamento degli adeguamenti salariali.
Lโinflazione dovrebbe aumentare nei prossimi mesi, anche perchรฉ i bruschi ribassi precedenti dei prezzi dellโenergia non incideranno piรน sui tassi calcolati sui dodici mesi. Dovrebbe poi diminuire raggiungendo lโobiettivo nel corso del prossimo anno. Il processo di disinflazione dovrebbe essere sostenuto dallโattenuarsi delle pressioni sul costo del lavoro e dalla graduale trasmissione del passato inasprimento della politica monetaria ai prezzi al consumo. Le misure delle aspettative di inflazione a piรน lungo termine si collocano perlopiรน intorno al 2%”.
Valutazione dei rischi
“I rischi per la crescita economica restano orientati verso il basso. Il calo di fiducia potrebbe impedire ai consumi e agli investimenti di recuperare al ritmo atteso. Ciรฒ potrebbe essere amplificato dalle fonti di rischio geopolitico, come la guerra ingiustificata della Russia contro lโUcraina e il tragico conflitto in Medio Oriente, suscettibili anche di causare interruzioni delle forniture di energia e degli scambi internazionali. La minore domanda di esportazioni dellโarea dellโeuro, dovuta ad esempio allโindebolimento dellโeconomia mondiale o allโacuirsi delle tensioni commerciali tra le maggiori economie, graverebbe ulteriormente sulla crescita dellโarea dellโeuro. Questa potrebbe inoltre risultare inferiore se gli effetti ritardati dellโinasprimento della politica monetaria si rivelassero piรน intensi delle attese. Potrebbe invece risultare superiore se lโespansione dellโeconomia mondiale fosse piรน forte delle aspettative oppure se le migliori condizioni di finanziamento e il calo dellโinflazione inducessero un piรน rapido recupero dei consumi e degli investimenti.
Lโinflazione potrebbe collocarsi su livelli piรน elevati di quanto anticipato se i salari o i profitti aumentassero piรน delle attese. I rischi al rialzo per lโinflazione derivano inoltre dalle accresciute tensioni geopolitiche, che potrebbero far aumentare i prezzi dellโenergia e i costi di trasporto nel breve termine e causare interruzioni del commercio mondiale.ย Inoltre, i fenomeni meteorologici estremi, e piรน in generale il dispiegarsi della crisi climatica, potrebbero far salire i prezzi dei beni alimentari. Per contro, lโinflazione potrebbe sorprendere al ribasso se il debole clima di fiducia e i timori riguardo agli eventi geopolitici impedissero ai consumi e agli investimenti di recuperare al ritmo atteso, se la politica monetaria frenasse la domanda piรน di quanto anticipato o se il contesto economico nel resto del mondo si deteriorasse inaspettatamente”.
Condizioni finanziarie e monetarie
“I tassi di interesse di mercato a piรน breve termine sono diminuiti dalla nostra riunione di settembre, soprattutto di riflesso alle notizie di un indebolimento dellโeconomia dellโarea dellโeuro e allโulteriore calo dellโinflazione. Benchรฉ le condizioni di finanziamento si mantengano restrittive, ad agosto i tassi di interesse medi sui nuovi prestiti alle imprese e sui nuovi mutui hanno registrato una lieve flessione, portandosi rispettivamente al 5,0% e al 3,7%.
Come rilevato dalla nostra ultima indagine sul credito bancario, i criteri di concessione dei prestiti alle imprese sono rimasti invariati nel terzo trimestre, dopo oltre due anni di progressivo inasprimento. In aggiunta, la domanda di prestiti da parte delle imprese รจ amentata per la prima volta in due anni. Nel complesso il credito alle imprese resta moderato; ad agosto รจ cresciuto dello 0,8% sui dodici mesi.
I criteri di concessione dei mutui si sono allentati per il terzo trimestre consecutivo, specialmente a causa della maggiore concorrenza fra le banche. I tassi di interesse piรน contenuti e le migliori prospettive per il mercato degli immobili residenziali hanno determinato un forte incremento della domanda di mutui, che, in linea con questi andamenti, hanno registrato un lieve aumento, crescendo a un ritmo dello 0,6% sui dodici mesi”.
Conclusioni
“Il Consiglio direttivo ha deciso oggi di ridurre di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della BCE. In particolare, la decisione di ridurre il tasso sui depositi presso la banca centrale, tasso mediante il quale orientiamo la politica monetaria, scaturisce dalla valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione, della dinamica dellโinflazione di fondo e dellโintensitร della trasmissione della politica monetaria. Siamo determinati ad assicurare il ritorno tempestivo dellโinflazione al nostro obiettivo del 2% a medio termine. Manterremo i tassi di riferimento su livelli sufficientemente restrittivi finchรฉ necessario a conseguire questo fine. Per determinare livello e durata adeguati della restrizione, continueremo a seguire un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione. In particolare, le decisioni sui tassi di interesse saranno basate sulla nostra valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dellโinflazione di fondo e dellโintensitร della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarci a un particolare percorso dei tassi.
Siamo non di meno pronti ad adeguare tutti gli strumenti nellโambito del nostro mandato per assicurare che lโinflazione ritorni al nostro obiettivo di medio termine e per preservare lโordinato funzionamento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria”.