Il commercio tra Cina e Stati Uniti continua a risentire delle tensioni bilaterali. A settembre, secondo i dati diffusi dalle Dogane cinesi, le esportazioni verso Washington hanno registrato un drastico calo del 27% su base annua, segnando il sesto mese consecutivo di contrazione, pur mostrando un rimbalzo dell’8,6% rispetto ad agosto. Anche le importazioni dalla controparte americana hanno subito una flessione significativa, con un -16,1% nello stesso periodo.
Cina: a settembre l’export verso gli USA crolla del 27%, ma cresce verso UE
La frenata nei rapporti con gli Stati Uniti è tuttavia compensata dalla crescita verso altri mercati emergenti. Le spedizioni verso l’India sono aumentate del 12,9%, mentre quelle dirette ai Paesi dell’ASEAN hanno registrato un incremento del 14,7%, con picchi del +22,5% in Thailandia e del +22,3% in Vietnam.
Questi dati confermano la strategia di diversificazione delle catene di approvvigionamento perseguita da Pechino, che punta a ridurre la dipendenza dalle economie occidentali. Parallelamente, cresce l’import cinese per soddisfare la domanda interna, creando però nuove pressioni sull’industria nazionale.
In Europa, le esportazioni verso l’Unione Europea hanno mostrato un progresso dell’8,2%, mentre quelle destinate alla Russia sono diminuite dell’11,3%, anche a causa delle recenti restrizioni imposte da Mosca su alcuni prodotti cinesi.
Nel complesso, i dati di settembre delineano un quadro misto per il commercio estero cinese: in rallentamento nei mercati tradizionali ma in espansione in quelli emergenti, segno di una transizione strutturale nelle strategie economiche di Pechino.