Thursday 21 November 2024

Piero Cipollone, membro del Comitato esecutivo della BCE, è intervenuto dinanzi alla Commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo. Ecco le sue parole:

Euro digitale, Cipollone (BCE): “Siamo a metà fase preparatoria”

“È un piacere essere qui oggi per incontrare i nuovi membri della Commissione per i problemi economici e monetari e riferire sullo stato di avanzamento del progetto sull’euro digitale. Vorrei inoltre congratularmi con l’Onorevole Lalucq per l’elezione a Presidente di questa commissione.

La BCE apprezza il dialogo aperto e fruttuoso sull’euro digitale che abbiamo intrattenuto con questa commissione sin dall’inizio del progetto. Intendo proseguire questo dialogo e attendo con interesse i nostri futuri incontri.

Nel mio intervento odierno mi concentrerò su tre tematiche fondamentali. In primo luogo, la dipendenza dell’Europa da operatori esteri di pagamenti al dettaglio. In secondo luogo, i benefici di un euro digitale per tutti, compresi i consumatori, i commercianti e le banche. Infine, i progressi finora compiuti nell’esecuzione del progetto sull’euro digitale”.

 

Predominanza di operatori esteri nel panorama europeo dei pagamenti

“Facciamo un balzo in avanti, all’anno 2030. Immaginiamo di essere ai Campionati mondiali di calcio in Spagna. Vogliamo acquistare una bevanda, ma possiamo pagare solo con Alipay. Questo scenario non è così inverosimile come sembra: quest’estate acquistare biglietti per i Campionati europei di calcio in Germania è stato possibile solo con mezzi di pagamento cinesi o americani.

Una situazione del genere sarebbe pensabile per gli Stati Uniti? Andare alle finali dell’American Football League e non avere a disposizione mezzi di pagamento americani? Certamente no.

L’Eurosistema continuerà naturalmente ad assicurare che i cittadini europei possano effettuare pagamenti in contanti. Tuttavia, il contante sta diventando sempre meno diffuso, scalzato dall’incremento dei pagamenti digitali e degli acquisti online.

Sempre più persone, ad esempio, acquistano generi alimentari online, che però non si possono pagare in contanti. Il più delle volte l’unica opzione è PayPal oppure un circuito di carte internazionale come Visa o Mastercard.

Un numero sempre maggiore di persone utilizza portafogli digitali come PayPal o Apple Pay sui propri telefoni cellulari. Ci si attende che entro il 2027 queste piattaforme gestiscano il 40% del commercio elettronico e il 27% dei pagamenti nei punti di vendita fisici in Europa.

Allo stesso tempo, la quota di imprese nell’area dell’euro che non accettano contante è aumentata in misura significativa.

Questi sviluppi stanno contribuendo all’emarginazione degli anziani e di coloro che hanno meno familiarità con la tecnologia. Ci rendono inoltre dipendenti da imprese non europee, il che è rischioso.

Cerchiamo di immaginare cosa accadrebbe se non riuscissimo a pagare con strumenti digitali. Due settimane fa, ad esempio, si è verificata un’interruzione che ha interessato gran parte del mercato europeo dei pagamenti con carta per quasi tutta una giornata. Proprio come per l’elettricità, il gas o l’acqua, non pensiamo ai pagamenti finché non smettono di funzionare. Per l’energia lo abbiamo imparato a nostre spese dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Per i pagamenti dobbiamo fare di meglio per i cittadini europei.

Abbiamo bisogno di un nostro sistema di pagamenti digitali solido. Possiamo raggiungere questo obiettivo traghettando la moneta della banca centrale nell’era digitale con l’introduzione di un euro digitale: una forma di contante emessa dalla banca centrale e accessibile a chiunque nell’area dell’euro.

Un euro digitale rafforzerebbe la sovranità e la resilienza finanziarie dell’Europa perché sarebbe basato su tecnologia e infrastrutture europee. Consentirebbe all’Europa di sviluppare e gestire in modo indipendente soluzioni di pagamento digitali, promuovendo un mercato unico più integrato.

Ma l’aspetto più importante è che l’euro digitale offrirebbe benefici tangibili a tutti: consumatori, commercianti e banche”.

 

Benefici per i cittadini europei

“Sosteniamo fortemente il pacchetto legislativo sulla moneta unica, grazie al quale il contante rimarrà ampiamente accessibile e accettato. Al tempo stesso spianerà la strada a un euro digitale, che porterebbe i vantaggi del contante nel mondo digitale.

I consumatori potrebbero utilizzare un euro digitale per qualsiasi pagamento, in qualsiasi luogo dell’area dell’euro, anche per gli acquisti online. Con un euro digitale effettuare o ricevere pagamenti sarebbe gratuito e facile come oggi con il contante. I consumatori avrebbero bisogno di un solo dispositivo e dovrebbero ricordare solo una password. In aggiunta, utilizzare un unico mezzo di pagamento in ogni circostanza renderebbe più facile agli utenti avere una visione d’insieme delle loro spese.

Un aspetto importante è che un euro digitale mirerebbe a promuovere l’inclusione finanziaria digitale assicurando che nessuno resti indietro. Sarebbe accessibile a tutti nell’intera area dell’euro, attraverso un’app mobile o una carta fisica, di modo che ognuno possa scegliere la tecnologia preferita, quale che siano l’età e le abilità tecnologiche.

Infine, un euro digitale offrirebbe la migliore tutela della privacy e dei dati nell’ambito dell’odierna tecnologia in uso nei grandi sistemi di pagamento. La privacy degli utenti è stata un elemento centrale del progetto sull’euro digitale, sin dall’inizio.

Un euro digitale sarebbe disponibile sia online che offline. Con la funzionalità offline gli utenti godrebbero di un livello di privacy simile a quello del contante. I dettagli dei pagamenti offline sarebbero noti soltanto all’ordinante e al beneficiario. Anche per i pagamenti online faremmo in modo che i dati personali siano noti solo all’utente. L’Eurosistema non potrà risalire all’identità dell’utente, né collegare direttamente un utente a un pagamento”.

 

Nuove opportunità per i commercianti

“Un euro digitale offrirebbe inoltre nuove opportunità ai titolari di esercizi commerciali europei, i quali dipendono oggi in larga misura da pochi operatori che dominano il settore dei pagamenti online o tramite carta, e ricorrono spesso a fornitori non europei. Allo stato attuale i circuiti di carte internazionali regolano il 64% dei pagamenti con carta nell’area dell’euro.

Ne derivano costi elevati per gli esercenti europei, che pagano nel complesso una somma significativa ai circuiti internazionali di carte come Visa o Mastercard.. Tale onere è sostenuto per lo più dagli esercenti più piccoli, cui sono applicate commissioni da tre a quattro volte superiori a quelle dei concorrenti di maggiori dimensioni.

Un euro digitale prevederebbe misure di salvaguardia per gli esercenti, limitando le commissioni che essi versano alle banche per la gestione dei pagamenti. Si ridurrebbe così il divario tra i costi applicati agli esercenti di piccole e grandi dimensioni per i pagamenti digitali.

Fornendo una vera alternativa alle soluzioni di pagamento esistenti, un euro digitale conferirebbe a tutti gli esercenti, grandi e piccoli, maggiore potere contrattuale per negoziare condizioni migliori con altri fornitori. Potrebbe infine garantire agli esercenti un sistema di sicurezza in caso di interruzioni di rete o blackout, grazie alla sua funzionalità offline”.

 

Benefici per le banche

“Anche le banche ne trarrebbero beneficio, in particolare in un panorama dei pagamenti in rapida evoluzione come il nostro, dove un numero crescente di nuovi operatori, soprattutto big tech non europee, entra nel mercato. Le banche sarebbero remunerate per i servizi offerti, mentre l’Eurosistema sosterrebbe i costi dello schema e dell’infrastruttura per l’euro digitale.

Se si confronta un euro digitale con servizi come PayPal o Apple Pay, i benefici per le banche diventano ancora più chiari. Ad esempio, le banche non guadagnano nulla quando si trasferiscono fondi sul portafoglio PayPal mediante addebito diretto. E con Apple Pay devono in realtà pagare una commissione solo per far sì che le loro carte siano utilizzate in Apple Wallet.

Un euro digitale rappresenterebbe inoltre una nuova fonte di reddito poiché consentirebbe alle banche di fornire servizi a valore aggiunto alla clientela.

Stiamo lavorando a stretto contatto con il mercato per assicurare che l’euro digitale tenga conto il più possibile degli standard attualmente in vigore, al fine di contenere i costi e sostenere la competitività dell’architettura europea dei pagamenti.

Inoltre, le carte e le applicazioni attualmente disponibili soltanto in uno o pochi Stati membri potrebbero ricorrere a tali standard per raggiungere la clientela in tutta l’area dell’euro senza dover investire in una nuova infrastruttura per l’accettazione dei pagamenti. Pertanto, mediante un euro digitale, i fornitori di servizi di pagamento europei potrebbero offrire ai propri clienti la comodità di utilizzare il proprio prodotto ovunque nell’area dell’euro, al pari delle società emettenti carte di pagamento. Ciò rafforzerebbe inoltre il potere contrattuale delle banche nei confronti di tali società.

Infine, le banche e gli altri fornitori di servizi di pagamento avrebbero il compito di distribuire l’euro digitale, fungendo da unico punto di contatto per gli utenti. Un euro digitale potrebbe quindi aiutare le banche a mantenere la propria clientela a fronte della crescente concorrenza nel settore dei pagamenti”.

 

La fase preparatoria del progetto procede a pieno ritmo

“Vorrei ora aggiornarvi brevemente sullo stato di avanzamento del progetto.

Dopo l’avvio della fase istruttoria nel 2021, ci troviamo ora a metà della fase di preparazione, che durerà ancora per circa un anno.

Uno degli ambiti principali di questa fase è lo sviluppo di una metodologia per determinare la quantità massima di euro digitali che una persona può detenere in qualsiasi momento. I massimali detenibili sono importanti per garantire la stabilità finanziaria ed evitare trasferimenti su vasta scala dai depositi bancari all’euro digitale, soprattutto durante le crisi.

Tali limiti sarebbero sufficientemente elevati da evitare un’incidenza negativa sull’esperienza degli utenti dell’euro digitale.

Gli esperti della BCE, delle banche centrali nazionali appartenenti all’Eurosistema e delle autorità nazionali competenti, sfruttando le proprie competenze specifiche, hanno iniziato a individuare i fattori che potrebbero influenzare la calibrazione del massimale detenibile, sulla base di tre aree fondamentali definite nel progetto di regolamento: fruibilità, politica monetaria e stabilità finanziaria.

Sebbene i massimali detenibili saranno fissati con esattezza in prossimità dell’eventuale emissione e seguendo un processo di governance ben definito all’interno del progetto di regolamento, ci impegniamo a garantire che la nostra metodologia sia prevedibile. Pertanto, gli esperti della BCE si confrontano regolarmente con i consumatori, gli esercenti e le istituzioni finanziarie, al fine di condividere tutti gli aggiornamenti sull’attività tecnica e raccogliere osservazioni.

Stiamo inoltre ultimando il manuale di norme relativo allo schema di utilizzo per l’euro digitale, che costituirà un insieme chiaro di regole e standard per assicurare un’esperienza d’uso omogenea in tutta l’area dell’euro. Ciò aiuterà anche le imprese private a distribuire le proprie soluzioni. Stiamo lavorando a stretto contatto con tutti i rappresentanti del Gruppo per lo sviluppo del manuale di norme, comprese le associazioni di consumatori, commercianti, intermediari bancari e non bancari.

Inoltre, siamo attualmente in fase di selezione dei potenziali fornitori in grado di sviluppare una piattaforma e un’infrastruttura per l’euro digitale.

Infine, stiamo esaminando con attenzione altri aspetti tecnici fondamentali, come la privacy e la funzionalità offline. Vi terremo aggiornati su tutti questi sviluppi.

Entro la fine del 2025 il Consiglio direttivo della BCE deciderà se passare alla fase successiva del progetto. Il Consiglio direttivo non prenderà però alcuna decisione in merito all’emissione di un euro digitale prima dell’adozione dell’atto legislativo”.

 

Conclusioni

“L’introduzione dell’euro digitale in tutta l’area dell’euro è un’iniziativa che, pur richiedendo tempo, rappresenterebbe un passo fondamentale per il futuro dell’Europa. In molti paesi nel mondo si sta valutando la possibilità di introdurre valute digitali al dettaglio emesse dalla banca centrale. Se vogliamo contribuire alla definizione degli standard e mantenere la nostra posizione di avanguardia, dobbiamo agire rapidamente.

L’euro digitale è un progetto europeo comune: per questo dialoghiamo con tutte le parti interessate e ascoltiamo attentamente le loro opinioni e preoccupazioni. Confermo inoltre il mio impegno a un regolare confronto con il Parlamento europeo.

L’introduzione di un euro digitale offerto alla clientela da tutte le banche e tutti gli altri fornitori e accettato da tutti gli esercenti, in tutta l’area dell’euro, richiederebbe diversi anni. Gli operatori di mercato hanno bisogno di certezza per investire nell’euro digitale e ciò richiede il coordinamento tra i colegislatori e la banca centrale.

Apprezzo tutto il lavoro svolto finora da questa commissione sull’euro digitale. Il dibattito legislativo dipende ora da voi. La BCE è certamente pronta a confrontarsi con il team incaricato delle negoziazioni e fornire costantemente il supporto tecnico necessario.

È importante che i lavori legislativi e tecnici avanzino in parallelo, rapidamente e in stretta cooperazione. Insieme possiamo assicurare che l’euro digitale rafforzi la sovranità finanziaria dell’Europa a beneficio di tutti i suoi cittadini”.

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