La spesa degli italiani per la voce acqua, sia essa minerale o quella del rubinetto, risulta in sensibile aumento negli ultimi anni, e nonostante si siano ridotti i consumi domestici, gli sprechi rimangono ancora elevati sia in casa sia lungo la rete di distribuzione.
Acqua costa 384 euro a famiglia. Per quella minerale +10.056% rispetto ad acqua di rubinetto
A tracciare il quadro dei servizi idrici è Consumers’ Forum, ente indipendente di cui fanno parte Associazioni di Consumatori, Imprese Industriali e di servizi e le loro associazioni di categoria, dopo il convegno “Sostenibilità, efficienza ed equità nei servizi idrici” organizzato a Rimini insieme a Utilitalia nell’ambito di Ecomondo.La spesa media annuale per il servizio idrico in Italia nel 2024 è stata di 384 euro per un’utenza di tre persone con un consumo di 150 metri cubi, con una crescita, secondo Arera, negli ultimi 10 anni del + 40% – analizza Consumers’ Forum – Nello stesso periodo, però, gli investimenti dei gestori idrici sono passati da 3,1 miliardi, pari a 51 euro annui ad abitante, agli 8 miliardi di euro del 2024, arrivando in termini di valore pro capite a 80 euro, con una crescita del +57% del tutto analoga all’andamento delle tariffe in bolletta. Sul fronte dei consumi di acqua potabile, si è passati da una media di 241 litri al giorno per abitante del 2012, ai circa 215 litri del 2024, con una riduzione del -10,8%.
Contestualmente nello stesso periodo è aumentato in Italia il consumo di acqua minerale: dagli 11.370 milioni di litri del 2012, pari a circa 190 litri pro capite all’anno, ai 15.150 milioni di litri, 257 litri pro-capite del 2024, una crescita pari al +35,2%.
Se si analizza il costo oggi sostenuto dai consumatori per la voce “acqua”, si scopre che quella del rubinetto continua ad essere enormemente più conveniente rispetto all’acqua imbottigliata: il costo medio di un litro di acqua potabile si attesta oggi a 0,00256 euro, mentre il prezzo di un litro di acqua minerale (venduta in un campione di 18 grandi città prese in esame da Consumers’ Forum attraverso i dati dell’osservatorio prezzi Mimit) è pari a 0,26 euro: questo significa che un litro di acqua minerale costa il 10.056% in più rispetto all’acqua che esce dai rubinetti delle case italiane.
Altro punto critico è quello dello spreco: se è vero che oggi le perdite idriche imputabili alle dispersioni della rete si attestano al 42% dell’acqua distribuita, è vero anche che un appartamento arriva a sprecare fino a 20mila litri di acqua all’anno attraverso un utilizzo non accorto di questa preziosa risorsa. Basti pensare che un rubinetto che gocciola fa perdere fino a 5 litri di acqua al giorno, mentre l’uso della vasca da bagno comporta un consumo fino a 160 litri di acqua contro i 40 litri della doccia. Operazioni quotidiane come il lavaggio dei denti possono produrre sprechi da 30 litri, 6 litri il lavaggio delle mani, 20 litri la rasatura. E gli sciacquoni senza doppio tasto fanno sprecare fino a 100 litri d’acqua al giorno.
“La frammentazione che si registra nel servizio idrico in Italia, con oltre 2mila società che oggi forniscono acqua alle famiglie, non aiuta a superare il problema delle perdite della rete, mentre molto si è fatto negli ultimi anni sul fronte degli investimenti e del miglioramento della qualità delle nostre acque”. – afferma il Presidente di Consumers’ Forum, Furio Truzzi – “Serve però educare i cittadini ad un consumo più consapevole dell’acqua potabile, per combattere sprechi e consentire risparmi sulle bollette idriche, dal momento che l’acqua potabile risulta imbattibile sul fronte della convenienza economica e infine servono operatori industriali che in un sistema regolato, come quello idrico, sappiano fare massa critica per garantire economicità e sostenibilità a vantaggio di tutti i cittadini“.