Il Governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta รจ intervenuto sul tema “La disinflazione nell’area dell’euro e le opportunitร per l’economia italiana”, in occasione del Convegno “Il Gruppo Bancario Cooperativo: le opportunitร e le sfide di un nuovo modello bancario”, organizzato dal Gruppo Iccrea, per i suoi 60 anni di storia, presso la Fiera di Roma. Il suo intervento:
Bankitalia, Panetta: “Bce sia prudente, inflazione in forte calo”
“Il sistema finanziario rappresenta unโinfrastruttura essenziale di ogni moderna economia avanzata. Esso consente di finanziare gli investimenti e la crescita, ponendo la ricchezza di oggi al servizio del benessere di domani.ย
Non tutti i progetti possono avere successo, e spetta agli intermediari e ai mercati selezionare, diversificare e gestire i rischi al fine di indirizzare le risorse verso le iniziative di migliore qualitร .ย
Il ruolo delle banche รจ particolarmente rilevante nella fase attuale, caratterizzata da un elevato grado di incertezza e da cambiamenti tecnologici, climatici e geopolitici che stanno influenzando lโattivitร produttiva e il commercio a livello mondiale. In questo difficile momento di transizione, unโefficiente allocazione del credito da parte degli intermediari รจ essenziale per accompagnare le necessarie trasformazioni, la digitalizzazione e la decarbonizzazione delle imprese italiane. Soprattutto quelle piccole e medie, che traggono dal credito gran parte dei finanziamenti esterni.ย
Gli stretti rapporti con la clientela, la conoscenza dellโeconomia locale conferiscono alle banche di credito cooperativo (BCC) un vantaggio competitivo nel finanziamento delle imprese di minori dimensioni. La riforma che qualche anno fa ha istituito i gruppi cooperativi non ha intaccato questo vantaggio: attualmente le BCC erogano un quinto dei crediti alle piccole imprese, a fronte di una quota sul credito complessivo di gran lunga inferiore.ย
Nel suo insieme, il sistema bancario italiano gode di una soddisfacente condizione reddituale e patrimoniale. Anche grazie alle politiche pubbliche attuate in anni recenti a livello sia europeo sia nazionale, esso ha superato senza grandi difficoltร le conseguenze economiche della pandemia e dellโinvasione dellโUcraina. I prestiti deteriorati in rapporto a quelli complessivi sono in calo continuo dal picco del 2015. La redditivitร del capitale รจ salita a livelli che non si registravano da prima della crisi finanziaria globale, sulla spinta dei ricavi da interessi e del calo delle rettifiche sui crediti. Il coefficiente relativo al patrimonio di migliore qualitร ha raggiunto il massimo storico del 15,6 per cento.ย
La positiva situazione delle banche conferisce stabilitร allโintero sistema finanziario italiano. ร un punto di forza per lโeconomia nel suo complesso, come hanno espressamente sottolineato primarie agenzie di rating internazionali nei giudizi formulati di recente sullโItalia.ย
Con lโindebolimento della congiuntura economica in Europa e in Italia, alcuni fattori che hanno finora rafforzato le banche potrebbero venire meno nei prossimi mesi.ย
Secondo nostre proiezioni, lโeffetto congiunto del rallentamento ciclico e degli alti tassi dโinteresse potrebbe provocare unโinversione della dinamica dei crediti deteriorati. Il livello relativamente elevato dei tassi ufficiali contribuirebbe a innalzare il costo della raccolta e a comprimere i ricavi da interessi. Le condizioni di liquiditร diverranno meno favorevoli per effetto della contrazione del bilancio dellโEurosistema.ย
Occorre operare fin dโora per mitigare questi rischi, adeguando tempestivamente le rettifiche di valore allโevoluzione della qualitร del credito. I piani di finanziamento vanno adattati alla minore offerta di liquiditร e prontamente attuati. Nelle scorse settimane abbiamo sollecitato in tal senso le banche sotto la nostra diretta supervisione.ย
Il sistema bancario italiano รจ in grado di gestire sviluppi sfavorevoli. Ci si puรฒ attendere che nel prossimo biennio la sua redditivitร si riduca, ma rimanga ampiamente positiva”.ย
1. La politica monetaria e la disinflazioneย
“Nellโarea dellโeuro le condizioni di finanziamento sono divenute restrittive, con ripercussioni che si stanno estendendo dal comparto manifatturiero a quello dei servizi. Il forte aumento dellโoccupazione, che sin qui ha fornito sostegno alla domanda, si sta attenuando. Lโattivitร produttiva รจ lievemente diminuita nel terzo trimestre di questโanno e rimarrร debole nel quarto. I rischi per la crescita economica sono orientati al ribasso, anche a causa dellโincertezza generata dalle acute tensioni geopolitiche.ย
Lโinflazione รจ in forte calo, dopo il picco raggiunto lo scorso anno. Nellโarea dellโeuro quella sui dodici mesi relativa allโintero paniere di beni e servizi รจ scesa al 2,9 per cento in ottobre. Quella โdi fondoโ โ che esclude i prodotti alimentari e dellโenergia โ รจ diminuita anchโessa, al 4,2 per cento.ย
La dinamica dei prezzi al consumo misurata su base trimestrale โ che sfronda i dati dagli andamenti lontani nel tempo e rappresenta piรน accuratamente le tendenze in atto โ conferma che la disinflazione รจ ben avviata; in base a questo indicatore lโinflazione di fondo era in ottobre al 2,6 per cento.ย
Nei prossimi mesi potremmo assistere a un temporaneo aumento dellโinflazione dovuto a effetti di base, soprattutto per i prezzi dellโenergia. Questo andamento non riflette una ripresa delle pressioni inflazionistiche: al di lร di tali effetti di natura meramente statistica, nel 2024 dovrebbe proseguire la discesa dellโinflazione, in particolare quella di fondo.ย
La restrizione monetaria attuata dalla Banca centrale europea (BCE) รจ stata necessaria.ย
Unโinflazione elevata distorce le decisioni di consumo, risparmio e investimento e provoca effetti redistributivi occulti e iniqui. Entrambi questi fattori ostacolano la crescita e riducono il benessere dei cittadini, soprattutto quelli con basso reddito.ย
La stabilitร dei prezzi contribuisce inoltre alla sostenibilitร delle finanze pubbliche, soprattutto nelle economie con alto debito. Nel decennio che ha preceduto la pandemia, la bassa inflazione ha compresso i premi per il rischio sui rendimenti dei titoli pubblici, permettendo agli emittenti sovrani europei di finanziarsi a costi contenuti pur in presenza di un forte, progressivo aumento del rapporto tra debito e PIL. Questo andamento si รจ interrotto negli anni piรน recenti, quando lโinflazione ha provocato un aumento dei premi per il rischio.ย
In base alle proiezioni diffuse dalla BCE in settembre e ai dati divenuti successivamente disponibili, lโattuale livello dei tassi sarebbe sufficiente a riportare lโinflazione in linea con lโobiettivo del 2 per cento nel medio termine. Le condizioni monetarie dovranno rimanere restrittive per il tempo necessario a consolidare la disinflazione. La durata di questa fase dipenderร dallโevoluzione delle variabili macroeconomiche; potrebbe essere piรน breve qualora la persistente debolezza dellโattivitร produttiva accelerasse il calo dellโinflazione.ย
Occorre evitare inutili danni per lโattivitร economica e rischi per la stabilitร finanziaria, che finirebbero oltretutto per mettere a rischio la stessa stabilitร dei prezzi.ย
A tale riguardo, la trasmissione degli impulsi monetari alle condizioni di finanziamento si sta rivelando piรน forte di quanto era stato previsto. Il costo dei prestiti bancari รจ considerevolmente aumentato). La dinamica della moneta e del credito รจ rapidamente scesa su valori simili o inferiori a quelli registrati in seguito alla crisi finanziaria e a quella dei debiti sovrani nellโarea dellโeuro.ย
Inoltre la stretta monetaria ha sin qui prodotto solo parte dei suoi effetti, e in base allโesperienza passata continuerebbe a frenare la domanda anche in futuro. Ad esempio, nei prossimi mesi verrร a scadenza un ammontare cospicuo di debiti a medio e a lungo termine e a tasso fisso contratti da famiglie e imprese nel periodo di bassa inflazione. I rinnovi avverranno a tassi maggiori, con effetti negativi su consumi e investimenti.ย
Lโattuale correzione monetaria differisce da quelle precedenti. Essa produce effetti non solo mediante la tradizionale manovra sui tassi ufficiali, ma anche attraverso una contrazione del bilancio dellโEurosistema, che comporta un calo della liquiditร in circolazione.ย
Da un lato, la riduzione della consistenza dei titoli detenuti dalle banche centrali spingerร al rialzo i rendimenti delle attivitร finanziarie, con ulteriori effetti restrittivi.ย
Dallโaltro lato, la minore offerta di liquiditร si ripercuoterร sulle condizioni del mercato creditizio. La flessione delle riserve bancarie accentuerร la concorrenza nel mercato dei depositi, provocando nuovi aumenti dei costi di finanziamento delle banche e possibili, ulteriori incrementi dei tassi sui mutui e sui prestiti alle imprese. Lโevidenza empirica indica inoltre che una diminuzione delle riserve in eccesso delle banche comprime lโofferta di credito. A sua volta, la riduzione delle scorte liquide delle imprese renderร le scelte di investimento piรน sensibili al rialzo dei tassi.ย
Per queste ragioni, รจ necessario procedere con cautela nel processo di normalizzazione del bilancio dellโEurosistema. Dopo aver innalzato i tassi ufficiali a un livello che consentirร di riconquistare la stabilitร dei prezzi, una brusca contrazione del bilancio dellโEurosistema โ dopo quella giร rapida dei mesi scorsi โ avrebbe effetti restrittivi sullโeconomia che non sarebbero giustificati dalle prospettive dellโinflazione”.ย
2. Investimenti, innovazione e crescita in Italiaย
“Dopo la ripresa registrata allโindomani della pandemia, lโeconomia italiana รจ in una fase di ristagno, come del resto quella europea. Secondo le previsioni disponibili, lโattivitร produttiva dovrebbe accelerare nei prossimi mesi; nel 2024 la crescita rimarrebbe inferiore allโ1 per cento.ย
La prioritร รจ ora scongiurare il rischio di tornare agli insoddisfacenti tassi di crescita degli ultimi due decenni, facendo leva sui segni di vitalitร economica emersi sinora. Negli anni recenti la ripresa รจ stata trainata dallโespansione degli investimenti, che dalla fine del 2019 sono cresciuti di oltre il 20 per cento a fronte di un calo del 4 per il complesso dellโeurozona. ร una novitร importante, soprattutto se confrontata con gli anni successivi alla crisi finanziaria e a quella dei debiti sovrani.ย
Lโaumento degli investimenti non ha riguardato soltanto quelli in costruzioni, che dal 2021 sono stati alimentati da agevolazioni fiscali assai ampie. ร significativo il contributo della spesa per macchinari e beni immateriali, che lo scorso anno in rapporto al PIL รจ tornata sui livelli medi dellโarea dellโeuro, colmando un ritardo che persisteva da tempo.ย
La ripresa degli investimenti รจ un segno di fiducia sulle prospettive della nostra economia che va sostenuto e rafforzato indirizzando le risorse verso progetti in grado di innalzare il potenziale di sviluppo.ย
Che lโItalia abbia un problema strutturale di crescita รจ noto, come note sono le cause del problema.ย
Voglio tuttavia sottolineare il dato fondamentale: la nostra economia soffre da oltre due decenni della stagnazione della produttivitร del lavoro, a fronte di un aumento annuo dellโ1 per cento nel resto dellโeurozona. Un tale andamento รจ spiegato principalmente dalla deludente dinamica della produttivitร totale dei fattori โ ossia i guadagni di efficienza derivanti dalle nuove tecnologie, dai miglioramenti organizzativi, dallโinnovazione di prodotto e dallโespansione delle imprese piรน efficienti.ย
In assenza di correzioni, questi andamenti continueranno a condizionare lo sviluppo anche negli anni a venire.ย
Il rilancio dellโeconomia italiana passa per un sentiero che va dagli investimenti alla produttivitร e quindi alla crescita. Date le prospettive demografiche, lโoccupazione potrร dare un contributo allโattivitร economica tuttโal piรน nullo, anche negli scenari piรน favorevoli. La crescita dipenderร quindi dalla capacitร di aumentare il prodotto per unitร di lavoro.ย
A sua volta, lโinsoddisfacente andamento della produttivitร totale dei fattori va letto alla luce dei cambiamenti avvenuti a partire dagli anni novanta del secolo scorso. Fu allora che lโeconomia italiana cominciรฒ ad accumulare ritardi: dapprima nelle tecnologie dellโinformazione e delle comunicazioni e successivamente in quelle digitali e nella dotazione di capitale immateriale, creando le condizioni per la bassa crescita.ย
ร quindi essenziale dare continuitร alla ripresa dellโaccumulazione di capitale che stiamo osservando. Ma anche questo non basterร in mancanza di un deciso innalzamento della capacitร innovativa del sistema economico. Non dobbiamo ripetere lโesperienza degli anni 2000, quando una sostenuta dinamica degli investimenti si associรฒ a magri guadagni di produttivitร .ย
Lโinvestimento in beni immateriali rimane di oltre un punto di PIL inferiore a quello dellโarea euro19. Pur non mancando imprese altamente innovative e internazionalizzate, รจ ancora ampia la quota di quelle in ritardo sia nella capacitร di sviluppare prodotti e servizi avanzati sia nellโadozione delle nuove tecnologie, a partire da quelle digitali.ย
Il divario tra le imprese alla frontiera tecnologica e produttiva e le altre รจ un problema comune a piรน paesi20, ma รจ accentuato in Italia. Da noi i tassi di adozione della tecnologia e la produttivitร sono nettamente piรน elevati sia per le imprese grandi e operanti da piรน tempo rispetto a quelle piccole e giovani, sia per le aziende del Centro-Nord rispetto a quelle del Mezzogiorno.
ร quindi necessario ampliare la platea delle aziende innovative e dinamiche, favorendo al tempo stesso la diffusione della tecnologia tra le altre imprese. ร un obiettivo ambizioso, che oltre agli investimenti richiede la valorizzazione delle risorse umane. La tecnologia, le capacitร gestionali e la qualitร della forza lavoro sono elementi essenziali e tra loro complementari dellโinnovazione e dello sviluppo.ย
Su questi obiettivi occorre concentrare, con perseveranza, le politiche pubbliche e lโimpegno dellโintero sistema produttivo e finanziario, che in questi anni difficili ha mostrato una resistenza e una capacitร di recupero su cui costruire per dare vigore alla crescita dellโeconomia italiana”.ย
3. Conclusioniย
“Nellโarea dellโeuro i rischi per la stabilitร dei prezzi non sono svaniti, e richiedono vigilanza al fine di individuare e contrastare tempestivamente nuove possibili tensioni inflazionistiche.ย
La disinflazione รจ ben avviata, e lโattuale livello dei tassi ufficiali รจ adeguato a riportare la dinamica dei prezzi allโobiettivo del 2 per cento. Ma la restrizione attuata dalla BCE continuerร a dispiegare i suoi effetti nei prossimi mesi; il suo impatto sulla domanda potrebbe risultare ben piรน forte di quanto era stato previsto, anche in relazione alla riduzione dellโofferta di liquiditร .ย
La normalizzazione del bilancio dellโEurosistema deve evitare aggiustamenti bruschi, che non sarebbero giustificati dalle prospettive dellโinflazione e potrebbero risultare controproducenti per la crescita e la stessa stabilitร dei prezzi.ย
In Italia, lโobiettivo di innalzare la produttivitร richiede cambiamenti in piรน ambiti. Investire in innovazione รจ il punto di partenza dei necessari interventi, ma non riduce lโurgenza di altre misure. La produttivitร di un sistema dipende da molteplici fattori quali la qualificazione della forza lavoro, il funzionamento del sistema finanziario, il grado di concorrenza, le regole del mercato del lavoro, il funzionamento dellโamministrazione pubblica, in particolare nel campo della giustizia.ย
Va soprattutto ridotto il debito pubblico in rapporto al prodotto. Un debito elevato sottrae risorse alle politiche anticicliche, agli interventi sociali e alle misure in favore dello sviluppo; accresce il costo dei finanziamenti per le imprese private, riducendone la competitivitร e lโincentivo a investire; rende la nostra economia e in ultima istanza lโintero paese vulnerabili ai movimenti erratici dei mercati finanziari.ย
Il peso del debito opprime lโeconomia italiana da troppi anni. Dobbiamo liberarcene evitando gli errori del passato, agendo sia sul fronte della finanza pubblica sia su quello della crescita. Si tratta di un compito non facile, da affrontare tenendo presente lโesigenza di proseguire lโimpegno per il rilancio dellโeconomia del Mezzogiorno.ย
Questi temi sono ampiamente analizzati e discussi. La Banca dโItalia continuerร a farlo, come da sua tradizione. Io stesso tornerรฒ su di essi con valutazioni approfondite”.ย
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