“Ecco il ciclone Lagarde su famiglie e imprese”. Così titola stamattina La Verità nelle pagine interne.
Il ciclone Lagarde su famiglie e imprese
Se qualcuno avesse voluto avere un nitido quadro dei danni che sta producendo la politica monetaria della Bce guidata da Christine Lagarde su imprese e famiglie italiane, non avrebbe potuto trovare nulla di meglio dell’ultimo rapporto mensile dell’Associazione bancaria italiana (Abi) aggiornato a marzo – scrive Giuseppe Litturri -. Sembra una tempesta perfetta.
Gli ultimi dati Abi mostrano che i tassi dei prestiti sono rimasti alti e hanno schiacciato il credito. Il volume dei finanziamenti ai privati è in calo per il dodicesimo mese consecutivo, con gli interessi medi inchiodati ben oltre il 5%. Una grossa quota degli impieghi erogati durante il lockdown, inoltre, beneficia della garanzia statale del Mediocredito centrale e della Sace.
Dodici mesi fa, lo stock di prestiti a famiglie ed imprese era pari a 1.322 miliardi, a marzo si è invece attestato a 1.281 miliardi. Circa 40 miliardi di prestiti sottratti al sistema, l’equivalente di due punti percentuali di Pil. L’Abi e Bankitalia imputano tutto al calo della domanda di credito, a sua volta, conseguenza del maggior ricorso all’autofinanziamento, del minor fabbisogno per investimenti e dell’elevato livello dei tassi.
In questo contesto – si legge sul quotidiano – non deve quindi meravigliare la sostanziale stazionarietà del livello delle sofferenze, pur in presenza di economia in frenata e tassi elevati. Come ci ha confermato, a microfoni spenti, un esponente di vertice del sistema bancario, le sofferenze non aumentano perché le banche hanno reso più selettivi i criteri di accesso al credito e, di conseguenza, i potenziali cattivi pagatori sono stati esclusi in partenza o si sono autoesclusi per l’evidente impossibilità di sostenere certi livelli dei tassi. Meno volumi, meno perdite, più margini. E, se qualcosa andasse male, non dimentichiamo che una quota consistente dei prestiti erogati durante il lockdown beneficia della garanzia statale del Mediocredito centrale e della Sace. Rischio zero per le banche.