Il viceministro dell’Economia Maurizio Leo ha rilasciato una lunga intervista a Il Messaggero. Le sue considerazioni:
Viceministro Leo: “Rateizzazione cartelle esattoriali più facile, debiti spalmati in 120 mesi. Irpef giù ai redditi medi”
“Sulla riforma fiscale: “A che punto è la riforma fiscale? Il Presidente Meloni ha fatto molto bene a soffermarsi sull’importanza della riforma fiscale. È un tema che rappresenta una priorità per il governo, perché parte fondamentale del programma con il quale ci siamo presentati agli italiani. Ora, dopo i sei decreti legislativi approvati in maniera definitiva e già entrati in vigore, puntiamo a portare a casa anche quelli riguardanti il Concordato preventivo biennale e la disciplina dei giochi a distanza. E non ci fermiamo qui: presenteremo anche i decreti su sanzioni e riscossione, altri due temi sui quali urge un intervento normativo”.
Sulle cartelle esattoriali: “Vogliamo ripensare il meccanismo di riscossione nel suo complesso, rendendolo più semplice, più accessibile e venendo incontro ai contribuenti onesti che hanno difficoltà finanziarie. A quanto ammonta il totale di tasse non riscosse dal fisco? Nei magazzini del fisco ci sono 1.185 miliardi di tasse non riscosse. È una cifra abnorme, che dobbiamo cercare di smaltire. Io credo che si debba intervenire sul versante della collaborazione e della semplificazione per evitare che si accumuli ‘una montagna del genere’. Ciò significa partire da un’idea di fisco che interviene ex ante piuttosto che ex post. E questo noi lo stiamo facendo, mettendo a punto provvedimenti come l’adempimento collaborativo, che è uno dei sei provvedimenti già in vigore, ma anche il concordato preventivo biennale, che al momento è all’esame del Parlamento, in attesa di essere definitivamente approvato, entro questo mese, dal consiglio dei Ministri”.
Su come cambieranno gli atti di riscossione: “Uno dei punti centrali è il discarico ovvero la restituzione all’ente impositore, dopo 5 anni, delle cartelle inesigibili da parte dell’Agenzia delle Entrate Riscossione. A quel punto, l’ente impositore potrà valutare se intraprendere nuove verifiche e rimandare la richiesta di recupero del credito all’Agenzia, integrando ulteriori informazioni utili per l’estinzione del debito. In questo modo, la riscossione potrà concentrarsi maggiormente sui quei crediti che invece sono esigibili. Non solo: ci sarà anche un utilizzo sempre più frequente degli strumenti digitali che abbiamo a disposizione, perché il fisco che vogliamo deve sfruttare al massimo la tecnologia esistente, senza mai diventare invasivo”.
Sulla rateizzazione delle cartelle: “La rateizzazione delle cartelle sarà resa strutturale? Come già detto, in una logica di rapporto fiduciario tra amministrazione finanziaria e contribuente, è sicuramente una cosa positiva semplificare e rendere strutturale la rateizzazione fino a 120 rate. Anche qui, però, dobbiamo tenere conto di vari fattori. L’intenzione è di venire incontro al contribuente, quando ci si trova effettivamente davanti a soggetti che non possono pagare. Il Fisco deve avere un volto umano, ma ovviamente anche essere inflessibile con chi fa il furbetto, senza fare sconti. Non possiamo permettere che ci siano soggetti che si ‘finanziano’ con le tasse”.
Sulle sanzioni: “Il sistema sanzionatorio attuale è sproporzionato. E non lo dice solo Maurizio Leo, ma anche la Corte costituzionale ha mosso rilievi in tal senso. In materia di Iva ci sono sanzioni che vanno dal 120 al 240%. Bisogna arrivare massimo al 60%, come nella media europea. Dall’altro lato, inasprire le sanzioni accessorie per chi veramente ha posto in essere un comportamento fraudolento nei confronti dello Stato”.
Sulla riforma dell’Irpef che riguarderà la classe media, chi guadagna cioè da 50 mila euro in s: “Su quale aliquota intendiamo agire, su quella del 35% o del 43%? Lo vedremo in base alle risorse a disposizione. Sono comunque convinto, e lo ribadisco, che non si può pensare di tassare chi ha 50 mila euro lordi di reddito con un’aliquota che, comprendendo anche le addizionali regionali e comunali, raggiunge in alcuni casi anche il 50%”.