lunedì 15 Dicembre 2025

Nel 2024 per i conti di tipo tradizionale si è registrata una diminuzione dei canoni di base e di quelli per l’emissione delle carte di debito, mentre sono aumentate le commissioni medie applicate sulle operazioni effettuate. È inoltre aumentata l’operatività dei correntisti. Per effetto di questi fattori la spesa media complessiva di gestione è rimasta sostanzialmente invariata, a 101,1 euro (100,7 nel 2023). E’ quanto emerge dall’indagine della Banca d’Italia sul costo dei conti correnti nel 2024.

Indagine Banca d’Italia: nel 2024 costo conti correnti in leggero aumento, a 101 euro

Per i conti correnti online sono diminuiti i prezzi unitari dei servizi, mentre è aumentata l’operatività; la relativa spesa media di gestione è aumentata di 1,7 euro, a 30,6 euro. Per i conti postali sono aumentati sia le commissioni unitarie sia l’operatività, comportando un aumento della spesa media di gestione da 67,3 a 71,6 euro.

La spesa media ponderata per le tre tipologie di conto corrente si è attestata a 85,3 euro, in calo di 2,5 euro rispetto a quella dell’anno precedente; la diminuzione riflette il cambiamento dei pesi della popolazione e in particolare l’aumento del peso dei conti online (-3,6 euro) e il contemporaneo aumento dei prezzi (+1,0 euro) e dell’operatività (+0,1 euro).

La commissione per la messa a disposizione dei fondi (MDF) applicata nei contratti di apertura di credito in conto corrente è rimasta pressoché stabile all’1,6 per cento del credito accordato (era l’1,7 nel 2023); la commissione unitaria di istruttoria veloce (CIV) applicata sugli sconfinamenti e sugli scoperti di conto corrente è aumentata da 13,7 a 16,2 euro.

 

L’ANDAMENTO DELLA SPESA

Nel 2024 la spesa di gestione di un conto corrente bancario è stata pari a 101,1 euro, 0,4 euro in più rispetto al 2023, allorché era diminuita di 3,3 euro. La variazione è il saldo dell’aumento delle spese variabili e della contrazione di quelle fisse, che sono diminuite per il secondo anno (fig. 2).

Ipotizzando un paniere di servizi invariato tra il 2023 e il 2024, l’aumento di spesa attribuibile al solo cambiamento delle commissioni sarebbe stato di 1,4 euro (effetto prezzo; fig. 2); la diversa composizione del paniere dei servizi (effetto quantità) ha comportato una riduzione della spesa di 1 euro soprattutto per effetto della diminuita percentuale di clienti che ha sostenuto il pagamento del canone di base.

Le spese fisse, che ammontano a 65,4 euro e rappresentano il 64,7 per cento della spesa di gestione di un conto (tav. A7), sono diminuite di 4,7 euro (nel 2023 erano diminuite di 3,4 euro): la contrazione è in larga parte attribuibile alle minori spese per i canoni di base e per l’emissione delle carte di debito.

La diminuzione della spesa per canoni di base è a sua volta riconducibile al minore importo del canone (da 55,7 a 51,9 euro) e alla contestuale diminuzione della percentuale di clienti tenuti al suo pagamento (dal 69,6 al 66,2 per cento).

Le spese variabili, che incidono per il rimanente 35,3 per cento, ammontano a 35,7 euro: la crescita di 5,2 euro è dovuta ai maggiori costi dei prelievi di contante presso gli ATM e all’aumento dell’operatività per bonifici (online e istantanei) per pagamenti automatici; sono inoltre aumentate le spese di scritturazione online e le “altre spese variabili”.

Nel 2024 la spesa per il pagamento dell’imposta di bollo è stata pari a 16,5 euro, invariata rispetto all’anno precedente; includendo questa imposta, la spesa di gestione è pari a 117,6 euro.

 

LA SPESA IN BASE AI PROFILI DI CONSUMO DELLA CLIENTELA

La normativa di trasparenza prevede che il consumatore, prima di sottoscrivere il contratto, sia informato del costo ipotetico complessivo per l’utilizzo del conto prescelto attraverso l’Indicatore dei Costi Complessivi (ICC, si veda la nota metodologica). Inoltre, in occasione delle comunicazioni periodiche, il consumatore deve potere confrontare le spese effettivamente sostenute con l’ICC, per verificare la congruenza del profilo tariffario rispetto alle proprie esigenze. Lo scostamento tra la spesa effettiva e l’indicatore di costo può dipendere da un’operatività diversa da quella prevista nel profilo e da un livello delle commissioni applicate inferiore a quello massimo pubblicizzato.

Nel 2024 la quota di clienti che ha sostenuto una spesa di gestione inferiore all’ICC è stata pari al 69,5 per cento; per questi conti la spesa di gestione è stata pari a 81,5 euro a fronte di un corrispondente ICC medio di 365,2 euro; per il restante 30,5 per cento dei conti, la spesa di gestione è stata superiore all’ISC (143,6 euro a fronte di un ICC di 58 euro).

La spesa di gestione mostra un’ampia variabilità tra i raggruppamenti della clientela: è meno elevata per i clienti con un profilo di operatività semplificato (giovani, famiglie e pensionati a bassa operatività), maggiore per i profili di consumo più sofisticati.

A incidere è la diversa composizione del paniere di servizi bancari fruiti da ciascun raggruppamento, oltre che il differente profilo tariffario: se si tiene conto della diversa composizione dei servizi fruiti, i divari di spesa si attenuano considerevolmente. Nella figura 3 sono rappresentate, per ciascun profilo, la spesa effettiva e quella teorica che si otterrebbe presupponendo un unico paniere di servizi coincidente con il paniere medio. Il passaggio dalla spesa effettiva a quella teorica, che sterilizza la diversa composizione dei panieri di servizi fruiti nei diversi raggruppamenti di conti, determina una significativa riduzione delle differenze osservabili tra i gruppi.

 

Infatti, la differenza tra la spesa di ciascun profilo ICC e la spesa generale, in media pari a 26,5 euro, scende a 14,8 euro se si assume che non ci siano differenze nell’operatività, ovvero che tutti i clienti dispongano in media dello stesso numero di carte di pagamento (di debito, di credito, prepagate), eseguano lo stesso numero e tipo di operazioni (prelievi, bonifici, pagamenti automatici) e ricorrano al medesimo canale di esecuzione delle operazioni (sportello, ATM, canali telematici).

 

ONERI DEI CONTI CORRENTI

La commissione di istruttoria veloce (CIV), applicata nel caso di sconfinamenti, viene determinata in misura fissa ed è espressa in valore assoluto; la commissione per la messa a disposizione fondi (MDF) è commisurata all’importo e alla durata dell’affidamento4 .

CIV – Nel 2024 l’importo della commissione applicata sugli sconfinamenti e sugli scoperti di conto è stato pari a 16,2 euro, 2,5 euro in più rispetto al 2023 (tav. 1). Sono cresciuti gli importi delle variabili connesse con l’applicazione della commissione: l’ammontare dello sconfinamento massimo, la frequenza degli sconfinamenti onerosi, la durata degli sconfinamenti. Per contro, la clientela che pur sconfinante è risultata esentata dal pagamento della commissione è cresciuta dal 90,8 al 92,5 per cento.

MDF – Sui conti collegati ad un contratto di apertura di credito in conto corrente, la MDF applicata è rimasta pressoché stabile all’1,6 per cento del credito affidato (era l’1,7 nel 2023)5; la quota di conti esentati dal pagamento di questa commissione è rimasta anch’essa stabile e pari al 59,0 per cento dei conti affidati.

 

ALTRI TIPI DI CONTO

Conti correnti online – I conti online sono rivolti a consumatori che intendono svolgere operazioni prevalentemente attraverso internet; pur non costituendo una fattispecie contrattuale distinta dagli altri conti, rivestono interesse per le particolari caratteristiche tariffarie(6).

Nel 2024 la spesa di gestione di un conto online è stata pari a 30,6 euro, 1,7 euro in più rispetto all’anno precedente7 (tav. A8). La variazione è riconducibile all’aumento delle spese variabili (4,7 euro) in buona parte dovuto all’aumento del numero di bonifici, dei costi dei prelievi di contante presso gli ATM e delle “altre spese variabili”. Le spese fisse invece sono scese di 3 euro, a causa della diminuzione della percentuale dei clienti tenuta al pagamento del canone di base e dei minori costi delle carte di credito.

 

  • Per una descrizione più accurata delle commissioni e delle condizioni necessarie perché siano applicate si confronti il paragrafo Le commissioni sugli affidamenti e gli scoperti di conto corrente.
  • I conti correnti collegati ad un contratto di apertura di credito rappresentano l’8 per cento del campione.
  • Sia i conti convenzionali che quelli online offrono solitamente il medesimo paniere di servizi.
  • Il numero di enti segnalanti del campione di conti online è aumentato significativamente; la spesa di gestione dei conti online, calcolata soltanto sui conti delle banche presenti nel 2023 e nel 2024, sarebbe stata più alta e pari a 34,3 euro.

Ipotizzando un paniere di servizi invariato tra il 2023 e il 2024, la variazione di spesa attribuibile al solo cambiamento delle commissioni sarebbe stata negativa e pari a 1,3 euro (effetto prezzo; fig. 2); invece, l’aumento dell’operatività a parità di commissioni applicate avrebbe contribuito ad un aumento della spesa di 3,0 euro (effetto quantità).

La spesa dei conti online permane su un livello ancora significativamente inferiore a quello degli altri conti bancari: il divario di spesa, diminuito fino ad arrivare a 70,5 euro (71,7 euro nella rilevazione precedente) è legato alla più conveniente struttura tariffaria.

La differenza più ampia, pari a 20,7 euro, riguarda la spesa per i canoni di base e dipende da due fattori: la più bassa percentuale di clienti tenuta al pagamento di questi canoni (il 38 per cento della clientela online contro il 66 della restante clientela); il loro costo, inferiore di circa 16 euro. Anche la più bassa spesa per l’emissione e per la gestione delle carte di pagamento discende dai minori canoni.

Il profilo tariffario più favorevole interessa anche le spese variabili, soprattutto le operazioni di scritturazione contabile, gratuite nei conti online, i prelievi di contante presso gli ATM, i bonifici online e i pagamenti automatici.

Per quanto i conti online siano rivolti a consumatori che intendono svolgere operazioni prevalentemente attraverso internet, anche i titolari dei conti correnti convenzionali si caratterizzano per un’operatività svolta in prevalenza online: nel corso di un anno il numero di operazioni online in rapporto all’operatività totale è stato pari all’89,1 per cento per i conti online e al 76,3 per cento per quelli convenzionali.

Conti correnti postali – Nel 2024 la spesa di gestione di un conto postale è stata pari a 71,6 euro, in crescita di 4,3 euro rispetto all’anno precedente (nel 2023 e nel 2022 era cresciuta rispettivamente di 7,7 e 1,6 euro; tav. A9). La variazione è dovuta al congiunto aumento delle spese fisse e di quelle variabili, pari rispettivamente a 2,3 e 2 euro.

Ipotizzando un paniere di servizi invariato tra il 2023 e il 2024, l’aumento di spesa attribuibile al solo cambiamento delle commissioni sarebbe stato pari a 1,3 euro (effetto prezzo; fig. 2); l’aumento concomitante della proporzione del numero di clienti che hanno pagato il canone di base e il maggior numero di carte di credito detenute hanno contribuito a un aumento della spesa di 3 euro (effetto quantità).

Le spese fisse, che ammontano a 48 euro, sono cresciute di 2,3 euro, riflettendo la maggiore percentuale di clienti tenuti al pagamento del canone di base e i maggiori canoni delle carte di debito. Le spese variabili, pari a 23,6 euro sono aumentate di 2 euro, per la maggiore operatività nei bonifici online, nei pagamenti automatici e nelle “altre spese variabili”.

Il divario di spesa tra conti postali e ordinari è sceso da 33,3 a 29,5 euro; la differenza di spesa tra questi due tipi di conti è attribuibile sia alla particolare composizione del paniere di servizi e operazioni sia alla diversa struttura tariffaria.

La clientela postale, infatti, fruisce saltuariamente di servizi – come la tenuta di dossier titoli – che alimentano le “altre spese fisse” (circa l’1 per cento dei clienti postali contro il 29 per cento dei clienti bancari); anche la percentuale di clienti titolari di almeno una carta di credito è molto più bassa tra i conti postali (il 7,3 contro il 35,7 per cento); persistono, inoltre, apprezzabili differenze nel profilo tariffario dei canoni di base (8,3 euro). Le differenze tariffarie sono attribuibili soprattutto alle operazioni di scritturazione contabile delle operazioni effettuate allo sportello, che continuano ad essere gratuite per i conti postali, e alle minori spese per i pagamenti automatici, per i prelievi ATM e per i bonifici online.

 

 

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