«Un conto economico in chiaro scuro quello che l’intelligenza artificiale si appresta a presentare al nostro Paese. Da qui al 2035 l’IA porterà una crescita del Pil fino a 38 miliardi, pari al +1,8%, ma 6 milioni di lavoratori sono a rischio sostituzione, mentre 9 milioni potrebbero vedere l’IA integrarsi con le loro mansioni.
Intelligenza artificiale, Confcooperative: “Pil 2035 +1,8%, ma 6 milioni di posti di lavoro a rischio”
Per un totale di circa 15 milioni di lavoratori sul totale esposti agli effetti dell’IA. Questi dati dimostrano come il paradigma vada subito corretto: la persona va messa al centro del modello di sviluppo con l’intelligenza artificiale al servizio dei lavoratori e non viceversa». Così Maurizio Gardini commenta il Focus Censis Confcooperative “Intelligenza artificiale e persone: chi servirà chi?”.
Le professioni più esposte alla sostituzione: sono quelle intellettuali automatizzabili (contabili, tecnici bancari). Le professioni ad alta complementarità: includono avvocati, magistrati e dirigenti. Nella Tab 1 Le prime 10 professioni esposte alla complementarità o al rischio di sostituzione Fonte: elaborazione Censis su dati Banca d’Italia.
| Tab 1 | ALTA ESPOSIZIONE COMPLEMENTO | ALTA ESPOSIZIONE SOSTITUZIONE |
| 1 | Direttori e dirigenti della finanza ed amministrazione | Matematico |
| 2 | Direttori e dirigenti dell’organizzazione, gestione delle risorse umane e delle relazioni industriali | Contabile |
| 3 | Notai | Tecnici della gestione finanziaria |
| 4 | Avvocati | Tecnici statistici |
| 5 | Esperti legali in enti pubblici | Esperti in calligrafia |
| 6 | Magistrati | Economi e tesorieri |
| 7 | Specialisti in sistemi economici | Periti, valutatori di rischio e liquidatori |
| 8 | Psicologi clinici e psicoterapeuti | Tecnici del lavoro bancario |
| 9 | Archeologi | Specialisti della gestione e del controllo nelle imprese private |
| 10 | Specialisti in discipline religiose | Specialisti della gestione e del controllo nelle imprese pubbliche |
Il grado di esposizione alla sostituzione o complementarità aumenta con l’aumentare del livello di istruzione, come dimostra il dato secondo cui nella classe dei lavoratori a basso rischio il 64% non raggiunge il grado superiore di istruzione e solo il 3% possiede una laurea. Per quanto riguarda le professioni ad alta esposizione di sostituzione, la maggior parte dei lavoratori (54%) hanno un’istruzione superiore e il 33% un diploma di laurea. Inversamente, i lavoratori che più vedranno l’ingresso complementare delle IA nei processi produttivi posseggono una laurea (59%) mentre sono il 29% quelli con un diploma superiore (Tab. 2).
Tab. 2 – Esposizione della forza lavoro in Italia a sostituzione o complemento per livello di istruzione (val%)
Fonte: elaborazione Censis su dati Banca d’Italia
Donne più esposte degli uomini: Il livello di esposizione all’IA aumenta con il grado di istruzione e anche in questo caso si verificherebbe un acuirsi del gender gap dal momento che le donne risultano più esposte rispetto agli uomini: rappresentano, infatti, il 54% dei lavoratori ad alta esposizione di sostituzione e il 57% di quelli ad alta complementarità.
Il gap in Europa: Il gap non è solo di genere ma anche nel confronto tra i sistemi imprenditoriali dei paesi europei. Nel 2024, solo l’8,2% delle imprese italiane utilizza l’IA, contro il 19,7% della Germania e la media UE del 13,5%. Il divario è particolarmente evidente nei settori del commercio e della manifattura, dove l’Italia registra tassi di adozione inferiori alla media europea (tab 3).
Tab. 3 – L’Italia in rincorsa. Quota di imprese che utilizzano l’intelligenza artificiale in Italia rispetto a Germania, Francia e Spagna, 2021-2023- 2024 (val.%)
| 2021 | 2023 | 2024 | |
| Germania | 10,6 | 11,6 | 19,7 |
| Spagna | 7,7 | 9,2 | 11,3 |
| Unione Europea | 7,6 | 8,0 | 13,5 |
| Francia | 6,7 | 5,9 | 9,91 |
| Italia | 6,2 | 5,0 | 8,2 |
Fonte: elaborazione Censis su dati Eurostat
Per il biennio 2025-2026, il 19,5% delle imprese italiane prevede di investire in beni e servizi legati all’IA, con percentuali più alte nel settore informatico (55%) e più basse nella ristorazione (1,4%). Le grandi imprese mostrano una maggiore propensione all’investimento rispetto alle PMI.
PIL in ricerca sviluppo: i dati dimostrano impietosamente come sia necessario investire di più e meglio in ricerca e sviluppo. L’Italia investe l’1,33% del PIL rispetto alla media europea del 2,33%. L’obiettivo UE è arrivare a una media del 3% per il 2030, soglia già superata dalla Germania che investe il 3,15%, mentre la Francia investe il 2,18%, più di noi ma lontana dall’obiettivo fissato per il 2030.
Secondo una recente rilevazione Censis, il 20/25% dei lavoratori utilizza strumenti IA sul luogo di lavoro. Più nel dettaglio il 23,3% utilizza IA per la scrittura di mail, il 24,6% per messaggi, il 25% per la stesura di rapporti e il 18,5% per la creazione di Curriculum. I numeri salgono al diminuire dell’età, come dimostra il 35,8% tra i 18-34 anni che utilizza IA per la stesura di rapporti contro il 23,5% tra chi ha più di 45 anni o il 28,8% dei più giovani che utilizzano per la scrittura di mail, a fronte di un 21,9% della fascia di popolazione che ha più di 45 anni. Non emergono, invece, vistose differenze tra i vari livelli di istruzione (tab. 4).
Tab. 4 – Lavoratori italiani che dichiarano di utilizzare l’IA nella stesura di documenti di lavoro, (val.%)
| Messaggi | Rapporti | Cv | ||
| Classe di età | ||||
| 18-34 anni | 28,8 | 27,8 | 35,8 | 27,2 |
| 35-44 anni | 21,4 | 24,9 | 25,6 | 26,5 |
| 45 anni e oltre | 21,9 | 23,1 | 23,5 | 14,0 |
| Titolo di studio | ||||
| Al più diploma | 24,1 | 31,6 | 24,5 | 16,5 |
| Laurea o superiore | 22,4 | 17,3 | 25,5 | 22,3 |
| Totale | 23,3 | 24,6 | 25,0 | 18,5 |
Fonte: indagine Censis, 2024
Previsioni al 2030 Sul fronte occupazionale, si stima che entro il 2030 circa il 27% delle ore lavorate in Europa sarà automatizzato. I settori più esposti sono la ristorazione (37%), il supporto d’ufficio (36,6%) e la produzione (36%), mentre quelli meno impattati sono la sanità e il management. L’Italia mostra un ritardo significativo nell’adozione dell’Intelligenza Artificiale rispetto ad altri paesi europei. Secondo il Government AI Readiness Index 2024, l’Italia si posiziona al 25° posto, dietro a 13 paesi europei.