Ilย governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco รจ intervenuto all’assemblea dell’Abi. Ecco il suo lungo intervento:
Politica monetaria e congiuntura economica e finanziaria
“Sulla base della valutazione complessiva delle prospettive dei prezzi, dellโandamento dellโinflazione di fondo โ al netto, cioeฬ, delle componenti energetica e alimentare โ e dellโintensitaฬ della trasmissione della politica monetaria allโeconomia, a metaฬ giugno il Consiglio direttivo della Banca centrale europea (BCE) ha ulteriormente aumentato i tassi ufficiali di 25 punti base portando quello sui depositi detenuti dalle banche presso lโEurosistema al 3,5 per cento, 4 punti percentuali in piuฬ rispetto al luglio dello scorso anno. Il Consiglio ha altresiฬ confermato lโinterruzione dei reinvestimenti nellโambito del programma di acquisto di attivitaฬ finanziarie, ribadendo lโintenzione di proseguire sino alla fine del 2024 quelli connessi con il programma per lโemergenza pandemica.
Banca d’Italia, Visco: “Il Pil oltre l’1% quest’anno. Tenere alta la guardia, ma serve prudenza sui tassi”
Le decisioni continueranno a essere basate, volta per volta, sulla valutazione dellโimpatto dei nuovi dati economici e finanziari sulle prospettive dei prezzi al consumo nellโarea dellโeuro, cosiฬ da garantire un rientro sufficientemente veloce dellโinflazione allโobiettivo del 2 per cento. Anche a fronte del marcato irrigidimento delle condizioni di finanziamento e del forte indebolimento del credito si dovraฬ procedere con la necessaria prudenza al fine di evitare indesiderate ripercussioni sullโattivitaฬ economica, sulla stabilitaฬ finanziaria e sulla stessa stabilitaฬ dei prezzi nel medio termine. Oltre che sui rialzi dei tassi di riferimento, la politica monetaria puoฬ contare sul loro mantenimento a un livello e per un periodo di tempo adeguati a riportare lโinflazione al valore obiettivo. Ora che i tassi sono in territorio restrittivo, calibrare la durata della stretta monetaria, piuttosto che aumentarne eccessivamente lโampiezza, avrebbe il vantaggio di agevolare unโanalisi piuฬ informata degli effetti dellโazione fin qui condotta.
Andraฬ soprattutto seguita lโevoluzione della percezione del rischio da parte degli intermediari. Le crisi del passato hanno infatti messo in evidenza che essa eฬ una determinante importante dellโintensitaฬ di una contrazione dellโofferta di credito. Finora, nellโarea dellโeuro la qualitaฬ dei prestiti ha risentito in misura contenuta del peggioramento del quadro congiunturale; il maggiore onere del debito innescato dai notevoli rialzi dei tassi potrebbe peroฬ determinarne un progressivo deterioramento. La restrizione sarebbe inoltre accentuata se il riassorbimento della liquiditaฬ da parte dellโEurosistema portasse a un aumento del costo della raccolta bancaria piuฬ rapido e ampio di quanto oggi previsto.
In Italia, la robusta ripresa del prodotto indotta dalla piena riapertura delle attivitaฬ economiche dopo la fine della fase di emergenza sanitaria si sta attenuando. Nel contesto di un indebolimento della congiuntura internazionale, di una restrizione monetaria volta a contrastare lโinflazione e della necessaria riduzione dei sostegni assicurati dalla politica di bilancio, il conseguimento di un adeguato, stabile, ritmo di sviluppo richiederaฬ un elevato livello di investimenti, pubblici e privati, e lโefficace attuazione di riforme strutturali. La capacitaฬ di reazione di imprese e famiglie di fronte a shock inattesi e particolarmente violenti, quali quelli degli ultimi tre anni, deve costituire la base per unโazione pubblica volta a rendere la nostra economia meno rigida e lenta. Nei prossimi anni un impulso considerevole allโattivitaฬ economica eฬ atteso dagli interventi delineati nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR); saraฬ cruciale lโattuazione nei tempi concordati dellโinsieme di investimenti e riforme in esso definiti.
Nel primo trimestre di questโanno il prodotto eฬ tornato a crescere, sospinto dal recupero dei consumi e dallโulteriore espansione degli investimenti. Come nel resto dellโarea dellโeuro, allโindebolimento dellโattivitaฬ manifatturiera si sono contrapposti i buoni risultati dei servizi privati; in questo settore al vigore della domanda, in particolare nel comparto turistico e ricreativo, si associano non trascurabili rialzi dei prezzi finali. Date le condizioni di finanziamento piuฬ restrittive e il rallentamento del commercio globale ci attendiamo che il PIL aumenti in misura moderata nei prossimi trimestri. Nellโanno, secondo le stime pubblicate a metaฬ giugno, la crescita del prodotto potrebbe superare lโ1 per cento; si manterrebbe in media intorno a questo valore nel prossimo biennio.
Si tratta di previsioni ancora caratterizzate da elevata incertezza e da rischi orientati prevalentemente al ribasso. Al conflitto in Ucraina, da cui possono scaturire nuovi rincari delle materie prime e un deterioramento della fiducia di imprese e famiglie, si aggiungono i timori connessi con lโevoluzione dellโattivitaฬ economica globale, che potrebbe risentire della restrizione monetaria in atto nelle maggiori economie in misura maggiore delle attese, noncheฬ quelli derivanti dal rischio di un eccessivo irrigidimento delle condizioni di offerta del credito.
Dal dicembre del 2021 al maggio di questโanno i tassi di interesse sui nuovi prestiti alle imprese e sui nuovi mutui alle famiglie sono cresciuti in Italia rispettivamente di circa 360 e 280 punti base, portandosi al 4,8 e 4,2 per cento. Anche il costo della raccolta bancaria eฬ in aumento, ma gli effetti dei rialzi dei tassi ufficiali sui rendimenti dei depositi a vista sono ancora molto contenuti. Questo fenomeno eฬ in parte riconducibile alla abbondante liquiditaฬ accumulata dagli intermediari a seguito delle misure accomodanti adottate nellโultimo decennio dal Consiglio direttivo della BCE per contrastare i rischi di deflazione, mantenute durante la pandemia. Cioฬ puoฬ aver comportato una minore pressione concorrenziale tra le banche sul segmento dei depositi in conto corrente cui dovrebbe ora seguire un graduale innalzamento, con corrispondenti, piuฬ decisi, incrementi dei tassi.
Coerentemente con lโobiettivo della banca centrale di conseguire in tempi non eccessivamente lunghi la stabilitaฬ dei prezzi, lโinasprimento delle condizioni di finanziamento per le famiglie e le imprese contribuisce a frenare la domanda di credito. Le indagini condotte presso gli intermediari segnalano tuttavia che in Italia, come nel resto dellโarea, lโandamento dei prestiti risente anche del deciso irrigidimento delle politiche di offerta, in prevalenza guidato dalla maggiore avversione al rischio e dai timori sulle prospettive di crescita. La dinamica del credito, ampiamente positiva fino allโestate scorsa, eฬ divenuta negativa sia per le imprese sia per le famiglie.
Il modesto rialzo dei tassi applicati sui depositi a vista sta favorendo una marcata riallocazione del risparmio a favore di attivitaฬ piuฬ remunerative, in particolare verso i titoli di Stato e, in misura minore, verso le altre tipologie di depositi e verso le obbligazioni bancarie. Alla progressiva contrazione dei conti correnti, in atto dallo scorso anno, contribuiscono lo stesso riassorbimento della liquiditaฬ in eccesso da parte dellโEurosistema e i suoi effetti sul credito allโeconomia.
A fronte delle mutate circostanze e del permanere di una forte incertezza sugli sviluppi della congiuntura, le condizioni del sistema bancario italiano sono complessivamente soddisfacenti. Nel primo trimestre la redditivitaฬ eฬ rimasta elevata; in ragione dโanno, il rendimento del capitale e delle riserve eฬ stato di poco inferiore al 13 per cento, continuando a beneficiare dellโaumento del margine di interesse e di rettifiche di valore basse anche nel confronto storico. Secondo le previsioni degli analisti di mercato la redditivitaฬ dei maggiori gruppi quotati (che rappresentano oltre i due terzi del totale dellโattivo del settore) dovrebbe confermarsi su livelli elevati anche nel complesso del 2023.
Il rapporto tra il capitale di migliore qualitaฬ e gli attivi ponderati per il rischio (CET1 ratio) eฬ lievemente diminuito nei primi tre mesi dellโanno, al 15,1 per cento, a seguito sia della fine del regime transitorio introdotto nel 2018 con lโentrata in vigore dei nuovi principi contabili (IFRS9), che ne aveva distribuito su cinque anni lโimpatto patrimoniale, sia della distribuzione di utili. Lโindicatore rimane comunque superiore di oltre un punto percentuale a quello osservato al momento dello scoppio della pandemia; per le banche significative eฬ sostanzialmente in linea con la media degli altri intermediari vigilati direttamente dalla BCE.
Anche gli indicatori di liquiditaฬ si collocano su livelli ampiamente superiori ai minimi regolamentari. La restituzione di parte dei fondi ottenuti per mezzo delle operazioni mirate di rifinanziamento a piuฬ lungo termine (TLTRO) li ha finora solo marginalmente ridotti.
In relazione al complesso dei finanziamenti, restano su valori contenuti il flusso e la consistenza di nuovi crediti deteriorati. Il miglioramento della qualitaฬ dei prestiti osservato nel corso degli ultimi anni si deve al rafforzamento della condizione finanziaria delle imprese, che rispetto al picco toccato nel 2011 hanno ridotto la leva finanziaria di circa 10 punti percentuali, al 39,7 per cento; vi hanno contribuito le misure di sostegno varate per attenuare gli effetti della crisi pandemica e dellโaumento dei costi dellโenergia. La riduzione dei crediti deteriorati nei bilanci delle banche eฬ stata favorita dallo sviluppo di un mercato secondario, che ha fatto siฬ che le cessioni continuassero anche nei periodi di rallentamento economico.
Ha altresiฬ svolto un ruolo di rilievo la maggiore capacitaฬ degli intermediari di selezionare e gestire il rischio di credito, in particolare nella fase di erogazione dei finanziamenti, anche in risposta agli stimoli provenienti in tal senso dalle autoritaฬ di vigilanza. Dal 2014, dopo la crisi dei debiti sovrani, nei portafogli di prestiti delle banche il peso delle imprese finanziariamente solide eฬ cresciuto in proporzione di piuฬ del loro peso sul totale dellโattivo delle societaฬ non finanziarie.
Lโincertezza sulle prospettive per il sistema bancario rimane tuttavia ancora elevata. I rischi principali sono connessi con il rallentamento ciclico e con gli effetti di medio periodo del rialzo dei tassi sulla capacitaฬ della clientela di sostenere il servizio dei debiti. Nei primi tre mesi di questโanno si sono registrati primi, possibili segnali in questa direzione: lโincidenza del flusso di prestiti che presentano ritardi nei pagamenti, anche se non ancora tali da richiedere una classificazione come deteriorati, eฬ infatti raddoppiata, allโ1,6 per cento del complesso dei finanziamenti in bonis in ragione dโanno.
Di recente si eฬ peroฬ anche osservato un calo dellโammontare dei prestiti per i quali le banche rilevano un significativo peggioramento del merito creditizio (classificati nello โstadio 2โ della gerarchia prevista dai principi contabili internazionali). Il calo potrebbe essere in parte dovuto al miglioramento della qualitaฬ di esposizioni classificate in questa categoria subito dopo lo scoppio della pandemia; ne seguiamo gli sviluppi, per intercettare una eventuale sottovalutazione dei rischi da parte degli intermediari. Un pronto riconoscimento delle perdite attese eฬ fondamentale anche per ridurre i possibili effetti prociclici connessi con la fase di rallentamento economico. Altrettanto importante eฬ assicurare un adeguato livello di copertura dei crediti deteriorati, soprattutto per le banche meno significative.
Oltre che nel caso di maggiori perdite su crediti, pressioni sulla redditivitaฬ potrebbero emergere se la trasmissione dellโaumento dei tassi di interesse ufficiali al costo della raccolta, al momento ancora graduale, divenisse piuฬ rapida del previsto. Inciderebbero anche la sostituzione di provvista a basso costo, quale quella effettuata per mezzo delle TLTRO, con strumenti piuฬ onerosi e la necessitaฬ di emettere nuove passivitaฬ idonee a rispettare i requisiti previsti dalle norme sulla risoluzione delle crisi.
I rischi posti dagli intermediari non bancari rimangono contenuti, anche se non vanno sottovalutati. La raccolta dei fondi aperti italiani eฬ rimasta sostanzialmente invariata nel primo trimestre; i pochi fondi che hanno registrato deflussi netti rilevanti (superiori al 10 per cento del valore dellโattivo netto) non hanno incontrato difficoltaฬ nei rimborsi. Coerentemente con il contesto di tassi crescenti, la liquiditaฬ dei fondi eฬ diminuita, ma rimane comunque soddisfacente. Le linee di credito sono rimaste stabili e lโindebitamento contenuto.
Anche i rischi riguardanti i fondi di investimento alternativi italiani sono limitati; la leva finanziaria eฬ in media inferiore a quella degli analoghi fondi europei e lโindebitamento verso le banche eฬ basso. Tra i fondi caratterizzati da un maggior grado di leva vi sono quelli immobiliari, attivi principalmente nel settore commerciale. Sebbene in Italia la probabilitaฬ di una forte diminuzione dei prezzi in questo segmento di mercato sia decisamente minore che in altri paesi europei, un ulteriore calo del valore degli immobili commerciali ridurrebbe la qualitaฬ del credito bancario concesso a questi intermediari”.
Approfondimenti di vigilanza
“Negli ultimi anni, superata la fase piuฬ critica della pandemia da Covid-19, lโemergere di una molteplicitaฬ di nuovi fattori di rischio, legati allโaumento delle tensioni geopolitiche, alle conseguenze della crisi energetica e agli effetti negativi del cambiamento climatico, ha reso sempre piuฬ importante, per la Vigilanza e per gli stessi intermediari, lโutilizzo di strumenti che permettano di intercettare precocemente possibili vulnerabilitaฬ. Eฬ anche per questo che nel processo di revisione e valutazione prudenziale viene data particolare enfasi, ancor piuฬ che negli anni passati, allโaffidabilitaฬ dei processi interni di verifica dellโadeguatezza patrimoniale e delle condizioni di liquiditaฬ. Per raccogliere elementi di valutazione ulteriori rispetto a quelli desumibili dalle ordinarie segnalazioni di vigilanza sono state al riguardo condotte diverse indagini ad hoc.
Nel primo trimestre di questโanno, analogamente a quanto giaฬ fatto per le banche significative, eฬ stato richiesto a quelle sotto la diretta supervisione della Banca dโItalia e agli altri intermediari da noi vigilati di trasmettere piani industriali aggiornati con gli scenari macroeconomici piuฬ recenti. Sulla base di queste informazioni sono ora in corso analisi volte a valutare la sostenibilitaฬ dei modelli di business e identificare per tempo eventuali fattori di vulnerabilitaฬ, inclusa la dinamica dei costi. I risultati di queste analisi costituiranno una base importante per il confronto con gli intermediari.
Nello stesso periodo, anche in vista delle scadenze delle operazioni mirate di rifinanziamento a piuฬ lungo termine, abbiamo chiesto alla quasi totalitaฬ delle banche meno significative di aggiornare i piani di raccolta, giaฬ rilevati su base sistematica dalla BCE per quelle significative. Lo scorso 28 giugno sono stati rimborsati circa 150 dei 300 miliardi di finanziamenti TLTRO ancora in essere. Coerentemente con quanto indicato nei piani, le banche hanno utilizzato quasi esclusivamente la liquiditaฬ in eccesso, recentemente aumentata grazie a emissioni obbligazionarie e alla provvista in pronti contro termine. Il ricorso a nuove operazioni di rifinanziamento presso la banca centrale eฬ stato per il momento contenuto.
A queste ultime gli intermediari dovrebbero invece attingere in misura maggiore per fronteggiare i prossimi rimborsi. Le banche significative prevedono inoltre ulteriori emissioni di obbligazioni, anche al dettaglio, e, in misura inferiore, una crescita dei depositi da clientela. Su questโultima componente farebbero invece piuฬ affidamento le banche di minori dimensioni. Lโipotesi di aumentare la provvista in depositi contrasta con le attese di una ulteriore riduzione (a livello aggregato) di questa forma di raccolta, che giaฬ risente della concorrenza di forme di investimento alternative. Al momento, lโabbondante disponibilitaฬ di attivi stanziabili in garanzia per operazioni di rifinanziamento assicura comunque la possibilitaฬ di soddisfare le esigenze di provvista, sebbene a costi probabilmente maggiori di quelli preventivati.
Con riferimento agli intermediari non bancari sottoposti alla nostra supervisione, essi sono soggetti a regole in molti casi piuฬ stringenti rispetto a quelle vigenti negli altri paesi europei. Oltre ad avere affinato il processo di revisione e valutazione prudenziale anche nei riguardi di questi intermediari, verifichiamo periodicamente la rilevanza sistemica dei fondi di investimento alternativi, le cui attivitaฬ gestite, sebbene ancora nel complesso contenute, sono raddoppiate negli ultimi dieci anni. Particolare attenzione viene posta nei confronti dei fondi di credito e di quelli immobiliari.
Per mantenere lโefficienza del mercato secondario del credito, che ha avuto un ruolo fondamentale nel processo di riduzione dei prestiti deteriorati nei bilanci bancari attraverso operazioni di cartolarizzazione, sono state avviate specifiche azioni di vigilanza sui servicers. Dai primi risultati emergono carenze negli assetti di governo e di controllo, noncheฬ ritardi nellโaggiornamento dei piani di recupero. Il confronto in corso eฬ volto a valutare lโadeguatezza delle misure di rimedio, anche al fine di un miglioramento della qualitaฬ delle informazioni fornite al mercato riguardo allโandamento delle operazioni gestite. Per talune di esse si registrano infatti ritardi rispetto alle previsioni iniziali, attribuibili in parte al blocco delle procedure esecutive avvenuto durante le fasi piuฬ acute della pandemia. Relativamente alle operazioni con garanzia pubblica, gli scostamenti piuฬ rilevanti si concentrano su quelle con maggiore anzianitaฬ, per le quali i piani di recupero risultano redatti secondo approcci meno rigorosi.
Il recente aumento dei rendimenti di mercato ha inoltre accresciuto gli interessi dovuti ai sottoscrittori delle obbligazioni emesse dalle societaฬ veicolo a fronte dei crediti deteriorati, spesso a tasso variabile, riducendo la parte di incassi destinata al rimborso della quota capitale. Alla fine del 2022 lโammontare complessivo delle obbligazioni senior garantite dallo Stato e ancora da rimborsare era pari a circa 12 miliardi. Considerando le poche operazioni secondo i cui piani aggiornati i recuperi non sarebbero sufficienti a rimborsare completamente le obbligazioni senior, potrebbero essere escusse garanzie per circa 220 milioni. Tale somma sarebbe tuttavia coperta dal fondo alimentato dalle commissioni pagate dalle banche a fronte della garanzia e dalle somme giaฬ contabilizzate nel bilancio pubblico a copertura di queste operazioni, senza la necessitaฬ di ulteriori stanziamenti governativi.
Recenti riforme regolamentari hanno riguardato specifici segmenti dellโoperativitaฬ degli intermediari, come i servizi di crowdfunding, o specifici prodotti, come le obbligazioni bancarie garantite e le cartolarizzazioni. Si sono stabiliti in questo modo presidi potenzialmente piuฬ efficaci. Eฬ peroฬ necessario inquadrare sempre queste forme di operativitaฬ nellโambito della complessiva gestione aziendale, per continuare a disporre di una visione unitaria dellโesposizione ai rischi dei soggetti vigilati. Siamo impegnati, al riguardo, a rafforzare la cooperazione e il confronto tra le diverse autoritaฬ coinvolte”.
Intermediazione finanziaria e tecnologia
“Lโinnovazione tecnologica trasforma il mercato dei servizi finanziari, consentendo agli intermediari di superare le barriere derivanti dalla necessitaฬ di una interazione fisica con la clientela, di conseguire risparmi di costo, di sperimentare nuove forme di collaborazione con soggetti vigilati e non. La necessitaฬ di cogliere queste opportunitaฬ da parte degli intermediari, adattando opportunamente i propri modelli di attivitaฬ, non deve, tuttavia, portare a sottovalutare i rischi insiti nel cambiamento tecnologico neฬ da parte degli intermediari stessi neฬ da parte delle autoritaฬ di vigilanza.
Per stimolare le riflessioni su questi temi, lo scorso anno abbiamo condotto presso le banche meno significative una indagine sulle strategie di digitalizzazione. Ne eฬ emersa una generale consapevolezza dellโimportanza degli investimenti in innovazione tecnologica, sebbene lโutilizzo di questa leva risulti essere limitato allโobiettivo di aumentare i volumi e i ricavi, raggiungendo clienti che non possono essere serviti dalla rete di distribuzione fisica. Meno rilevanti sembrano invece essere le considerazioni sulle potenzialitaฬ di sviluppo in termini di riduzione dei costi e di innovazione di processo e di prodotto; ancor piuฬ marginale risulta essere lโidentificazione dei benefici derivanti dallโutilizzo del patrimonio informativo acquisito nellโattivitaฬ di intermediazione. Sviluppare una buona capacitaฬ di elaborazione e controllo dei dati eฬ invece importante non solo per rispondere prontamente alle richieste informative dellโautoritaฬ di supervisione, ma soprattutto per fornire tempestivamente ai vertici aziendali le informazioni necessarie per assumere decisioni consapevoli.
La digitalizzazione favorisce la cooperazione tra gli intermediari e i fornitori di servizi tecnologici. Ne possono derivare guadagni di efficienza per lโindustria finanziaria e un miglioramento della qualitaฬ dei servizi per gli utenti, ma eฬ necessario che autoritaฬ e operatori accrescano le capacitaฬ di valutazione dei rischi connessi con questi fenomeni. Una nuova rilevazione in materia di esternalizzazione, di prossimo avvio, consentiraฬ di raccogliere informazioni sugli accordi di outsourcing dei soggetti vigilati, noncheฬ elementi utili a valutare il grado di concentrazione presso i principali fornitori di servizi e a tenerne conto per minimizzare lโimpatto di eventuali incidenti.
Dallโattivitaฬ ispettiva condotta presso i principali fornitori di servizi informatici delle banche meno significative eฬ emerso un miglioramento della capacitaฬ di dialogo tra le parti, necessaria sia per meglio presidiare i rischi sia per definire le strategie di digitalizzazione. Affincheฬ il dialogo sia pienamente efficace eฬ peroฬ necessario accrescere le competenze informatiche degli esponenti aziendali: attualmente solo la metaฬ delle banche meno significative dichiara la presenza tra gli amministratori di almeno un membro con conoscenze specifiche e rimane esigua anche la quota di addetti con competenze informatiche nelle funzioni di controllo.
Queste iniziative anticipano quanto previsto dal regolamento europeo sulla resilienza operativa digitale del settore finanziario (Digital Operational Resilience Act, DORA), applicabile dal 2025, che ha lโobiettivo di garantire un approccio unificato tra le autoritaฬ di vigilanza europee sul tema della resilienza digitale dellโintero settore dei servizi finanziari. Esse consentono alla Banca dโItalia sia di portare la propria esperienza nelle sedi in cui si sta definendo la normativa secondaria, sia di meglio preparare gli intermediari alla scadenza del 2025.
In stretto contatto con il Ministero dellโEconomia e delle finanze (MEF) e con la Consob stiamo lavorando allโattuazione in Italia del regolamento europeo sui mercati delle cripto-attivitaฬ (Markets in Crypto-Assets Regulation, MiCAR). Il regolamento distingue tali strumenti finanziari anche in relazione alle differenti funzioni economiche che possono svolgere, introduce un quadro giuridico armonizzato per questi strumenti e costituisce, quindi, un riferimento per lโattribuzione di ruoli e competenze alle diverse autoritaฬ di supervisione coinvolte.
Siamo tuttavia consapevoli che non potraฬ risolvere tutti i problemi legati allo sviluppo dei mercati: restano al di fuori del suo ambito di applicazione i cosiddetti unhosted wallets, i portafogli digitali per lo scambio di cripto-attivitaฬ che non richiedono lโintervento di intermediari, noncheฬ le attivitaฬ di sviluppo e applicazione dei cosiddetti smart contracts, programmi informatici alla base della finanza decentralizzata. Anche per questo motivo, a un anno di distanza dalla pubblicazione della comunicazione in materia di tecnologie decentralizzate nella finanza e cripto-attivitaฬ, con la quale abbiamo fornito agli operatori indicazioni specifiche, stiamo conducendo unโanalisi sulle prospettive e sullโevoluzione di questi servizi e sviluppi di mercato.
Come ho piuฬ volte ricordato, le cripto-attivitaฬ sono solo uno dei prodotti in cui possono trovare applicazione le tecnologie basate su registri distribuiti (Distributed Ledger Technologies, DLT). Il recepimento nel nostro ordinamento del DLT Pilot Regime, introdotto anche in altri paesi dellโUnione europea, consentiraฬ agli operatori di sperimentare lโuso delle DLT per ridurre i costi associati alla gestione delle fasi di emissione, negoziazione e regolamento degli strumenti finanziari e ampliare la platea degli investitori in titoli emessi da soggetti italiani. Ne potrebbero derivare benefici tangibili per le imprese, soprattutto di medie dimensioni, con migliori possibilitaฬ di accesso ai mercati dei capitali e di diversificazione delle fonti di finanziamento. Con queste finalitaฬ lavoriamo in stretto contatto con la Consob per la definizione della normativa secondaria e per facilitare le iniziative progettuali degli operatori di mercato. Stiamo inoltre avviando nellโambito dellโEurosistema la sperimentazione di alcune soluzioni tecniche, tra cui una progettata dalla Banca dโItalia, per garantire che il regolamento delle transazioni effettuate sui registri distribuiti possa realizzarsi in moneta di banca centrale.
Lโinteresse degli intermediari allo sviluppo delle interfacce applicative per lโopen banking, previste dalla seconda Direttiva sui servizi di pagamento (Payment Services Directive, PSD2) per lโaccesso ai conti di pagamento da parte delle cosiddette โterze partiโ, sta gradualmente favorendo la concorrenza anche grazie allโingresso di nuovi operatori sul mercato. La proposta normativa della Commissione in tema di open finance pubblicata lo scorso 28 giugno potraฬ dare ulteriore impulso alla competizione: la possibilitaฬ di sfruttare un insieme piuฬ ampio di dati dei clienti potraฬ consentire lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi finanziari; nel prestare particolare attenzione al controllo dei rischi tecnologici, gli intermediari dovranno continuare ad assicurare unโadeguata tutela della clientela e un efficace presidio dei profili antiriciclaggio.
La quantitaฬ crescente di informazioni generate e rese disponibili dalla digitalizzazione contribuisce alla diffusione di applicazioni di intelligenza artificiale anche nellโindustria finanziaria, le cui conseguenze sono ancora molto difficili da intravedere. Rileva, a questo riguardo, il negoziato europeo in corso per la definizione del regolamento che mira a istituire un quadro giuridico uniforme volto a regolare lo sviluppo, la commercializzazione e lโuso dei sistemi di intelligenza artificiale in conformitaฬ con i valori e i diritti fondamentali dellโUnione. Il regolamento, pur avendo natura trasversale, presenta diversi profili di rilevanza anche per il settore finanziario; le sue ricadute sulle attivitaฬ degli intermediari e sulla tutela della clientela andranno attentamente valutate.
La Banca dโItalia, nella consapevolezza dei progressi in corso, eฬ impegnata nel sostenere e promuovere lโinnovazione digitale nel sistema finanziario lungo lโintero ciclo di produzione dei servizi, mantenendo alta lโattenzione ai rischi che ne derivano. La nostra attivitaฬ si concentra sulla sostenibilitaฬ dei modelli di business, sullโefficienza e la sicurezza delle infrastrutture di mercato, sullโaggiornamento del quadro normativo e delle prassi per la gestione dei rischi da parte degli operatori, sulla tutela e lโeducazione finanziaria della clientela in relazione ai nuovi strumenti e alle nuove modalitaฬ di fruizione dei servizi rese disponibili dalla tecnologia.
A tal fine il dialogo costante con il mercato โ tramite il Canale Fintech, il nostro centro per lโinnovazione Milano Hub e le attivitaฬ che svolgiamo nellโambito della sandbox regolamentare โ intende sostenere gli sforzi degli operatori nella fase di ideazione, sviluppo e sperimentazione delle idee progettuali. In considerazione del crescente interesse per lโutilizzo delle DLT, la seconda call for proposals del Milano Hub ha avuto per oggetto la loro applicazione ai servizi bancari, finanziari, assicurativi e di pagamento. Il successo dellโiniziativa eฬ testimoniato dal rilevante numero di domande di partecipazione ricevute; sono state avviate le attivitaฬ di sviluppo dei 14 progetti ammessi, con il sostegno multidisciplinare di esperti della Banca dโItalia.
Sul fronte del sistema dei pagamenti abbiamo fornito supporto al MEF nei lavori presso il Consiglio europeo relativi alla proposta di Regolamento sui bonifici istantanei in euro, una tappa importante del processo di realizzazione di unโindustria dei pagamenti europea integrata, innovativa, digitale e competitiva. Lโintervento legislativo mira a superare alcuni degli ostacoli che si frappongono a un utilizzo diffuso dei bonifici istantanei, riconducibili principalmente ai prezzi finora applicati a questi strumenti e alla fiducia degli utenti nei confronti di questa tipologia di pagamenti. Si imporrebbe quindi lโapplicazione di una tariffa non superiore a quella prevista per i bonifici tradizionali in euro e si prevedrebbe lโobbligo di adottare un meccanismo di verifica della corrispondenza tra le coordinate bancarie e il nome del beneficiario indicato dal pagatore.
Sempre lo scorso 28 giugno la Commissione europea ha presentato la proposta di Regolamento per la possibile introduzione dellโeuro digitale. Essa descrive le motivazioni e gli obiettivi di una nuova forma di moneta di banca centrale disponibile al pubblico e contiene un ampio insieme di norme riguardanti, tra lโaltro, la base legale, il ruolo dellโEurosistema e degli intermediari, il trattamento dei dati personali degli utenti. Il negoziato eฬ appena iniziato. Affincheฬ lโeuro digitale possa svolgere il ruolo di ancora per la fiducia del pubblico nella moneta della banca centrale saraฬ importante che esso abbia corso legale, al pari delle banconote, e che sia dotato del piuฬ alto livello di privacy compatibile con gli interessi pubblici, tra cui la necessitaฬ di prevenirne lโutilizzo per il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo. Lโeventuale decisione di emettere la nuova forma di moneta verraฬ presa dal Consiglio direttivo della BCE una volta completato il quadro normativo necessario.
Lโeuro digitale eฬ un progetto importante non solo per promuovere la concorrenza e lโinnovazione nel sistema dei pagamenti europeo con minori costi per gli utenti, ma anche per preservare lโautonomia strategica e la sovranitaฬ monetaria dellโarea.
Affincheฬ abbia successo saraฬ necessario disegnare un sistema di incentivi che favorisca lโadesione di tutti coloro che saranno coinvolti: i consumatori e le imprese, in quanto soggetti che utilizzeranno lโeuro digitale, le banche e gli altri intermediari, in quanto distributori della nuova moneta e fornitori dei servizi connessi.
Lโeuro digitale dovraฬ essere uno strumento di pagamento, non di risparmio; andranno quindi prevenuti i rischi per la trasmissione della politica monetaria e per la stabilitaฬ finanziaria che potrebbero derivare da una eccessiva sostituzione di depositi bancari con la moneta pubblica digitale. In quanto passivitaฬ della banca centrale esso saraฬ una forma di moneta priva di rischio come il contante, che si affiancheraฬ a questo e agli altri strumenti di pagamento giaฬ esistenti senza necessariamente sostituirli. Le soluzioni in corso di valutazione includono in particolare lโassenza di remunerazione e una soglia alla quantitaฬ di euro digitale detenibile da ciascun utente. Esse saranno definite in modo da preservare la capacitaฬ delle banche di offrire credito allโeconomia e, al contempo, prevenire la possibile diffusione, come mezzi di pagamento, di strumenti altamente rischiosi quali alcune tipologie di cripto-attivitaฬ”.
Sostegno alla transizione climatica
“Una sfida con cui il sistema bancario eฬ chiamato oggi a confrontarsi eฬ quella della transizione verde. Se nel medio periodo il contributo del sistema finanziario saraฬ fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione concordati a livello globale, eฬ allo stesso modo importante che esso sia pronto fin da subito alla gestione dei rischi climatici e ambientali.
La recente alluvione che ha colpito la Romagna e alcune zone limitrofe ci ricorda come eventi metereologici estremi possano non solo causare perdite di vite umane, distruggere abitazioni, sconvolgere la vita degli abitanti delle zone colpite, ma anche avere profonde ricadute sulle attivitaฬ economiche e, di conseguenza, sugli intermediari che le hanno finanziate. Allโarea colpita eฬ riconducibile circa il 3 per cento del valore aggiunto del settore privato non finanziario nazionale e unโanaloga quota del complesso dei finanziamenti bancari. Piuฬ in generale, analisi effettuate in Banca dโItalia stimano che nel nostro paese circa un quarto dei prestiti alle imprese non finanziarie eฬ rivolto ad aziende localizzate in province ad alto rischio di calamitaฬ naturali. Di questi, il 58 per cento eฬ coperto da garanzie, che tuttavia potrebbero a loro volta essere esposte allo stesso rischio dei finanziamenti; la quota di copertura si riduce al 38 per cento se si considerano le sole garanzie personali.
Eฬ necessario agire con urgenza, in primo luogo per contenere i rischi. Gli interventi ex post โ dai fondi stanziati per la ricostruzione e il ripristino delle infrastrutture alla sospensione del pagamento di tasse, imposte e bollette e alle moratorie sui prestiti โ mitigano certamente lโimpatto economico dei fenomeni climatici avversi, ma non possono costituire la soluzione. La prima linea di difesa deve essere la messa in sicurezza del territorio a fronte di eventi alluvionali e frane, ricordando il costo, ben superiore, necessario per intervenire ex post; a questo fine il PNRR prevede fondi per circa 1,25 miliardi. Lโaggiudicazione degli appalti eฬ prevista entro la fine del 2023; occorre evitare che i ritardi evidenziati nellโultima Relazione sullo stato di attuazione del Piano diventino rilevanti.
Un importante contributo puoฬ inoltre venire dal settore privato con la stipula di assicurazioni che coprano i danni derivanti da catastrofi naturali; una decisa espansione di questo mercato consentirebbe di ridurre i costi, ora elevati, delle polizze. Su questo punto lโItalia risulta essere particolarmente carente: nella media del periodo 1980-2020 solo il 6 per cento delle perdite connesse con tali eventi era assicurato, contro il 22 per cento in Europa. La scarsitaฬ di assicurazione sarebbe prevalente tra le imprese piuฬ piccole e quelle residenti nel Mezzogiorno. Nellโambito del tavolo di coordinamento sulla finanza sostenibile istituito presso il MEF, al quale partecipiamo insieme con lโIvass e le altre autoritaฬ di settore, abbiamo avviato unโiniziativa per promuovere la protezione assicurativa contro i rischi climatici e gli altri rischi catastrofali basata sulla collaborazione tra il settore pubblico e quello privato.
Una adeguata copertura assicurativa costituisce anche un importante elemento di attenuazione del rischio per le banche che affidano famiglie e imprese residenti in zone ad alto rischio climatico. In circa tre quarti dei casi, tuttavia, le banche non sarebbero informate della sottoscrizione di polizze da parte delle aziende affidate. Gli intermediari non terrebbero dunque conto di questa informazione nella determinazione delle condizioni di offerta di credito. Se confermato da ulteriori evidenze, saraฬ necessario indagare con maggiore profonditaฬ le ragioni di questo fenomeno, in capo alle banche o alle imprese, e porvi rimedio.
Abbiamo chiesto piani di azione triennali che evidenzino come gli intermediari bancari e finanziari intendano soddisfare le aspettative che abbiamo pubblicato nel 2022. Analogamente a quanto fatto per le banche significative, le valutazioni dei piani saranno integrate nel processo di revisione e valutazione prudenziale (SREP) con un approccio proporzionale e graduale. Questi piani devono basarsi su dati affidabili e quanto piuฬ possibile precisi.
Partecipiamo, al riguardo, a numerosi tavoli di lavoro internazionali e nazionali. In particolare, in quello presieduto dal MEF, cui ho fatto riferimento, si sta agendo per ridurre le lacune informative e accrescere la qualitaฬ e la disponibilitaฬ dei dati riguardanti gli aspetti ambientali (e quelli sociali e di governance) dellโattivitaฬ delle banche e dei loro affidati. Al momento il nostro contributo prende le mosse dallโanalisi delle difficoltaฬ incontrate dagli intermediari di maggiore dimensione, che dallo scorso anno sono tenuti a fornire informazioni al mercato nellโambito del โterzo pilastroโ di vigilanza, nel reperire dati di qualitaฬ sufficientemente adeguata. Analoghe difficoltaฬ sono state riscontrate da quelle banche minori e da quegli altri intermediari finanziari che, secondo il Regolamento sugli investimenti sostenibili del 2020, devono pubblicare le loro esposizioni classificate sulla base della tassonomia europea, cosiฬ come definita nel 2021 dallโatto delegato della Commissione.
Lโallocazione del credito dovraฬ basarsi su valutazioni prospettiche, accomodando quanto piuฬ possibile la domanda delle imprese che si impegnano a intraprendere investimenti volti a ridurre le loro emissioni. A livello globale ed europeo si sta dunque ponendo sempre maggiore attenzione ai piani di transizione di cui le societaฬ dovranno dotarsi. Sebbene i lavori a questo riguardo siano ancora agli inizi, come di recente sottolineato da un rapporto del Network for greening the financial system eฬ importante procedere speditamente. In ogni caso, ai fini di una adeguata valutazione del proprio merito di credito eฬ nellโinteresse delle stesse imprese, anche di quelle di minori dimensioni, informare il mercato sulle loro strategie di riduzione delle emissioni.
Lโeconomia mondiale continua ad attraversare una fase di profonda incertezza legata allโinvasione dellโUcraina da parte della Russia, allโevoluzione delle tensioni geopolitiche, ai dubbi sulla forza della ripresa economica in Cina e allโimpatto dellโorientamento restrittivo delle politiche monetarie. Le prospettive di sviluppo dellโeconomia italiana nel medio termine non ne saranno negativamente condizionate se proseguiraฬ il recupero della produttivitaฬ del lavoro in atto, con un graduale incremento, da circa dieci anni. A tal fine occorre che le imprese diano continuitaฬ alla recente ripresa degli investimenti, puntando soprattutto sullโinnovazione; un aiuto in questa direzione dovraฬ arrivare dalla piena attuazione del PNRR, che rappresenta per il nostro paese lโoccasione per ridare slancio alla crescita dellโeconomia e aggredire le debolezze che ancora la ostacolano.
Un contesto di stabilitaฬ finanziaria, in cui intermediari efficienti e ben patrimonializzati continuino a fornire il loro contributo sul fronte dellโallocazione del credito, potraฬ sostenere la fiducia degli operatori economici e consentire loro di programmare al meglio le decisioni di consumo, risparmio e investimento. Negli anni scorsi le banche italiane hanno affrontato le crisi che si sono via via succedute, a partire dallo scoppio della pandemia, da una posizione migliore rispetto al passato, che ha permesso loro di erogare a imprese e famiglie tutto il credito necessario per affrontare le fasi piuฬ avverse. Come avvenuto nel resto dellโunione bancaria, gli intermediari del nostro paese hanno risentito solo moderatamente delle tensioni seguite ai dissesti nel comparto delle banche regionali statunitensi e a quello del Credit Suisse.
Questo risultato eฬ anche il frutto delle riforme regolamentari varate dopo la crisi finanziaria globale e di una supervisione attenta. Occorre proseguire in Europa lungo questa strada: recepire gli accordi finali di Basilea 3 (Final Basel III), rispettandone quanto piuฬ possibile lo spirito originario; dotarsi di meccanismi di gestione delle crisi rapidi ed efficaci per tutte le banche, ricordando, proprio sulla base dellโesperienza recente, come anche dai dissesti di quelle di dimensioni relativamente contenute si possano innescare pericolosi fenomeni di contagio.
Il mestiere delle banche commerciali eฬ, nella sostanza, quello di โtrasformare le scadenzeโ; cioฬ le espone strutturalmente a rischi di liquiditaฬ da ridurre con adeguati requisiti regolamentari volti a scongiurare casi di corse agli sportelli โ fisici o digitali che siano โ e fallimenti bancari, potenzialmente a catena. Non eฬ casuale che i dissesti registrati nel comparto delle banche regionali statunitensi abbiano riguardato intermediari non soggetti ai requisiti minimi introdotti da Basilea 3. Cioฬ non toglie che vada portata avanti la riflessione โ giaฬ in corso al Comitato di Basilea โ su come migliorarli per tener conto di cioฬ che proprio le crisi recenti sono tornate a insegnare, ovvero che la stabilitaฬ dei depositi non puoฬ, non deve, essere data per scontata.
Oggi, nellโarea dellโeuro come in Italia, le banche devono far fronte alla prospettiva di costi della raccolta ben piuฬ alti di quelli degli ultimi anni, in conseguenza dellโintonazione necessariamente restrittiva della politica monetaria. Gli aumenti dei tassi di interesse, consistenti e continui, hanno mirato a garantire che la progressiva riduzione della dinamica dei prezzi su livelli coerenti con lโobiettivo del 2 per cento abbia luogo in tempi sufficientemente brevi, evitando il disancoraggio delle aspettative dโinflazione a medio-lungo termine e contrastando il rischio di unโinflazione di fondo ancora troppo e troppo a lungo elevata.
In effetti, il trasferimento degli eccezionali rincari dellโenergia sui prezzi finali di beni e servizi eฬ stato notevolmente piuฬ intenso che in passato. Il ritorno dei prezzi del petrolio e del gas naturale su livelli ben inferiori a quelli precedenti lโinvasione russa dellโUcraina dovrebbe quindi preludere nei prossimi mesi a una piuฬ decisa decelerazione dei prezzi al consumo nellโarea dellโeuro nel suo complesso. Eฬ altresiฬ vero che la risposta di retribuzioni e margini di profitto alle variazioni delle ragioni di scambio eฬ altamente eterogenea allโinterno dellโarea; il movimento dei tassi ufficiali di interesse andraฬ percioฬ calibrato nei prossimi mesi con particolare attenzione, alla luce dei dati che si renderanno via via disponibili e delle attese relative ai tempi del ritorno alla stabilitaฬ dei prezzi. Al momento non vi sono peroฬ ragioni evidenti per ritenere che tale risultato non possa essere conseguito, a partire dal prossimo autunno, con sufficiente rapiditaฬ.
Se occorre tenere alta la guardia e dritta la barra, sono altresiฬ necessarie buone dosi di prudenza e pazienza nel valutare e anticipare gli effetti della restrizione monetaria in atto dallo scorso anno, pure giustificata e da mantenere. Allo stesso tempo, eฬ certamente possibile limitare le conseguenze negative sullโattivitaฬ economica e sulla domanda aggregata ed evitare che esse possano finire per riflettersi in pressioni eccessive al ribasso sui prezzi nel medio termine. Non comprendo e continuo a non condividere, a questo riguardo, osservazioni anche di recente avanzate che spingerebbero a preferire il rischio di essere piuฬ, anzicheฬ meno, restrittivi. Ritengo che si debba essere cauti quanto basta; un atteggiamento simmetrico, in linea con le conclusioni della revisione della strategia di politica monetaria della BCE, mi sembra adeguato alle circostanze; permetterebbe anche di contenere le ricadute sul credito e preservare la stabilitaฬ finanziaria, di cui ho trattato in questo intervento e che, come ho osservato, eฬ essa stessa condizione necessaria per la stabilitaฬ dei prezzi e la tenuta delle nostre economie”.
UNISCITI ALLA COMMUNITY DI SOLDI365.COM:
FACEBOOK – TWITTER – INSTAGRAM – YOUTUBE – TELEGRAM – LINKEDINย
VISITA LE ALTRE SEZIONI DI SOLDI 365.COM:
HOME PAGE – ECONOMIAย –ย FINANZA –ย INVESTIMENTI –ย TRADING ONLINE –ย CRIPTOVALUTE –ย RISPARMIO – BUSINESS –ย GIOCHI –ย SCOMMESSE –ย LUSSO – GUADAGNARE – BONUS E PROMOZIONI – FORMAZIONE – TRASFERIRSI ALLโESTEROย – GUIDE E TUTORIAL –ย EVENTI – VIDEO – CHAT – ย FORUM.ย