Friday 22 November 2024

La presidente della Bce Christine Lagarde ha parlanto alla conferenza The Ecb and Its Watchers XXIII.

BCE, Lagarde: “Non ci impegniamo a priori sui rialzi e non transigiamo su impegno a riportare inflazione al 2%”

Ecco il suo lungo intervento ripreso da Soldi365.com:

“Lโ€™area dellโ€™euro รจ stata colpita da uno shock inflazionistico, che si sta trasmettendo allโ€™economia. Lโ€™inflazione complessiva segnerร  probabilmente una brusca flessione questโ€™anno, per effetto del calo dei prezzi dellโ€™energia e dellโ€™allentamento delle strozzature dellโ€™offerta, ma la dinamica dellโ€™inflazione di fondo rimane vigorosa.

In tale contesto il nostro traguardo รจ chiaro: dobbiamo riportare tempestivamente lโ€™inflazione allโ€™obiettivo di medio termine e lo faremo.

Abbiamo bisogno perรฒ di una strategia solida, che tenga conto della notevole incertezza in cui ci muoviamo oggi. Come ha osservato John Maynard Keynes: โ€œNel formulare aspettative, sarebbe insensato attribuire grande importanza a questioni molto incerteโ€.

Nella situazione attuale una strategia solida richiede un approccio fondato sui dati per definire la politica monetaria e una chiara funzione di reazione, affinchรฉ lโ€™opinione pubblica comprenda le fonti di informazione che saranno importanti per noi.

A tal fine, il percorso futuro della politica monetaria sarร  determinato da tre fattori: la nostra valutazione delle prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari piรน recenti, la dinamica dellโ€™inflazione di fondo e lโ€™intensitร  della trasmissione della politica monetaria.

Allo stesso tempo, ho affermato con chiarezza che non occorrono compromessi fra la stabilitร  dei prezzi e la stabilitร  finanziaria. Disponiamo di tutta una gamma di strumenti per fornire liquiditร  a sostegno del sistema finanziario, se necessario, e per preservare lโ€™ordinata trasmissione della politica monetaria.

Nel mio intervento odierno esaminerรฒ il cammino della politica monetaria giร  percorso e da percorrere. Spiegherรฒ dunque la funzione di reazione che guiderร  le nostre decisioni sui tassi.

Lo scorso anno lโ€™inflazione nellโ€™area dellโ€™euro ha fatto osservare una forte impennata e una profonda propagazione perchรฉ รจ stata alimentata da due tipi di shock che hanno colpito lโ€™economia nello stesso momento.

Innanzitutto, abbiamo subรฌto una serie di shock negativi dellโ€™offerta senza precedenti, causati dalle interruzioni nelle catene di approvvigionamento indotte dalla pandemia, dallโ€™invasione russa dellโ€™Ucraina e dalla conseguente crisi energetica. Pertanto, i costi degli input sono aumentati significativamente in tutti i settori dellโ€™economia.

Secondariamente, abbiamo assistito a uno shock positivo della domanda a seguito della riapertura delle attivitร  economiche dopo la pandemia. Il contesto favorevole per la domanda ha consentito alle imprese di trasmettere i rincari degli input ai prezzi molto piรน rapidamente e molto piรน intensamente che in passato.

Lโ€™orientamento della nostra politica monetaria partiva da livelli assai accomodanti, commisurati al contesto di inflazione molto bassa dellโ€™ultimo decennio e ai primi rischi di deflazione connessi alla pandemia. Abbiamo dovuto quindi correggere, quanto prima, un orientamento divenuto inadeguato.

Inizialmente si รจ posta una forte enfasi sulla segnalazione, ossia sulla dimostrazione, attraverso azioni e impegni, che la politica monetaria avrebbe percorso con decisione il cammino necessario.

Abbiamo quindi attribuito grande importanza alla tempistica delle nostre misure, innalzando i tassi con aumenti consistenti. Abbiamo anche comunicato con chiarezza la traiettoria ascendente dei tassi, in modo da rassicurare lโ€™opinione pubblica sul fatto che la politica monetaria fosse su un percorso antinflazionistico e che i tassi sarebbero presto usciti dal territorio accomodante. In un certo senso, lโ€™enfasi sullโ€™approccio basato sui dati era meno importante perchรฉ la politica monetaria aveva ancora molta strada da fare in tutti gli scenari.

Ma con lโ€™evolvere delle prospettive di inflazione, รจ apparso evidente che una semplice normalizzazione della politica monetaria, ossia il conseguimento di un orientamento pressochรฉ neutro, non sarebbe bastata da sola. La combinazione degli shock ha avuto due effetti (sulla distanza e sulla persistenza) che hanno reso necessaria unโ€™ulteriore azione di politica monetaria.

In primo luogo, gli shock hanno allontanato lโ€™inflazione dal nostro obiettivo. Anche se probabilmente lโ€™inflazione ha giร  oltrepassato il suo apice, si sta riducendo da livelli molto elevati e dovrebbe mantenersi su valori troppo alti rispetto al nostro obiettivo per un periodo di tempo eccessivamente esteso. Piรน a lungo lโ€™inflazione si colloca su livelli troppo elevati, maggiore รจ il pericolo che rimanga cosรฌ.

In secondo luogo, gli shock hanno anche accresciuto il rischio che unโ€™inflazione superiore allโ€™obiettivo divenga piรน persistente. In particolare, le pressioni sui prezzi si sono ampliate e intensificate. Le misure dellโ€™inflazione di fondo rilevate dalla BCE si collocano attualmente tra il 4% e lโ€™8%.

In tale contesto abbiamo dovuto portare i tassi su livelli sufficientemente restrittivi da frenare la domanda. In questo modo abbiamo potuto mantenere salda la presa sulle aspettative di inflazione e assicurare che rimanessero ancorate.

Questo รจ uno dei motivi principali per i quali ci siamo impegnati a innalzare i tassi di interesse in misura significativa e a un ritmo costante nelle ultime riunioni e abbiamo deciso la settimana scorsa che fosse necessario un ulteriore aumento di 50 punti base.

Un sensibile aggiustamento della politica monetaria รจ giร  alle nostre spalle: dallo scorso luglio abbiamo innalzato i tassi di interesse di 350 punti base. Tuttavia, lโ€™inflazione รจ ancora elevata e lโ€™incertezza circa la sua evoluzione รจ aumentata. Pertanto รจ essenziale avere una strategia solida per il futuro.

Questa strategia si articola in tre elementi.

In primo luogo, data lโ€™elevata incertezza, รจ ancora piรน importante che la traiettoria dei tassi sia fondata sui dati. Ciรฒ implica che, a priori, non ci impegniamo a innalzare ulteriormente i tassi nรฉ che abbiamo finito di aumentarli. Infatti, come ho spiegato la settimana scorsa, se lo scenario di base delle nostre proiezioni piรน recenti sarร  confermato, avremo ancora molta strada da fare per assicurare che le pressioni inflazionistiche siano disinnescate.

In secondo luogo, anche se il settore bancario europeo gode di buona capacitร  di tenuta e solide posizioni di capitale e liquiditร , alla luce della recente volatilitร  nei mercati finanziari siamo pronti ad agire e fornire, se necessario, liquiditร  a sostegno del sistema finanziario e a preservare lโ€™ordinata trasmissione della politica monetaria.

Ma deve essere chiaro che non occorrono compromessi fra la stabilitร  dei prezzi e la stabilitร  finanziaria. Come abbiamo dimostrato piรน volte, siamo in grado di stabilire lโ€™orientamento adeguato di politica monetaria per tenere a bada lโ€™inflazione e al tempo stesso utilizzare altri strumenti per far fronte ai rischi per la trasmissione della politica monetaria.

Lo abbiamo fatto quando abbiamo deciso di ricorre in maniera piรน flessibile ai reinvestimenti nellโ€™ambito del Programma di acquisto per lโ€™emergenza pandemica e quando abbiamo approvato lo strumento di protezione del meccanismo di trasmissione della politica monetaria. Grazie a questi programmi, la normalizzazione dei tassi รจ proseguita senza intoppi.

Il terzo elemento di una strategia solida รจ una chiara funzione di reazione. Nellโ€™ultima riunione abbiamo fatto chiarezza sulla nostra funzione di reazione e sulle fonti di informazione che saranno importanti per noi. La calibrazione della traiettoria dei tassi sarร  determinata in futuro da tre input fondamentali e richiederร  un monitoraggio continuo. Passo dunque a illustrare questi punti.

Il primo input รจ la nostra valutazione delle prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari piรน recenti, che terrร  principalmente conto delle proiezioni sullโ€™inflazione formulate dai nostri esperti.

La politica monetaria deve essere orientata al futuro, dato lo sfasamento temporale che caratterizza la sua trasmissione. Inoltre, le proiezioni sullโ€™inflazione elaborate dai nostri esperti rappresentano il meccanismo piรน efficace per distillare i dati economici e finanziari piรน recenti in un quadro completo della dinamica dellโ€™inflazione a medio termine. La futura traiettoria dei tassi dipenderร  dal riscontro o meno nelle nostre previsioni di una convergenza durevole dellโ€™inflazione verso il nostro obiettivo e da quanto reputiamo affidabile tale convergenza alla luce dellโ€™insieme dei rischi.

Le nostre previsioni piรน recenti collocano lโ€™inflazione complessiva al 2,1% nel 2025 e quella di fondo al 2,2%, con una revisione al ribasso rispetto alle precedenti proiezioni, formulate in dicembre. Tuttavia, al momento lโ€™intervallo di confidenza attorno a queste previsioni รจ insolitamente ampio.

Tali proiezioni, in quanto basate su dati aggiornati agli inizi di marzo, non tengono conto degli effetti delle recenti tensioni nei mercati finanziari, che hanno aggiunto nuovi rischi al ribasso e reso meno chiare le valutazioni al riguardo. Piรน in generale, incide anche la volatilitร  di numerose ipotesi sottostanti alle proiezioni, ad esempio sulle politiche di bilancio e sui prezzi dei beni energetici e alimentari. Ciรฒ comporta ulteriore incertezza circa lo scenario di base sia per la crescita sia per lโ€™inflazione.

In parte tale incertezza si attenuerร  via via che si chiariranno le ricadute degli eventi recenti sui mercati finanziari. Tuttavia, a fronte di shock sovrapposti e a mutamenti geopolitici, il suo livello resterร  molto probabilmente elevato. Dovremo pertanto tenere conto di indicatori aggiuntivi osservabili in tempo reale per confermare le prospettive emerse dalle nostre proiezioni nel corso del tempo.

Il secondo input a cui attingeremo รจ quindi la dinamica dellโ€™inflazione di fondo.

Lโ€™inflazione di fondo non รจ un obiettivo di policy, ma le sue misurazioni possono consentire una verifica incrociata complementare del nostro processo di previsione. Tipicamente, lโ€™inflazione di fondo ha infatti un comportamento piuttosto inerziale, per cui fornisce unโ€™indicazione riguardo alla persistenza dellโ€™inflazione nel medio periodo. Guarderemo quindi a una svolta duratura verso il basso delle misure dellโ€™inflazione di fondo per ritenere affidabile la convergenza del profilo dellโ€™inflazione verso il nostro obiettivo nel medio termine.

Finora non si riscontrano chiare evidenze di una tendenza al ribasso dellโ€™inflazione di fondo. Di fatto, si osservano due forze che spingono lโ€™inflazione di fondo in direzioni diverse.

Da un lato, il calo dei prezzi dellโ€™energia comporta lโ€™attenuazione di una delle principali determinanti delle pressioni inflazionistiche di fondo. I prezzi dei beni energetici importati sono stati un fattore centrale alla base dellโ€™aumento dellโ€™inflazione in tutti i settori economici, a seguito del forte shock energetico che ci ha investiti. Per questo motivo le misure dellโ€™inflazione di fondo che colgono gli effetti piรน persistenti dei costi dellโ€™energia mostrano giร  un calo.

Dโ€™altro canto, le crescenti pressioni interne sui prezzi potrebbero compensare in parte questo impulso disinflazionistico. Le misure dellโ€™inflazione di fondo che colgono voci sensibili al ciclo economico (come lโ€™indicatore Supercore) o voci a basso contenuto di importazioni si stanno ancora rafforzando. Se ciรฒ dovesse persistere e se la domanda aggregata aumentasse dagli attuali livelli compressi, si potrebbe osservare uno โ€œscambio di ruoliโ€ tra le pressioni sui prezzi allโ€™importazione e quelle sui prezzi interni, per cui le spinte sui prezzi resterebbero nel complesso elevate.

Lโ€™andamento dei salari sarร  fondamentale per determinare quali di queste forze finirร  per prevalere.

Lโ€™area dellโ€™euro ha registrato un notevole peggioramento delle ragioni di scambio per effetto dei rincari dei beni energetici, il cui costo dovrร  essere ripartito in ultima analisi tra imprese e lavoratori. Inoltre, รจ importante che vi sia unโ€™equa ripartizione degli oneri, con lโ€™accettazione da entrambe le parti di non poter recuperare integralmente il reddito che lโ€™area dellโ€™euro ha versato al resto del mondo e la conseguente perdita di prodotto.

Finora i salari reali sono diminuiti notevolmente, mentre i margini di profitto delle imprese si sono ampliati in molti settori. Ma le condizioni del mercato del lavoro sono piuttosto tese, la carenza di manodopera รจ in aumento e lo shock alle ragioni di scambio si รจ perlopiรน riassorbito. Ciรฒ ha indotto i lavoratori a sfruttare il proprio potere contrattuale per recuperare il reddito perduto.

Per i sette paesi considerati nellโ€™analisi dei salari condotta dalla BCE[4], nel corso del 2022 la contrattazione collettiva ha determinato un incremento aggregato dei salari del 4,7% per questโ€™anno. Ciรฒ sta giร  contribuendo in misura maggiore allโ€™inflazione di fondo. Le voci sensibili ai salari[5], che avevano comportato allโ€™incirca appena 0,5 punti percentuali in termini di inflazione di fondo prima della pandemia, hanno piรน che raddoppiato il loro contributo negli ultimi mesi.

Se lavoratori e imprese accetteranno entrambi unโ€™equa ripartizione degli oneri, e una crescita salariale piรน vigorosa rappresenterร  semplicemente un riequilibrio tra lavoro e capitale, le pressioni sui salari e sui prezzi dovrebbero diminuire con lโ€™avanzare di tale processo. Tuttavia, se entrambe le parti tenteranno unilateralmente di ridurre al minimo le proprie perdite, potremmo assistere a una rincorsa tra margini di profitto, salari e prezzi piรน elevati.

Il rischio di una simile โ€œspirale di ritorsioniโ€ รจ inoltre accentuato dalla prospettiva che perdurino condizioni tese nei mercati del lavoro.

A differenza di altre realtร  economiche, lโ€™area dellโ€™euro registra dallo scorso anno una crescita vigorosa della partecipazione alle forze di lavoro[6], che ha contribuito a rispondere in parte al forte aumento della domanda di lavoro in seguito alla riapertura delle attivitร  economiche. Ma la pandemia ha anche determinato un netto incremento dellโ€™occupazione nel settore pubblico[7], riducendo la disponibilitร  di manodopera per il settore privato. Inoltre, la misura in cui lโ€™offerta di lavoro si potrร  ancora complessivamente espandere dipenderร , tra lโ€™altro, da intricate scelte politiche, quale la posizione dei vari paesi sui versanti dellโ€™immigrazione e dellโ€™assistenza allโ€™infanzia.

Al tempo stesso, il tasso di disoccupazione si colloca al minimo storico e in alcuni paesi รจ cosรฌ basso che sarร  sempre piรน difficile assumere personale dal bacino residuo di forze di lavoro.

Ne consegue che la crescita salariale potrebbe prolungare lo shock da costi. รˆ improbabile che ciรฒ impedisca la disinflazione per i beni, poichรฉ i salari rappresentano appena il 20% circa dei costi diretti degli input per le imprese manifatturiere. Per il settore di servizi, invece, i salari rappresentano circa il 40% di tali costi e la componente dei servizi contribuisce per quasi due terzi allโ€™inflazione di fondo.

Al tempo stesso, i margini di profitto delle imprese continuano a crescere, in parte perchรฉ alcune approfittano degli squilibri tra domanda e offerta per mettere alla prova la domanda dei consumatori applicando forti rincari, ben oltre gli aumenti dei costi che esse devono sostenere. Tuttavia, in assenza di un aumento persistente del potere di mercato[8], ciรฒ si potrร  protrarre soltanto nella misura in cui la domanda continuerร  a mostrare una buona tenuta. In caso contrario, le imprese dovranno assorbire gli aumenti dei costi attraverso i margini e le pressioni sui prezzi inizieranno ad attenuarsi.

Qui entra in gioco il terzo input che utilizzeremo per valutare la traiettoria dei tassi di interesse, ossia lโ€™efficacia della trasmissione delle nostre misure di politica monetaria nel contenere la domanda.

Alla fine dello scorso anno si รจ osservata una forte contrazione della domanda interna e i dati piรน recenti, come le vendite al dettaglio, suggeriscono che non si registra ancora una ripresa dei consumi. Ma ciรฒ non ha interrotto la trasmissione degli aumenti dei costi. Le misure a breve termine della dinamica dellโ€™inflazione di fondo, ad esempio il tasso sui tre mesi precedenti, sono di fatto aumentate a febbraio.

Due fattori potrebbero spiegare questa apparente tenuta.

Il primo รจ costituito dalle riserve finanziarie atipiche utilizzabili a fini di consumo che le famiglie hanno a disposizione nellโ€™attuale contesto. Beneficiano ancora del considerevole sostegno fornito dalle politiche di bilancio a parziale ristoro degli aumenti dei prezzi dellโ€™energia, che รจ stato pari a circa 250 miliardi di euro nel 2022 e nel 2023, e hanno ancora circa 900 miliardi di euro di risparmio in eccesso accumulato durante la pandemia[9].

Il secondo fattore รจ la minore sensibilitร  del mercato del lavoro al rallentamento della crescita, che sta sostenendo i redditi da lavoro e le aspettative di occupazione delle famiglie. A fronte delle carenze di manodopera, le imprese stanno rispondendo allโ€™indebolimento della domanda soprattutto tramite strategie di mantenimento delle forze di lavoro, ossia con riduzioni ulteriori delle ore lavorate anzichรฉ dei posti di lavoro.

E ora, con il calo dei prezzi dellโ€™energia e lโ€™aumento dei salari, il reddito disponibile delle famiglie รจ destinato ad aumentare. Ciรฒ si รจ riflesso, prima dellโ€™insorgere delle recenti tensioni nei mercati finanziari, nelle nostre previsioni di una ripresa piรน vigorosa questโ€™anno.

Pertanto, affinchรฉ le pressioni inflazionistiche si attenuino, รจ importante che la nostra politica monetaria tenga saldamente la rotta in direzione restrittiva. Tale processo inizia a sortire i suoi effetti soltanto adesso.

La prima parte del processo di trasmissione della politica monetaria, dalle misure di politica monetaria alle condizioni finanziarie e monetarie, sta giร  esercitando un impatto considerevole.ย  Il costo del finanziamento รจ in forte aumento e la dinamica dei prestiti sembra contrarsi piรน rapidamente rispetto ai precedenti cicli di rialzo dei tassi ufficiali. La crescita del credito alle imprese รจ in netta diminuzione dal terzo trimestre dello scorso anno.

Si osserva inoltre una contrazione degli aggregati monetari, con la crescita sui dodici mesi di M1 che diventa negativa per la prima volta dalla creazione dellโ€™area dellโ€™euro, sebbene ciรฒ sia anche dovuto allo spostamento di fondi dai depositi a vista a quelli a termine meglio remunerati nel contesto dei tassi piรน elevati.

Per la seconda parte del processo di trasmissione, dallโ€™inasprimento delle condizioni finanziarie e monetarie alla domanda, vi รจ attualmente maggiore incertezza. Sappiamo che il pieno effetto della politica monetaria sulla domanda si rivelerร  solo nel corso del tempo. Ma sia lโ€™intensitร  sia la velocitร  di questo processo potrebbero essere cambiate.

Dallโ€™ultimo ciclo di sostanziale rialzo dei tassi di riferimento della BCE, a metร  degli anni 2000, la struttura finanziaria dellโ€™area dellโ€™euro si รจ evoluta.ย  La quota dei mutui a tasso variabile รจ diminuita, rallentando la trasmissione degli aumenti dei tassi di interesse al pagamento dei debiti. Il risparmio in eccesso e la bassa trasmissione ai tassi sui depositi potrebbero inoltre indebolire gli incentivi per le famiglie a risparmiare una maggiore quota del reddito in risposta allโ€™innalzamento dei tassi di riferimento. Questi fattori potrebbero implicare una minore trasmissione ai consumi.

Al tempo stesso, vi รจ stato uno spostamento molto repentino da tassi di interesse bassi per un periodo prolungato a livelli considerevolmente piรน elevati, e questo ha giร  avuto un impatto sulle componenti della domanda piรน sensibili agli interessi, come gli investimenti. Gli investimenti in edilizia residenziale sono diminuiti negli ultimi tre trimestri e anche gli investimenti delle imprese si sono contratti alla fine dello scorso anno. Il maggior ruolo svolto attualmente dai settori che dipendono dal valore attualizzato degli utili futuri, come il settore tecnologico, potrebbero altresรฌ intensificare la trasmissione monetaria.

Ciรฒ che occorrerร  tenere sotto attenta osservazione nelle settimane e nei mesi a venire รจ se vi sarร  un ulteriore rafforzamento di tale trasmissione. Se, ad esempio, le banche inizieranno ad applicare un piรน ampio โ€œdifferenziale di intermediazioneโ€, ossia se a ciascun livello del tasso base richiederanno una compensazione maggiore per il rischio percepito da esse assunto nella concessione dei prestiti, la trasmissione si rafforzerร .

Presteremo pertanto particolare attenzione a una serie di indicatori della disponibilitร  del credito e del relativo prezzo, quali i dati mensili sui flussi monetari e creditizi, la nostra indagine sul credito bancario e la nostra indagine sullโ€™accesso al credito per le piccole e medie imprese.

Se da un lato condizioni di credito piรน restrittive sono parte integrante del meccanismo attraverso il quale lโ€™inasprimento monetario finisce per contenere le pressioni in eccesso sui prezzi e riportare lโ€™inflazione allโ€™obiettivo, dallโ€™altro ci assicureremo che il processo di trasmissione resti ordinato in ogni sua fase.

Voltaire ha detto: โ€œLโ€™incertezza รจ una posizione scomoda. Ma la certezza รจ una posizione assurda.โ€ A fronte di shock nuovi e sovrapposti, affrontare lโ€™incertezza รจ al momento la nostra unica scelta.

Ma di una cosa si puรฒ essere certi: conseguiremo la stabilitร  dei prezzi e non transigiamo sullโ€™impegno a riportare lโ€™inflazione al 2% nel medio termine.

A tal fine seguiremo una strategia solida, che si fonda sui dati e ci vede pronti ad agire, ma senza compromessi riguardo al nostro obiettivo primario.

In un mondo che sta cambiando piรน rapidamente di quanto chiunque avrebbe potuto immaginare, dobbiamo essere sia concentrati sullโ€™obiettivo sia risoluti nella strategia per conseguirlo”.

 

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