Nel secondo trimestre del 2023 il prodotto interno lordo (Pil), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, ĆØ diminuito dello 0,4% rispetto al trimestre precedente ed ĆØ cresciuto dello 0,4% nei confronti del secondo trimestre del 2022.Ā Lo comunica l’Istat.
Economia italiana frena piĆ¹ del previsto, Pil secondo trimestre -0,4%
La stima del Pil diffusa in via preliminare il 31 luglio 2023 era stata di una riduzione congiunturale dello 0,3% e di una crescita tendenziale dello 0,6%.
Il secondo trimestre del 2023 ha avuto tre giornate lavorative in meno del trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al secondo trimestre del 2022.
La variazione acquisita per il 2023 ĆØ pari a +0,7%.
Rispetto al trimestre precedente, tutti i principali aggregati della domanda interna sono in diminuzione, con un calo dello 0,3% dei consumi finali nazionali e dellā1,8% degli investimenti fissi lordi. Le importazioni e le esportazioni sono anchāesse diminuite, entrambe in misura pari allo 0,4%.
La domanda nazionale al netto delle scorte ha sottratto 0,7 punti percentuali alla variazione del Pil: nullo il contributo dei consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private ISP, -0,4 quello degli investimenti fissi lordi e -0,3 quello della spesa delle Amministrazioni Pubbliche (AP). Per contro, la variazione delle scorte ha contribuito positivamente alla variazione del Pil per 0,3 punti percentuali, mentre il contributo della domanda estera netta ĆØ risultato nullo.
Si registrano andamenti congiunturali negativi per il valore aggiunto in tutti i principali comparti produttivi, con agricoltura, industria e servizi diminuiti rispettivamente dellā1,3%, dellā1,4% e dello 0,1%.
La stima completa dei conti economici trimestrali – commenta l’Istat – conferma la flessione dellāeconomia italiana nel secondo trimestre dellāanno, risultata pari allo 0,4%, lievemente piĆ¹ accentuata rispetto alla stima preliminare, che aveva fornito una riduzione dello 0,3%. La crescita tendenziale del secondo trimestre si attesta allo 0,4%, in flessione rispetto ai trimestri precedenti, con una revisione anche in questo caso al ribasso rispetto alla stima preliminare, che aveva registrato una crescita dello 0,6%.
A determinare la flessione del Pil ĆØ stata soprattutto la domanda interna (incluse le scorte), mentre quella estera ha fornito un contributo nullo. Sul piano interno, lāapporto dei consumi privati ĆØ stato anchāesso nullo, mentre sia quello della spesa delle Amministrazioni Pubbliche sia quello degli investimenti ĆØ risultato negativo. Positivo il contributo delle scorte, per 0,3 punti percentuali.
Le ore lavorate hanno subƬto una flessione dello 0,5%, le posizioni lavorative dello 0,1% e le unitĆ di lavoro si sono contratte dello 0,3%. Sono risultati in crescita dello 0,8% i redditi pro-capite.
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